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25/03/2019

NÉCOL Jean-Pierre (Fratello)

Pagolle (Francia), 29 marzo 1930 - Bétharram, 1° novembre 2018

Fr. Jean-Pierre Nécol scj

Fratel Jean-Pierre Nécol è nato nel 1930 a Pagolle, piccolo borgo arroccato sulla collina, come Ibarre e molti altri villaggi in questo angolo del paese basco. Amava questi grandi spazi formati da colline e boschi. Ci diceva: «Questo era un aiuto per il cibo degli animali. La mattina si aprivano le porte della stalla, dell’ovile, della porcilaia, e le bestie partivano per tutto il giorno sulle colline e la sera, al ritorno, non c’era bisogno di dar loro da mangiare, tornavano solo per dormire.»

Ci parlava anche di un ottimo ristorante dove la domenica sua madre andava a dare una mano in cucina, in un ristorante rinomato della regione e anche oltre; i più sciovinisti dicevano: «Viene gente da ogni parte e perfino da Parigi! E sognavano un treno speciale Parigi-Pau-Pagolle!

È in questo ambiente semplice e gioioso che un giorno Jean-Pierre ha accolto la chiamata di Dio e di San Michele: Ibarre è appena dietro la collina. Non è stato il solo a sentire questa chiamata: altri due giovani di Pagolle sono diventati padri di Betharram, Padre Eyhéramendy e Padre Caset.

Per l’anno di noviziato, fu inviato a Balarin, nel Gers. Qui, nel 1947, ha emesso i primi voti. Era responsabile degli acquisti per rifornire la Comunità (50 scolastici e novizi). Per questo, doveva uscire da Balarin dove non c’erano negozi, ma solo grandi fattorie dove si coltivavano la vite e il frumento. Allo spuntar del giorno, attaccava alla carretta la brava giumenta Margot per andare a prendere il pane a Montréal (4 km) e due volte alla settimana andava a Condon (12 km), sempre con Margot, in macelleria, in farmacia e per altri acquisti.

Al momento del raccolto, faceva il giro delle fattorie per l’obolo di culto. Un obolo un po’ speciale, perché era pagato in natura, vale a dire in ettolitri di vino e bottiglie di Armagnac. Conosceva tutte le fattorie e tutti gli abitanti. «Ero ben accolto ovunque, ci diceva, anche da coloro che non calpestavano il pavimento della chiesa». Gli piaceva questo contatto con le persone, che lo avevano adottato come uno di loro.

Quando Balarin fu chiuso per andare a Floirac, con grande dispiacere ha lasciato questo paese ed è entrato nella comunità della Maison Neuve a Bétharram. Gli venne proposto un lavoro che non aveva mai esercitato: l’imbianchino!

Per imparare il mestiere, si accordò con il responsabile di un cantiere di imbianchini del collegio di Betharram. Venne assunto come apprendista tra gli altri operai.

Ci disse un giorno che avrebbe voluto passare un CAP (Certificato di idoneità professionale), ma era ancora un progetto troppo rivoluzionario per Bétharram.

Siccome si era soddisfatti del suo lavoro, venne richiesto da diverse case betharramite: Parigi, Pau, Sarrance... ed anche molto più lontano, fino a Roma e in Terra Santa. Per stuzzicarlo, a volte gli si diceva: «Pensi che in quei paesi nessuno sia capace di imbiancare?» Lui rispondeva: «Io lavoro gratis e non conto le mie ore.»

Quanti Fratelli hanno lavorato avendo, come unico stipendio, l’amore di Dio e la gratitudine della Congregazione!

Quante ore ha trascorso in cima a una scala? Ma tutto questo era già offerto a Colui che ci dà forza per lavorare, Gesù, l’artigiano di Nazareth, durante la Messa che serviva a Padre Gillet alle sei del mattino.

Beñat Béhocaray scj

 

Alcune date:

Nascita: 29 marzo 1930, a Pagolle (Francia).

A 11 anni va alla Maison Etchecopar, a Saint-Palais, con una dozzina di giovani; in contatto con i Padri, vi scopre San Michele Garicoïts e la sua spiritualità.

A 16 anni, sei mesi di postulato a Balarin, quindi il noviziato.

Emette i voti religiosi il 5 ottobre1957.

A 21 anni giunge a Betharram.

Per fare dei lavori di imbianchino verrà inviato fino a Casablanca, Sidi-Bel- Abbès, Roma, Nazareth e Betlemme.

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