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04/09/2019

COURET Jean (Padre)

Pontacq, 26 giugno 1936 - Betharram, 2 febbraio 2019 (Francia)

P. Jean COURET scj

P. Jean Couret, chiamato “Jeannot”, è morto sabato 2 febbraio nella casa di riposo di Betharram. Era nato a Pontacq (a 15 km da Betharram), il 25 giugno 1936.

Dopo gli studi nel Collegio Saint-Joseph del suo villaggio, è entrato nell’Apostolicato a Betharram, poi nel seminario maggiore di Bel-Sito, a Floirac, nella Gironda. Nel 1965, dopo la sua ordinazione a Bordeaux, è stato inviato nella comunità di Cenon (un sobborgo di Bordeaux), in una parrocchia di classe operaia. In quella parrocchia ha vissuto un primo annientamento: diventare religioso-sacerdote di una Chiesa più alla portata del mondo, in dialogo con questo mondo abitato dallo Spirito di Dio, secondo un’intuizione del Concilio che si concluderà in quell’anno.

Per lui una nuova svolta e un annientamento: ha scelto di essere un prete operaio, portuale del porto di Bordeaux, integrandosi pienamente nel mondo del lavoro, facendo parte dei gruppi pastorali di Saint-Martial e Saint-Rémi.

Nuovo annientamento nella città di Formanoir de Pessac, alla scoperta delle 30 nazionalità di questa città, in prossimità di fratelli betharramiti, degli immigrati e della scoperta di una religiosità popolare, ad esempio con i Mauriziani. Lì ha vissuto un impegno intenso, difendendo la dignità degli immigrati.

Poi un nuovo annientamento al momento del pensionamento. A 62 anni si offre come volontario per rafforzare la presenza betharramita in Costa d’Avorio, che era ancora molto fragile nel 1998 (vi trascorrerà sei anni, prima ad Adiapodoumé, poi a Dabakala).

Tornato nel Béarn, il soggiorno a Idron gli fa ritrovare le sue radici Bearnesi, ma questa pace è di breve durata. Infatti un infarto gli causerà gravi problemi. Annientamento nella malattia; la dipendenza, per sei anni e mezzo, nella casa di riposo a Betharram. Senza dubbio l’impossibilità di comunicare è stata per lui la prova più grande da sopportare.

Lo spirito del Signore è su di me,
poiché mi ha consacrato per portare la buona novella agli afflitti.
Mi ha mandato a proclamare la libertà ai prigionieri,
la vista ai ciechi, agli oppressi la libertà,
a proclamare un anno di grazia del Signore. (Lc 4, 18-19)

Questo brano di San Luca esprime bene l’orientamento della vita del nostro confratello e le convinzioni che lo hanno animato nell’agglomerato di Bordeaux, nel suo ministero in Costa d’Avorio e in terra bearnese, con questo desiderio di farsi prossimo e di portare la Buona Notizia ai poveri, alle persone delle periferie che spesso si sentono lontane dalla Chiesa. È stato l’uomo dell’incontro con gli immigrati che gli hanno fatto scoprire, come diceva, che la differenza diventa ricchezza e che ogni razza, come ogni cultura, è opera dello stesso Spirito di Dio; si è impegnato con le organizzazioni anti-espulsione e le feste dell’ASTI (Associazione di Solidarietà con i Lavoratori Immigrati).

È stato un messaggero della Buona Notizia, per mezzo della radio, animando programmi settimanali e bollettini d’informazione come «Tam-Tam e Balafon» e «La Garbure».

E in tutto questo, è stato religioso-sacerdote del Sacro Cuore di Gesù di Betharram. Nel 25° anniversario di ordinazione, ci diceva che il suo attaccamento a Betharram era come un’eredità di famiglia. Quand’era ancora un fragile bimbo, era stato posto da sua madre sulla tomba di P. Garicoïts. Lo percepì come un gesto di offerta poiché a undici anni, l’anno della canonizzazione del Fondatore, entrò nella Scuola Apostolica.

Come ciascuno di noi, aveva anche dei difetti; le sue convinzioni non las- ciavano sempre spazio a quelle degli altri. Ma, per noi che lo abbiamo frequentato, era un confratello gioioso, pieno di ammirazione e di meraviglia di fronte a questo mondo, benevolo, senza alcuno sguardo severo verso il suo ambiente.

Dopo l’Eucaristia, lo deporremo nel nostro cimitero, di fronte alla Cappella della Risurrezione, dove era stato deposto dalla madre sulla tomba del Fondatore. Oggi la sua offerta, l’offerta della sua vita, è compiuta.

Oggi si compie per te l’incontro con questo Dio d’amore, pieno di tenerezza, di cui sei stato testimone nella tua vita di religioso-sacerdote. “O Maria, eccolo, accoglilo e presentalo al tuo amato Figlio”.

Laurent Bacho scj

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