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27/12/2021

FORLONI Giulio (Padre)

Passirana di Rho, 18 dicembre 1935 – Solbiate Comasco, 22 ottobre 2021 (Italia)

P. Giulio Forloni scj

Dall’omelia di P. Piero Trameri scj per le esequie di P. Giulio

"Abbiamo sentito nel Vangelo di Marco il racconto della giornata tipo di Gesù, che nella sinagoga di Cafarnao insegna con autorità, guarisce un indemoniato e, a casa di Pietro, guarisce la suocera; poi venuta la sera guarisce tanti malati e indemoniati che s’affollano alla porta. Il mattino seguente si alza quando è ancora buio e si ritira in un luogo deserto a pregare.

Ho pensato a questo brano per ricordare P. Giulio, perché credo abbia cercato e sia ben riuscito ad imitare la giornata di Gesù in tutta la sua vita, prima di essere paralizzato dalla misteriosa e terribile malattia che spegne la luce della mente.

La sorella ieri sera mi parlava di P. Giulio come di un “prete sempre di corsa”. (Avete sentito quante volte Marco usa per Gesù l’avverbio “subito”. Così anche P. Giulio: subito, adesso, subito.) Quella del “prete di corsa” è la definizione più azzeccata, per quello che ho potuto vedere anche personalmente negli anni vissuti con lui ad Albiate. Ci chiedevamo come riuscisse a portare avanti in contemporanea l’assistenza ai disabili del “Gruppo Brianza” in un locale e poi di corsa ad offrire spunti di riflessione al gruppo fidanzati da un’altra parte, senza dimenticare di venire a mangiare un boccone in comunità e poi correre a mangiare un altro boccone con i suoi familiari venuti a rendergli visita. Proprio come Gesù a Cafarnao. Consumato d’amore e di zelo per le persone che avevano bisogno e per essere fedele alla missione che gli era stata affidata.

... E capace anche di ritirarsi come Gesù in disparte, magari sulle montagne che amava o nel silenzio del mattino, per pregare, per riflettere e preparare le lezioni o le conferenze per i tanti giovani che ha incontrato nel mondo della scuola e dell’associazionismo, in particolare di Comunione e Liberazione, e nelle numerose parrocchie della Brianza in cui ha svolto il suo ministero sacerdotale. Pronto ad ogni chiamata, capace di ripetere sempre con i fatti l' "Eccomi, manda me”, ricordato da Isaia nella prima lettura e pilastro della spiritualità betharramita.

Solo chi aveva fatto proprio nel profondo del cuore lo slancio del Verbo Incarnato poteva ripetere “Eccomi, manda me” quando nel 1991, la nostra famiglia religiosa aveva deciso di avviare a Monteporzio Catone sui Castelli romani l’esperienza di una “Casa Famiglia” per malati di aids, soli e abbandonati dalle famiglie. Ricordo come ieri quando, in una riunione del Consiglio Provinciale, mentre si cercava un volontario per questo servizio agli ultimi più ultimi, P. Giulio disse: “Sono pronto, per questa nuova chiamata”. Faceva parte anche lui del Consiglio Provinciale e disse: “Occorre che qualcuno di noi dia l'esempio. Eccomi, vado io”. Andava incontro all’ignoto, armato solo della sua obbedienza e del suo abbandono alla volontà del Signore, come Abramo, e del suo amore per chi aveva più bisogno. “Dio ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli” ci ha ricordato San Giovanni nelle seconda lettura. “Non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità”.

E il “prete di corsa” è partito subito, con la bisaccia del pellegrino, e per 27 anni ha fatto la spola tra Roma e la Brianza per visitare gli amici, per raccontare i bisogni dei malati, per raccogliere fondi per l’opera, capace di coinvolgere tutti con il proprio entusiasmo e la carica di chi ha donato totalmente la vita per la causa del Vangelo. Al ritorno lo aspettavano i turni di notte vicino ai malati e poi ancora, durante il giorno i servizi più umili e poi il servizio alla parrocchia, i gruppi di fidanzati, l’ascolto paziente e illuminato della Parola con la A maiuscola per chiunque avesse bisogno.

Il nostro Fondatore, San Michele Garicoits, sognava un gruppo di preti che, come un campo volante di soldati scelti, fossero pronti a correre ovunque ce ne fosse bisogno. Credo che P. Giulio abbia realizzato pienamente questo ideale.

Negli ultimi anni, ironia della sorte o mistero imperscrutabile, il prete che aveva corso l’intera vita con una vitalità inimmaginabile, a servizio di tanti bisognosi, fedele fino in fondo al mandato ricevuto, si è dovuto fermare lentamente, come un motore usurato che rallenta lentamente i suoi giri, privato del dono di godere almeno un poco dei frutti di tanto lavoro, chiuso in un silenzio doloroso, capace però... di dispensare ancora... almeno qualche timido sorriso a chi lo visitava.

Il Signore della vita lo ha accolto ora tra le Sue braccia tenerissime e gli ha ridonato certamente la luce della mente e del cuore per gustare i doni che Lui prepara nel mondo rinnovato. Siamo qui per ringraziarlo di questo e per ringraziare del dono prezioso che ha riservato a ciascuno di noi attraverso la vita, l’esempio, la testimonianza e l’amicizia di P. Giulio. È un dono che, ne sono sicuro, porteremo tutti gelosamente nel cuore."

P. Piero Trameri scj
Vicario Regionale

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