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15/07/2015

Le nostre case di formazione

La vita spirituale nei nostri quattro scolasticati

Le nostre case di formazione

L’entrata nello scolasticato segna il primo impegno propriamente detto nella Congregazione. Questi anni, che devono essere almeno tre, condurranno a una decisione definitiva, qualunque essa sia. Per il momento, l’iniziazione a questo nuovo stato di vita continua, si intensifica, si consolida, a Belo Horizonte, a Mangalore, a Adiapodoumé e a Sampran.

In questo numero di luglio, tre maestri degli scolastici evocano il loro approccio alla formazione perché la vita spirituale dei giovani che sono loro affidati possa crescere, rafforzarsi, realizzarsi.

 

Padre Mauro H. Ulrich de Oliveira scj

Nello Scolasticato Regionale “Sacro Cuore di Gesù” a Nuova Granada, Belo Horizonte, la dimensione spirituale e il carisma betharramita sono vissuti in maniera ordinaria, nel quotidiano della comunità religiosa. Lungo la giornata viviamo tre momenti di preghiera comunitaria: le Lodi, il rosario e la messa quotidiana, con un breve momento di meditazione personale come preparazione; il giovedì, che precede il primo venerdì del mese, con la comunità parrocchiale facciamo l’adorazione al Santissimo Sacramento; inoltre il primo fine settimana di ogni mese, un momento di spiritualità dal venerdì sera fino al sabato mezzogiorno. Anche durante le riunioni comunitarie del sabato, ogni quindici giorni, cerchiamo di studiare insieme alcuni documenti della Congregazione o del Magistero della Chiesa che toccano temi vicini ai nostri programmi di studenti di teologia.

Inoltre, come itinerario per esprimere la nostra preoccupazione per la dimensione spirituale della Vita Religiosa, abbiamo deciso di fare, una volta all’anno, otto giorni di Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio, all’inizio dell’anno accademico, oltre al Ritiro annuale del Vicariato.

Bisogna considerare anche l’aspetto meno visibile di questa dimensione, nella disponibilità per la cura degli infermi (P. Enrique Lasuen, con i suoi 93 anni, P. Joseph Mirande e P. Sebastião do Nascimento) come pure l’accompagnamento pastorale di alcuni movimenti ecclesiali, nell’arcidiocesi e nella parrocchia e il servizio ordinario alla comunità, quali l’economato, la spesa, la dispensa, il servizio di autista, la cucina, etc …

Scolasticato di Belo Horizonte

Quelli citati sono gli elementi principali per favorire l’approfondimento dell’esperienza del carisma della Congregazione. Potrei citare come elementi molto utili anche il dialogo sincero e trasparente (formale, negli incontri personali o nelle riunioni comunitarie, o informale negli incontri spontanei) tra i membri della comunità, senza paura del confronto, nella ricerca del bene comune e nella sequela di Cristo.

Senza dubbio, il confronto con la realtà della parrocchia, così come altre attività nell’arcidiocesi, siano esse in ambito ecclesiale o meno, sono temi di riflessione costante, di scambio di esperienze e di preghiera.

 

Padre Stervin Selvadass scj

Gesù continua a essere fonte di ispirazione per molti giovani semplici, ma pieni di entusiasmo e di zelo per la famiglia di Betharram. L’obiettivo della nostra formazione spirituale è quello di aiutare ogni fratello a “cercare, vedere, toccare, gustare e condividere” la Parola che si è fatta carne e ha abitato in mezzo a noi. Per me, la nostra dimensione spirituale poggia su questi due pilastri. Primo, come leggiamo nella Dottrina Spirituale 149, “Dove si impara la legge interiore d’Amore? Nella preghiera e nell’orazione”. Da qui l’importanza della preghiera quotidiana, l’Eucaristia, la lettura delle lettere di san Michele, la Lectio Divina, e la lettura delle vite dei Santi etc. Questo è un elemento importante anche per la nostra cultura: ogni ‘sishya’ (Discepolo) siede ai piedi del ‘Guru’ (Maestro) per prepararsi ad affrontare il mondo.

P. Stervin con gli scolastici di Mangalore

Per questo la preghiera non è un perdere tempo invece di dedicarlo, insieme alle nostre energie e a tutto quello che siamo, per il Signore che è il nostro unico Guru Divino. Invece, è proprio questa intimità personale che conduce al secondo aspetto della dimensione spirituale, cioè Amore per la sua Chiesa, passione per la Sua gente e spirito di appartenenza alla Congregazione. La nostra preghiera è sempre nutrita da quelle parole di San Michele Garicoits, quando dice “Datemi un cuore che ami veramente! Crede, gusta le cose di Dio … L’amore … ecco la molla segreta … Se manca non c’è nulla da fare” (DS 111-112). Certo, non siamo perfetti; si tratta di una conquista ottenuta gradualmente. È questo amore divino che ci spinge in ‘avanti’ nel nostro ministero pastorale domenicale e nel nostro impegno sociale lungo la settimana, come le visite alle case di riposo per anziani, agli orfanotrofi e alle case per emarginati che si trovano a Mangalore e nei dintorni.

 

Padre Sylvain Dansou Hounkpatin scj

Il nostro scolasticato di Adiapodoumé è un’entità di un insieme più ampio che costituisce la casa di formazione di Adiapodoumé. Questa accoglie i pre-postulanti (6), i postulanti (4), gli scolastici (6) e i religiosi professi perpetui ( 4). In questo insieme, lo scolasticato occupa un posto di rilievo perché tocca anzitutto ai religiosi scoprire, assimilare e poi approfondire l’essenza dell’identità del religioso. Spetta a loro, per primi, riprodurre e manifestare lo slancio del Cuore di Gesù, Verbo Incarnato mentre dice al Padre: “Eccomi”. Tutta la vita spirituale dello scolasticato di Adiapodoumé tende a questo obiettivo: conformarsi alle virtù del Sacro Cuore. Si tratta per ogni religioso di unificare la propria vita fondandola sul carisma della Congregazione.

Con gli scolastici di Adiapodoumé

Per arrivare a ciò, ogni religioso è invitato alla fedeltà all’orazione quotidiana e personale per radicarsi nella preghiera, la Parola di Dio meditata. Questo dialogo cuore a cuore, della durata di almeno mezzora, avviene sia prima dell’ufficio delle Lodi, sia prima dei Vespri. La partecipazione attiva alle preghiere comunitarie è un’esigenza della nostra vita spirituale. L’eucaristia quotidiana, celebrata alle 6.15 del mattino o alle 18.30 in occasione delle solennità o delle messe in onore dello Spirito Santo (per rispondere al desiderio di Santa Maria di Gesù Crocifisso), occupa un posto centrale nella vita della casa. È la sorgente e il culmine della nostra vita cristiana e religiosa. L’adorazione eucaristica del giovedì ( alle 18) è un momento importante durante il quale ci mettiamo ai piedi del Maestro per adorarlo, contemplarlo, lasciando che ci parli del suo amore. Questo accresce il desiderio di seguire Gesù, il desiderio di un cambiamento di vita, il desiderio di incontrare Dio, quel Dio che dà senso alla mia vita.

L’accompagnamento spirituale proposto agli scolastici almeno una volta al mese diventa il luogo del discernimento dell’azione di Dio nella vita del religioso. Il discernimento di una vocazione, di cui l’accompagnamento spirituale è un elemento, non è il luogo di un resoconto delle conversazioni formatore-candidato. Lo scopo è di accompagnare per un periodo, per quanto breve, nel “mistero di una vita”. Gli scolastici sono invitati a vivere questo mistero nell’apertura e nella fiducia. Un ritiro mensile ci permette di rileggere la nostra vita religiosa alla luce del carisma della nostra Congregazione. I testo (nella nuova edizione) della dottrina spirituale favorisce un’assimilazione più approfondita della nostra spiritualità. Alcune condivisioni fraterne in occasione dei ritiri permettono di accogliere le gioie, le attese, le paure … per affidarle a colui che ci unisce nel suo Sacro Cuore. Una volta al mese facciamo la lectio divina per - come dice san Michele Garicoits - “gustare le cose di Dio … ruminare e gustare la Parola Santa”. L’editoriale del Superiore Generale è oggetto di narratio fidei. I religiosi sono invitati ad accostarsi almeno una volta al mese al sacramento della Riconciliazione.

Bisogna sottolinearlo: c’è la necessità di una maggiore appropriazione del carisma della nostra congregazione, il quale non può ridursi alla semplice ripetizione o recitazione di qualche motto o espressione ben nota … Abbiamo davvero bisogno di incarnare il carisma di San Michele nella nostra cultura e nella nostra società. Come se ogni religioso del Sacro Cuore dovesse oggi rivivere la vita di Padre Garicoits, la vita del Cristo; la vita religiosa è essa stessa come un gioco sacro di imitazione di Cristo. La regola del gioco è l’imitazione di Cristo povero, casto e obbediente. Per noi religiosi africani, riappropriarci della lotta spirituale di Michele Garicoits, del suo carisma in quella che è chiamata una fedeltà creativa: ecco qual è oggi la posta in gioco e la sfida. Mi pongo a volte la domanda circa l’essenza del nostre essere religiosi betharramiti africani … Cosa ci rende diversi dagli altri? Religiosi e diocesani? Come continuare a crescere vivendo del carisma della Congregazione? La vita religiosa non è forse un presente-al-mondo? Una presenza al mondo? In che modo il religioso betharramita del nostro scolasticato, si inserirà nel contesto sociale e culturale come un testimone significativo, efficace e fedele senza lasciarsi contaminare dallo spirito del mondo? Il rischio è grande quando i valori che possono favorire un appello alla vita religiosa vengono meno: si ha paura dell’impegno, delle esigenze; il lassismo diventa norma, la sicurezza materiale che la vita religiosa non garantisce … La fragilità delle persone che vogliono consacrarsi a Dio. Tutto questo ha un suo impatto sulla dimensione spirituale della nostra vita religiosa.

[P. Jiraphat Raksikhao scj, maestro degli scolastici a Sampran (Thaïlandia), non ha potuto rispondere alle nostre domande in questo mese, ma lo ritroveremo sicuramente il mese di settembre per un nuovo sguardo sulla formazione nello scolasticato. Cogliamo l’occasione per salutare lui e i nostri scolastici thailandesi.]

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