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15/07/2015

La Parola del Superiore Generale

Guardare al passato con gratitudine e umiltà

Bétharram (Foto Stockli)

È un modo per prendere coscienza di come si è vissuto il carisma lungo i tempi, la creatività che ha dispiegato, le difficoltà che ha dovuto affrontare e come sono state superate. Si potranno scoprire incoerenze, frutto della debolezza umana, e a volte persino la dimenticanza di alcuni aspetti essenziali del carisma” (Francesco, Lettera apostolica a tutti i consacrati (I,1), del 21 novembre 2014)

Loda il Signore, anima mia, per il dono di San Michele Garicoits: per la sua persona, la sua vita, la sua epoca, la sua esperienza di incontro con “Gesù annientato e obbediente”, per la sua decisione di conformarsi a lui e di continuare la sua missione nelle missioni popolari e nell’educazione dei bambini e dei giovani. Per i primi compagni di san Michele: Guimón, Chirou, Fondeville, Perghilhem, Larrouy, che hanno creduto nella novità carismatica della sua esperienza e l’hanno condivisa con entusiasmo. E per l’ardore missionario degli inizi, che nel 1856, durante la vita del Santo fondatore, li ha portati fino a Buenos Aires e a Montevideo.

Perdono, Signore, per le resistenze allo Spirito Santo presenti in coloro che vedevano nell’opzione per l’educazione una minaccia al progetto delle missioni popolari e in quelli che approfittavano della diversa visione del Vescovo e ne facevano un motivo di divisione della comunità.

Loda il Signore, anima mia, per la dedizione e la guida di Padre Augusto Etchécopar, i cui scritti ci aiutano a conoscere meglio il fondatore e il suo carisma. La Congregazione riceve nuovo vigore con l’approvazione della RdV da parte della Santa Sede. Con lui, che raccoglie i suoi “pensieri” e le testimonianze sulla vita del fondatore, il processo di canonizzazione del nostro Padre San Michele riceve un forte impulso. Al suo tempo (1879), confidando nella sapienza di Santa Maria di Gesù Crocifisso, si fondò la residenza e lo scolasticato di Betlemme.

Loda il Signore, anima mia, perché attraverso l’espulsione dalla Francia nel 1903, “Dio ci ha dispersi per essere seminati” (P. Estrate) in Spagna, Italia e Inghilterra, dove il carisma ha dato i suoi frutti, e in Belgio, dove il ramo non ha attecchito. Questo fatto doloroso ha permesso anche il rafforzamento della missione educativa in Argentina, Uruguay e Paraguay...! Quanto impegno dei religiosi del Sacro Cuore per formare cittadini responsabili e cristiani impegnati!

Perdono, Signore, perché accanto al tanto bene realizzato nell’educazione in Argentina, Uruguay e Paraguay, ci siamo lasciati sedurre dalla “grandeur” del prestigio e dal rendimento economico delle opere, a cui molte volte si subordinava l’autenticità della vita consacrata. Perdono perché si arrivò a proibire ai religiosi di fare la proposta vocazionale agli alunni, per evitare che i genitori li ritirassero dal collegio.

Loda il Signore, anima mia, per l’avventura missionaria verso Oriente, fino in Cina, nel 1922, dei padri Pirmez, Etchart e Palou che già erano missionari in Argentina e Paraguay. Per la persecuzione ed espulsione dalla Cina nel 1951, un fatto tragico, che ci ha trapiantato in Tailandia, dove i nostri missionari hanno realizzato un lavoro prezioso di evangelizzazione nella diocesi di Chiang Mai, soprattutto con la tribù dei Kariani.

Loda il Signore, anima mia, per la beatificazione di san Michele Garicoïts nel 1923 e per la sua canonizzazione nel 1947; con esse, la Chiesa riconosce la santità del nostro Padre fondatore, l’autenticità del carisma, la fraternità e la missione della nostra Congregazione.

Loda il Signore, anima mia, perché in quel periodo ha luogo l’organizzazione della Congregazione in Province, per venire incontro a una necessità: si erano aperte molte comunità al servizio delle nuove missioni, perché il numero dei religiosi era aumentato: si arriva in Brasile (1935), si apre nell’Africa settentrionale prima, Casablanca (1940) e Sidi-bel-abbés (1949) e poi nell’Africa sub-sahariana a partire dal 1959, Katiola. Di quest’epoca è anche la chiamata a lavorare per la formazione dei sacerdoti nei seminari di Auch, Gerusalemme, San Juan de Cuyo e Rosario.

Perdono, Signore, perché le Province create si sono chiuse in se stesse, rendendo difficile la comunicazione, la condivisione delle vocazioni, delle persone e dei beni. Perdono, Signore, anche per le invidie, le lotte di potere e le difficoltà nell’accettare e rispettare le differenze culturali.

Loda il Signore, anima mia, per la missione realizzata nelle parrocchie a partire dalla fondazione, nel 1909, di quella del Sacro Cuore di Droitwich. Quanto impegno perché Gesù Cristo sia più conosciuto, amato, imitato, testimoniato e annunciato! Quanto lavoro per edificare la comunione ecclesiale! Quanto tempo dedicato alla predicazione, alla catechesi per approfondire la Parola di Dio! Quanti momenti di celebrazione dei sacramenti perché i discepoli si potessero incontrare con il loro Maestro! Quante energie profuse nel coltivare la carità, facendo di tutto per soccorrere i poveri! Quanto tempo dedicato all’incontro con le persone!

Perdono, Signore, perché molte volte, presi dal lavoro pastorale delle parrocchie, non abbiamo dato importanza alle esigenze della spiritualità, della fraternità, della povertà e dell’obbedienza. Perdono anche perché non ci siamo resi conto che veniva meno l’identità carismatica e l’appartenenza alla Congregazione, ed era un ostacolo all’attrattiva vocazionale.

Loda il Signore, anima mia, per tutto quello che Bétharram ha vissuto nel momento del Concilio: il centenario della morte del Santo Fondatore, il sondaggio che ha coinvolto tutta la Congregazione, la commissione interprovinciale, il capitolo di rinnovamento, la RdV del 1969, la sessione sul carisma a Bétharram in occasione dei 150 anni di fondazione della Congregazione. Grazie anche per le fondazioni nella Repubblica Centrafricana e in India, apertura verso le nuove povertà con la Casa famiglia di Monteporzio per malati terminali affetti da AIDS.

Perdono, Signore, perché a volte, senza rendercene conto, in tutto il lavoro di rinnovamento richiesto dal Concilio, le ideologie contavano più del Vangelo. Chiediamo perdono perché l’attaccamento ad alcune presenze ci ha tolto la libertà missionaria.

Loda il Signore, anima mia, per il dono di numerosi laici che, grazie al Concilio, condividono con noi il carisma e la missione, e ci sostengono per affrontare situazioni difficili, anche dal punto di vista economico.

Perdono, Signore, per la mancanza di apertura nel rapporto con i laici, perché molte volte non sappiamo come fare per arrivare a una maggiore condivisione della spiritualità e della missione, nel rispetto dell’originalità di ogni vocazione.

Gaspar Fernández Pérez, scj
Superiore Generale

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