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12/06/2015

Vita della Congregazione (1)

Una vita contemplativa piena

Vita della Congregazione (1)

La vita di Mariam Bawardi ha il sapore di un romanzo di avventura: orfana a 3 anni, in fuga a 13 anni per non rinnegare la sua fede, lavora come domestica là dove la conduce la Provvidenza: Alessandria, Gerusalemme, Beyruth, prima di arrivare a Marsiglia. E questo non è che l’inizio della storia! Ma quello che emerge oltre l’aneddotica, è una religiosa dal carattere molto forte e determinato messo al servizio dell’obbedienza e dell’umiltà.

 

Questa suora carmelitana palestinese è stata canonizzata a Roma il 17 maggio. Era stata beatificata il 13 novembre 1983. Perché la diocesi di Bayonne si interessa a Mariam Bawardi, figlia di Galilea, nata il 5 gennaio 1846 a Abellin, presso Nazareth e morta nel carmelo di Betlemme il 26 agosto 1878 a 33 anni? Semplicemente perché ha vissuto 6 anni della sua breve vita a Pau, nel carmelo del Sacro Cuore, diventato nel 1969 casa Saint-Michel con i religiosi di Bétharram.

Mariam è il suo nome di battesimo. I suoi genitori avevano fatto la promessa di darle questo nome in occasione di un pellegrinaggio alla grotta della natività di Betlemme dove si erano recati, disperati, dopo che i loro primi 12 bambini erano morti quando ancora erano nella culla. Un altro bambino nacque l’anno dopo, Boutros. Mariam resta orfana di padre e madre a 3 anni e viene affidata a uno zio, commerciante ad Alessandria, in Egitto.

A Pau riceve il nome da religiosa «Maria di Gesù Crocifisso»; varca la soglia del carmelo il 15 giugno 1867. Il suo nome indica tutte le sofferenze che lei ha condiviso con Gesù Salvatore, comprese le stigmate alle mani e ai piedi, sul costato e sulla fronte. Il 24 maggio 1868, nell’eremitaggio «Madonna del Monte Carmelo» che si trova nel giardino del carmelo, riceve il dono di un raro fenomeno mistico: la transverberazione del cuore, come la riformatrice del carmelo, Teresa d’Avila. Si tratta di una comunione d’amore con il Signore così intenso da causare un ferita nel cuore. Dopo la sua morte, infatti, quando il chirurgo estrarrà il suo cuore, constaterà la presenza della cicatrice; Mariam voleva che il suo cuore fosse riportato a Pau «la sua casa paterna».
In mezzo a tante sofferenze Mariam dà prova di umiltà, obbedienza e amore anche quando la comunità si meraviglia delle sue estasi e delle sue predizioni, che si rivelano esatte.

La vita di clausura di Pau non è per lei una vita fuori dal mondo. Ben presto sente una chiamata missionaria per andare a fondare un carmelo a Mangalore, in India; lascia Pau il 21 agosto 1870 con altre cinque carmelitane e tre religiose del Terz’ordine Carmelitano appena fondato a Bayonne da Madre Veronica che è stata un aiuto particolare per Mariam. Tre delle sue compagne muoiono durante il viaggio. Il 21 novembre 1871, emette i primi voti religiosi. Ben presto intorno a lei si crea un clima di sospetto, a causa, soprattutto, delle possessioni diaboliche di cui è vittima; viene rimandata a Pau nel settembre 1872. Sarà molto più tardi che la superiora dell’India la riabiliterà: «Desidero di tutto cuore che tutti sappiano che a Mangalore ci siamo sbagliati».

Questo allontanamento dall’India è permesso da Dio stesso affinché la Provvidenza continui a realizzare il suo progetto grazie a questa giovane carmelitana che non è nemmeno in grado di leggere correttamente i salmi in francese e in latino. Rientrata a Pau, comincia a intravedere il progetto di una fondazione di un carmelo a Betlemme. Sarà sostenuta da Padre Estrate, religioso di Bétharram, suo confessore, il quale le trova una benefattrice per finanziare la realizzazione di questo progetto, Berthe Dartigaux, figlia unica del presidente della Corte di Pau. Ma bisogna prima che Mons Lacroix (Vescovo di Bayonne dal 1838 al 1878), inoltri una richiesta a Roma. La lettera viene redatta nello stesso eremitaggio “Madonna del Monte Carmelo”.

Mariam insiste presso il vescovo perché il canonico Bordachar, superiore del collegio di Mauléon e dei Domenicani, sia inviato a Roma; come per incanto il Papa Pio IX dà la sua autorizzazione il 16 maggio 1875.

Il 20 settembre, sette carmelitane partono per Betlemme, accompagnate da Berthe Dartigaux, dal canonico Bordachar e da Padre Estrate. Al loro arrivo, è un volo di colombe a indicare il luogo dove costruire il carmelo, proprio come era stato promesso a Mariam durante una visione.

È lei l’architetto del monastero e il capocantiere, essendo la sola a conoscere la lingua araba, necessaria per parlare con gli operai. Prima ancora del termine dei lavori, riceve una chiamata divina per fondare un carmelo a Nazareth. In occasione di una visita, viene acquistato il terreno, ma il carmelo vi sorgerà solo 30 anni più tardi. Durante il viaggio verso Nazareth, grazie a una rivelazione, Mariam indica il luogo dove Gesù si era assiso a mensa con i due discepoli; questo avvenne a Amwas, vicino a Latroun. Dopo diversi anni, viene portata alla luce una basilica del III secolo, una delle più antiche di Terra Santa.

Prima di lasciare Pau, aveva ricevuto una rivelazione, secondo la quale non avrebbe visto il completamento della costruzione del carmelo di Betlemme. Il 22 agosto 1878, mentre porta due secchi di acqua fresca agli operai, cade e si procura una frattura al braccio sinistro; subentra la cancrena e il male si aggrava. Mariam muore il 26 agosto esclamando: «Gesù mio, misericordia».

Colei che si definiva con molta umiltà come «il piccolo nulla», Santa Maria di Gesù Crocifisso, è un modello perfetto di umiltà e di obbedienza: “In cielo si incontrano molti vizi, ma non l’orgoglio. Nell’inferno, si incontrano molte virtù, ma non l’umiltà”.

A Pau siamo molto contenti di onorare questa santa canonizzata alcuni giorni fa; ci ricorda la grande solidarietà che siamo invitati a vivere con i cristiani del Medio Oriente che devono affrontare la persecuzione. (…)

La cappella dell’ex carmelo (casa Saint-Michel) e l’eremitaggio restano i due luoghi significativi dove possiamo accogliere il messaggio evangelico delle beatitudini trasmesso da questa carmelitana della Galilea; sono aperti tutti i giorni dalle 8 alle 19. Dietro sua richiesta, una messa in onore dello Spirito Santo è celebrata il secondo martedì do ogni mese, alle 19. Da 45 anni, i religiosi di Bétharram sono presenti nell’ex carmelo.

Laurent Bacho, scj

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