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Gustavo India
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12/06/2015

In memoriam...

Padre Henri LATASTE scj * Padre Bruno IERULLO scj

Paesaggio di Calamuchita

Padre Henri LATASTE scj
Captieux (Francia), 10 febbraio 1928- Parigi (Francia), 10 maggio 2015

Omelia nella parrocchia Saint-Pierre du Gros Caillou (Parigi) il 15 maggio di Padre Richard Escudier

Oh! se si potesse costituire una società di Preti che abbia come programma lo stesso programma del Cuore di Gesù...! Questi preti formerebbero un vero campo volante di soldati scelti, pronti ad accorrere al primo segnale dovunque l’obbedienza chiami, anche e soprattutto nei ministeri più difficili e dove gli altri si rifiutano di andare!

Non direi che padre Henri Lataste abbia voluto andare a Saint-Pierre du Gros Caillou (Parigi), là dove altri non volevano andare!… Ma è un fatto che questo generoso servitore di Dio ha conosciuto questo quartiere per più di 50 anni, dedicandosi al servizio della parrocchia, di La Rochefoucauld e delle famiglie di questo quartiere. Questa mattina ci uniamo al dolore della sua famiglia e alla preghiera di tutti quelli che l’hanno conosciuto e amato.
Possiamo solo ringraziare che il suo ritorno al Padre e la celebrazione dei suoi funerali abbiano luogo al momento dell’Ascensione. Con lo sguardo rivolto al cielo, siamo consapevoli che le realtà della terra sono trasfigurate dalla luce della Gloria di Dio e del Cristo risorto. Contemplando Colui che è ora seduto alla destra del Padre, i credenti accolgono la speranza che l’amore di Dio ha definitivamente illuminato il mondo. «Beati i puri, quando non vedono Dio, lo sentono. Beati i puri, Dio si mostra a loro … parla loro» … Marthe Robin ha espresso in queste parole del suo Diario (27 febbraio 1930) quello che Henri Lataste ha realizzato nel suo cuore sacerdotale: ha celebrato durante tutta la sua vita sacerdotale l’Eucaristia nella fede nell’invisibile. San Leone Magno scriveva: «Alla frazione del pane gli occhi dei convitati si aprono. Hanno una gioia ben maggiore, loro che vedono la manifestazione della glorificazione della loro natura umana.» Sì, è con gli occhi spalancati della fede che Henri Lataste ha celebrato il mistero di Gesù al servizio dei suoi fratelli.

Alcuni potrebbero dire che tutto questo è misticismo! Ma la vita di un prete deve essere mistica. O non è affatto. Padre Lataste lo ha dimostrato con discrezione, compiendo il suo dovere soprannaturale con tutti. A contatto con lui, molti hanno capito che il susseguirsi dei giorni non è vuoto di eternità. La speranza cristiana è accessibile ai cuori semplici la cui esistenza è stata afferrata dal Buon Dio. Quelli che hanno attraversato momenti difficili e che hanno beneficiato del suo ministero ne sono consapevoli più degli altri. Poiché Padre Lataste frequentava regolarmente il Foyer di carità della Flatière, riprendo queste parole di padre Jaques Ravanel che ne è il fondatore: «La vita di fede non si alimenta con i dubbi, ma con certezze inevidenti».

Si può allora entrare in quello che bisogna chiamare il mistero della vocazione particolare di ciascuno, come lo descriveva Marthe Robin che ebbe l’intuizione dei Foyers di carità: «O Dio, accendete in me un fuoco più vigoroso, un fuoco nuovo, infiammate la mia anima con i più vivi ardori dello Spirito Santo per volare con grande generosità verso tutte le esigenze della mia vocazione e per agire unicamente secondo i vostri desideri nella situazione in cui mi vuole il vostro amore.» (giugno 1933) «Verso tutte le esigenze della mia vocazione» … La vocazione di Henri Lataste è stata quella dove Dio l’ha posto e dove lui ha compiuto la sua volontà. (...)

Il suo ministero a La Rochefoucauld e all’Alma, il suo accompagnare tanti fidanzati e tante famiglie al battesimo dei loro bambini, la sua presenza presso persone all’età della pensione attestano la bellezza della vita plasmata da Dio; e la sua presenza presso i parrocchiani nei momenti difficili del lutto testimonia in questo giorno la tenerezza delicata di un Dio che rimette in piedi le anime.

L’itinerario unico di Padre Lataste ha espresso in modo singolare , grazie alla sua vocazione come direttore d’anime, quello che san Michele Garicoïts aveva già espresso nel suo sogno premonitore. Questo santo missionario metteva in pratica nel 19°secolo l’arte delle arti che consiste nel guidare le anime per condurle verso Dio. (...) Fino alla fine, P. Lataste ha voluto credere che domani lo si sarebbe visto pronto per la sua missione infaticabile, a piedi o sul suo solex! La Provvidenza ha voluto che raggiungesse il compimento di una vita vissuta in pienezza. La porta adesso si chiude nell’ora vespertina dove ha vegliato per ascoltare qualche confidenza nel suo studio di ricevimento. Il raggio di luce si è spento, ha raggiunto gli angeli; come loro, guardiano fedele, ne siamo certi, sta vegliando.

 

Padre Bruno IERULLO scj
Vallelonga (Italia), 21 marzo 1943 - Buenos Aires (Argentina), 2 giugno 2015

Padre Bruno Ierullo nacque a Vallelonga, Calabria, il 21 marzo 1943. All’età di 11 anni emigrò in America con la sua famiglia: padre, madre e cinque fratellini. Fin da bambino aiutò i suoi genitori in piccole attività, con la vendita di verdure al mercato e lucidando scarpe a Avellaneda. Dopo due anni, la sua famiglia, alla quale p. Bruno fu sempre molto legato, si stabilì a Wilde, distretto di Avellaneda, dove vive tuttora. Entrò nell’Apostolicato Betharramita di Barracas a 13 anni e lungo gli anni maturò la sua vocazione. Fece il noviziato nel seminario maggiore a Villa Betharram di Adrogué. Fece i suoi studi a Rafael Calzada con i padri del Verbo Divino e si laureò in Filosofia e in seguito in Teologia. Fu ordinato sacerdote nella Cappella della Sacra Famiglia (Betharram) a Adrogué, nel 1969. Svolse il suo ministero come religioso-sacerdote dapprima a Villa Betharram percorrendo i quartieri popolari, sempre attento alla catechesi dei bambini e al servizio ai più poveri. Qui, riunì un gruppo di giovani, coppie di fidanzati e di sposi che lo aiutarono a dare corpo al suo sogno: la “Casa del Niño Nuestra Señora de Betharram”, che ha fondato più di 40 anni fa. Negli anni Settanta fu catechista e direttore spirituale nel Collegio San José di Buenos Aires. Nel 1978, fu destinato al Collegio Sacro Cuore di Rosario come Rettore del Corso Secondario, incarico che svolse fino al 1990. Nel 1991 fu nominato Superiore Provinciale della Provincia del Rio della Plata (Argentina e Uruguay), funzione che svolse per due mandati fino al 1998. In quel periodo fu Direttore Generale del collegio San José di Buenos Aires. Furono anni difficili, di aspri contrasti e di grande impegno a favore dell’educazione. Partecipò come rappresentante dell’Educazione per la provincia di Santa Fe nella Convenzione Costituente nel 1993. Fu un missionario instancabile, ogni estate, a Catamarca e a Santiago del Estero. Nel 1999 fu nominato Consigliere Generale (per due mandati) e Coordinatore per l’America Latina. Rimase in Argentina con il ruolo di Responsabile della pastorale nei Collegi Sacro Cuore e San Michele Garicoits di Martín Coronado per due anni. Nel 2001 ritornò alla sua cara città di Rosario per risiedervi come religioso responsabile della pastorale fino a oggi. Diventò il “prete del collegio” per decine di “genitori, figli e nipoti”. Numerosi campeggi, ascensioni al Champaquí, escursioni nella sua amata Calamuchita, a Bariloche, tutte attività alle quali si univa come uno dei tanti: organizzava ogni dettaglio, cucinava, celebrava la messa, confessava, aggiustava le cose che si rompevano, curava le ferite, e, facendo la spesa, era attento alle necessità di tutti …

P. Bruno Ierullo ci ha lasciato all’età di 72 anni compiuti, dopo una malattia affrontata con coraggio, assistito dai medici con amorevole cura. Tuttavia, ultimamente un grave episodio aveva seriamente compromesso la sua salute e lo aveva costretto al ricovero nell’ospedale Britannico in questi ultimi 15 giorni.

Questo è solo un abbozzo di un’esistenza molto feconda, - difficile da riassumere in poche parole - di un religioso sacerdote betharramita che lasciò tutto per rendere più presente il Regno di Dio là dove era stato chiamato. Dotato di una straordinaria sensibilità umana e di un grande amore per la Congregazione e per i bambini, per i giovani e per le famiglie che accompagnò come padre e pastore, con fermezza e premura instancabile; la sua dipartita lascia un grande vuoto nel cuore, vuoto che solo potrà colmare la certezza di una salda speranza che p. Bruno, per la misericordia di Dio, già sta godendo del riposo eterno nella Betharram del cielo.

Gustavo Agín scj

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