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Thailandia Assemblea 1
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12/06/2015

Vita della Congregazione (2)

Cosa mi dice santa Maria di Gesù Crocifisso

Vita della Congregazione (2)

La congregazione di Betharram occupa un posto essenziale nelle lettere di Mariam. Nella sua lettera del 30 giugno 1878, scrive dal Carmelo di Betlemme a Padre Etchécopar …: «Su tutti i Luoghi santi dove abbiamo pregato, ho pregato per Bétharram, per lei caro padre, e per tutti i cari fratelli. Ovunque ho chiesto la grazia che divengano tutti santi.» Anche Mariam invita tutti noi a intraprendere la strada che conduce alla santità.

Rimaniamo meravigliati nel vedere i legami che esistono tra Bétharram e Santa Maria di Gesù Crocifisso. La storia è ricca di questi legami. I biografi più documentati sono Religiosi di Bétharram che restano dei riferimenti; i Padri Estrate, Buzy e Brunot hanno trascorso tanti anni in Terra Santa e hanno trasmesso alla congregazione un affetto particolare per Mariam. Anche le nuove generazioni accolgono con gioia la sua testimonianza; a lei è dedicata una chiesa in Brasile; come pure la cappella della comunità della casa di formazione di Adiapodoumé, costruita nel 1995; lo scolasticato di Mangalore respira l’aria del suo passaggio in India. Certo, la comunità di Pau dal 1970 è custode attenta della sua devozione, dopo che la nostra congregazione ha fatto la scelta di essere l’animatrice di questo ex carmelo dove Mariam ha trascorso circa sei dei suoi dieci anni di vita come carmelitana.

Avendo avuto la grazia di celebrare per molti anni sia nella cappella di Adiapodoumé, sia al carmelo di Betlemme e di vivere ora nella sua casa di Pau, rimango sempre più ammirato davanti al messaggio evangelico che la santa ci trasmette. La sua canonizzazione in questo anno dedicato alla vita consacrata mi invita ad approfondire il suo messaggio.

Si tratta di una chiamata a consacrarmi totalmente al Signore uscendo da me stesso, come raccomanda la spiritualità del carmelo. Per questo, mettere il Signore al centro della mia vita, senza accontentarmi di una regolarità ai tempi di preghiera e impegnarmi a progredire in un «cuore a cuore» con il Signore per appropriarmi ogni i giorno un po’ di più dei sentimenti del Cuore di Gesù che sono il fondamento del nostro essere religiosi di Bétharram. La fiducia assoluta in Dio da parte di Mariam è per me motivo di grande ammirazione: quanto cammino da fare in questa direzione!

L’umiltà è stata la sua qualità fondamentale, frutto della sua fiducia in Dio. Sono cosciente che si tratta del cammino che anch’io sono chiamato a percorrere seguendo Gesù «mite e umile di cuore». Ma devo riconoscere la presenza di resistenze nel diventare questo «piccolo nulla», perché in me c’è tanta voglia di essere apprezzato e riconosciuto. Il passare degli anni permette, però, di fare qualche progresso. Ma là dove il cantiere sembra immenso, è l’accettazione delle umiliazioni. Mariam ha saputo far tesoro delle umiliazioni, del rifiuto della congregazione di san Giuseppe dell’Apparizione a Marsiglia o dell’allontanamento dal carmelo di Mangalore! È una chiamata a diventare sempre più discepolo di questo Gesù «annientato e obbediente», che io desidero essere ma fatico a diventare.

Ammiro la sua docilità e la sua familiarità con lo Spirito Santo, in un’epoca in cui il riferimento allo Spirito Santo era praticamente inesistente. Sono sempre stato molto colpito da una delle invocazioni nella sua preghiera allo Spirito; «da ogni illusione preservami». A volte un bene apparente sul piano umano può allontanarmi dal Vangelo. Solo un buon discernimento sotto la mozione dello Spirito mi permette di ritrovare il vero cammino di discepolo; la mia generosità e la mia disponibilità devono essere riconsiderati alla luce del Vangelo.

La partecipazione alla canonizzazione di Mariam a Roma e alla celebrazione della trasverberazione del suo cuore qui a Pau è un invito pressante a quella conversione che mi è richiesta.

Quello che impressiona in Mariam, è la sua apertura al mondo; la vita di clausura non l’ha rinchiusa in se stessa. Il suo cuore era aperto a una dimensione universale. Partire per fondare un carmelo in India con tutte le incertezze del viaggio, considerare la fondazione dei carmeli di Betlemme e Nazareth, prendere così a cuore il futuro di Bétharram, entrare in relazione con i vescovi e il papa malgrado la sua ignoranza, essere in comunione con la sofferenza dei cristiani perseguitati in Cina, e unirsi alla miseria della carestia in India ne sono la prova. Avverrà lo stesso qualche anno più tardi per un’altra carmelitana, Santa Teresa del Bambin Gesù. C’è solo da felicitarsi dunque che questa canonizzazione ci abbia permesso di ascoltare più attentamente questa terra martoriata del Medio Oriente che grida la sua speranza nella basilica Santa Maria Maggiore, nel corso della messa in arabo. A Pau, i cristiani perseguitati dell’Iraq, rifugiati qui, ci hanno presentato la sofferenza dei cristiani in un video e durante la celebrazione eucaristica del 23 maggio.

Santa Maria di Gesù Crocifisso non ha ricercato la canonizzazione come una ricompensa; ne è rimasta sorpresa e meravigliata. Siamo noi ad aver bisogno che qualcuno ci ricordi l’attualità di questo messaggio evangelico. La nostra congregazione si rallegra veramente per la canonizzazione di una santa «che ha tanto amato la nostra famiglia» (R.d.V. 92 §g). La testimonianza che lei ha dato a favore dei religiosi di Bétharram presso il patriarca di Gerusalemme ci interpella : «Non sono come gli altri; sono semplici e pieni di amore» (lettera al Padre Etchécopar 171; 18 nov 1977).

Laurent Bacho, scj

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