STORIA della REGOLA DI VITA

Il decreto di approvazione del 1877 riguardava più propriamente l’Istituto e non le Regole. Queste ultime dovevano essere presentate più tardi in vista di una approvazione diretta, tenuto conto delle modifiche che la Santa Sede o la Congregazione stessa avrebbero ritenuto opportuno introdurre.
Questo lasso di tempo normalmente era di 12 anni. Il Capitolo generale del 1887 incaricò ufficialmente il Superiore generale e il suo Consiglio “di sollecitare il più presto possibile l’approvazione canonica delle nostre Costituzioni da parte della Sacra Congregazione dei Vescovi e dei Regolari”. Le modifiche richieste furono meno importanti di quelle del 1877. La seconda parte, intitolata Forma di vita, fu in qualche modo sdoppiata: una prima parte consistente in una serie di capitoli riguardanti i voti, e una seconda che trattava più in dettaglio le virtù corrispondenti. Il capitolo dal titolo Devozioni particolari dell’Istituto fu ulteriormente ridotto, e i suoi tre numeri suddivisi in otto articoli:

«1. L’Istituto è posto sotto il nome del Sacro Cuore di Gesù.

2. Tutti i membri della Congregazione guarderanno a questo divin Cuore come a loro modello particolare, loro tesoro e loro eredità propria, come il sigillo che devono imprimere su tutta la loro vita.

3. Adotteranno come motto il grido della sua disponibilità: Ecce venio! Eamus!

4. In tutte le residenze dell’Istituto ogni anno si celebrerà la festa del Sacro Cuore con la più grande solennità.

5. Avendo l’Istituto come luogo di origine un santuario miracoloso dedicato alla Santissima Vergine, sito ai piedi della collina detta del Calvario, tutti i membri avranno una devozione speciale per la Passione del Salvatore e per i dolori della Regina dei Martiri.

6. Praticheranno e diffonderanno l’esercizio della Via Crucis.

7. Instaureranno con grande zelo la pratica del Santo Rosario.

8. Nutriranno un amore di predilezione per San Giuseppe, patrono della Chiesa universale e protettore speciale dell’Istituto.»

L’approvazione di questa Costituzione fu allora concessa da Leone XIII nel decreto del 28 aprile 1890, non in modo definitivo, ma ancora ad experimentum per dieci anni.
« Le nostre Costituzioni sono appena state approvate, come ben sapete, ad decennium - diceva P. Etchécopar nel Capitolo del 1890. Quasi tutte le modifiche proposte dai Capitoli generali – il Capitolo si riuniva allora ogni tre anni – hanno ricevuto il benestare della Santa Sede».
Per completare le Costituzioni aveva redatto un nuovo Coutumier, al quale attribuiva una grande importanza.
«Il Coutumier – diceva durante questo stesso Capitolo – applica le Costituzioni alla vita quotidiana; ne precisa la portata, l’estensione, lo spirito e il carattere proprio. Visti i legami stretti e l’importanza che ha per noi questo Coutumier, per fissare i tratti più propri della fisionomia dei nostri Padri e conservare, se mi consentite l’espressione, il fiore dello spirito originario, abbiamo fatto una raccolta dei nostri usi e costumi; la consegno a voi».
Aveva inoltre appena pubblicato un volumetto di Pensieri e non nascondeva la sua gioia nel vedere che lo spirito di san Michele conservava tutta la sua vivacità nella Congregazione: «Nonostante l’influenza diffusa di ciò che il Fondatore chiamava il male del tempo - diceva P. Etchecopar nella stessa occasione - ho potuto constatare che un soffio dall’alto ci solleva tutti e ci trascina sui passi del nostro venerato Padre Garicoïts ... E sono convinto che più la sua dottrina sarà conosciuta e più ci illuminerà, la sua virtù ci santificherà, e noi porteremo frutti più abbondanti di luce e di vita, in mezzo a questo mondo oscurato dal suo orgoglio e in via di dissoluzione a causa delle sue rivolte » (15 agosto 1890)