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Sessione 3
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14/10/2013

La parole finale a P. Gustavo Agín, Superiore Regionale

Come punto culminante di questi ricordi e testimonianze, P.Gustavo Agín, Superiore regionale della Regione P. Augusto Etchecopar, condivide con noi una riflessione su questo avvenimento che ha aperto e riempito i cuori.

Con i giovani, bisogna seguire il ritmo!

Come hai vissuto l’esperienza della GMG, nel contesto del 150 anniversario della morte di San Michele Garicoïts?

Nell’attuale situazione della chiesa e della società, soprattutto in America Latina, in cui viviamo un tempo di crisi strutturale e di necessità di “incontro”, per superare le fratture e l’individualismo imperanti, questa esperienza è stata come un’oasi in mezzo al deserto. Acqua nuova nell’aridità della routine.

I giovani hanno potuto esprimere la loro gioia e gli adulti rievocare la loro giovinezza.

Al cuore di questo incontro corale di 3.500.000 persone (e centinaia di milioni di fedeli che lo hanno seguito attraverso i mezzi di comunicazione), c’era la figura di Francesco con la sua persona e il suo linguaggio: il coraggio della missione, la cura per chi soffre (anziani e giovani) e la chiamata all’incontro tenero con il povero; tutto questo ha restituito la speranza  a molti giovani che non trovavano il loro posto nella chiesa. Abituati come siamo a ricevere dai mezzi di comunicazione l’immagine di una chiesa arrendevole, chiusa e timorosa, molti credenti e non credenti hanno scoperto come la forza trionfa sulla debolezza e quanto Dio ci ami attraverso di essa. Senza pretese di egemonia, ma animata dallo Spirito del Risorto, che non ci lascia tranquilli, e ci invia a condividere la stessa gioia della Buona Novella.

Penso che in quei giorni, ogni giovane betharramita si sarà ritrovato in quell’espressione del nostro carisma dove il  Cuore di Gesù è presentato “ come un gigante, come sposo che esce dalla stanza nuziale, a percorrere la via”. I giovani avevano bisogno di condividere esistenzialmente la stessa esperienza di san Michele pieno di vigore giovanile, che non esita a scalare montagne di indifferenza, fragilità e ostacoli della sua epoca, perché  il suo cuore è diventato ardente, dopo aver conosciuto l’Amore di Gesù - consumato dalla mitezza e dalla carità -  amore che comunica ai fratelli,  passo dopo passo.

Secondo me, la GMG di Rio è stata un’attualizzazione dell’ Incontro amoroso di Dio con l’Uomo, incontro che chiamiamo Incarnazione e che il nostro fondatore percepì e gustò nell’intimo. L’  Amore eterno si rende sensibile nel grembo della Vergine Maria. Lei canta di gioia come facevano i giovani lungo le strade di Rio.

 

Della ricchezza di queste esperienze: quali possono diventare patrimonio del Vicariato del Brasile e della Regione?

Anzitutto bisogna riconoscere che i Brasiliani sono molto accoglienti, allegri e felici di essere un Popolo di Dio, con una fede e una devozione molto intense. È patrimonio della regione l’aver imparato a non tenere questa fede sotto la cassa dei pregiudizi culturali, ma metterla in alto, donarla a tutti, perché sia luce del mondo e sale della terra.

Mi sembra che la facilità con la quale le persone hanno comunicato tra loro e condiviso la loro vita, è frutto di questa docilità alla chiamata di Gesù a essere come bambini. Nei piccoli brillava la fede dei giovani. I gesti del Papa verso i bambini, verso i più poveri, verso gli anziani e i diversamente abili, ci hanno messo di fronte al vangelo. Nella prospettiva della grande affermazione di Matteo 25 “Quando lo avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, l’avete fatto a me”. La GMG ha mostrato al mondo che la capacità di cooperare con l’opera del Cristo Risorto, la missione permanente in mezzo agli uomini e donne di oggi, è possibile perché il fermento è già all’opera nella pasta.

La Regione ha avuto la grazia di poter manifestare a tutti i giovani betharramiti, giunti da diverse parti del mondo, che essere di Cristo e seguirlo, vale la pena! Condividendo con tutti la gioia di essere quello che siamo, senza vergognarci di essere pochi. Desiderosi di ri-apprendere a essere una Chiesa dalle porte aperte, che non vuole lasciar nessuno lontano da Cristo.

Nella prospettiva del Regno, la GMG ci ha toccato il cuore e stimolato a costruire  il Regno di Dio senza indugio, senza calcoli, senza rimpianti, come testimoni e profeti di un mondo nuovo.

Ringrazio, a nome di tutti i fratelli betharramiti religiosi e laici dell’America Latina, tutte le persone che, con la loro allegria e la loro disponibilità, hanno reso possibile questa esperienza indimenticabile.

P. Gustavo Agín, scj

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