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Graziano Vietnam 1
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14/10/2013

NARRATIO FIDEI... con P. Austin Hughes

Non si dice forse sotto ogni latitudine: “Come è fortunato quell’uomo ad avere tanta fiducia in se stesso! Gli riesce tutto più facile”. Cosa dire allora di chi ha fiducia in Dio? È nella gioia e sposta le montagne! “Credere è avere fiducia”, diceva molto semplicemente il teologo svizzero Karl Barth.

P. Austin Hughes con P. Gaspar Fernandez al Capitolo Generale 2011

”Ecco, Dio è la mia salvezza; io confiderò, non temerò mai, perché mia forza e mio canto è il Signore; egli è stato la mia salvezza.” (Is 12,2)

“Avanti! Abbiate sempre coraggio, un cuore più aperto e molta fiducia in Dio. Siate sicura che egli vi benedirà in ugual misura. La vostra posizione vi permette di fare molto bene. Fate quello che potete, nel miglior modo possibile, poi attendete tutto da Dio come un servo modesto e inutile. E si vedrà allora che tutto andrà meglio.” (da una lettera a una Superiora delle Figlie della Croce, Lettera n. 97)

Narratio...Cosa ti dicono questi testi?

Il versetto di Isaia (12,2) costituisce anche il testo di un inno inglese molto conosciuto, composto dai monaci dell’abbazia di Weston. I monaci aggiungono il seguente versetto al ritornello (12,3): Canto la gioia che il suo amore mi dona, e attingo dalle profonde sorgenti della sua bontà. Queste parole fanno parte della mia preghiera personale e liturgica sin da quando sono stato ordinato prete nel 1977. Mi sono di aiuto nei momenti di prova e di difficoltà. In questi ultimi mesi, la nostra comunità di Olton sta attraversando momenti di grande tensione e difficoltà; le parole di questo inno sono per me un continuo richiamo all’amore premuroso di Dio.

Le parole di San Michele sono un grande incoraggiamento ad avere fiducia, cosa che a volte mi riesce difficile, quando mi sento minacciato. Le semplici parole: “La vostra posizione vi permette di fare molto bene”, sono per me un costante richiamo a ricordare i privilegi che ho ricevuto nel ministero, nella comunità, nella chiesa ... con gli amici etc ... per condividere il messaggio di speranza e di amore che viene da Dio. Inoltrandomi nella seconda parte della mia vita, mi rendo sempre più conto di come Dio si serva anche dei miei errori passati a fin di bene. Niente va perduto! Quando io o altri offriamo aiuto alle molte persone le cui vite sono state distrutte o vissute male, è un segno di speranza per loro sapere che Dio si serve anche delle macerie del nostro passato per i suoi progetti di bene e che quello che del nostro passato consideriamo  come un handicap può essere utile (come è stato nella vita di Zaccheo, Tommaso, Levi etc ...) per la costruzione di ponti di speranza per altri.

 

Quale aspetto del brano proposto ha maggiormente inciso sulla tua vicenda di religioso betharramita?

L’incoraggiamento a essere coraggioso e senza paura lo sento particolarmente indirizzato a me, in parte perché sono cauto di natura, e in parte perché ho sempre paura di commettere errori. Nel 2008, quando sono stato inaspettatamente nominato Superiore Regionale, ho avuto molto timore, mi sentivo inadatto e molto solo. Come dice la scrittura (Tobia 4,18), ho chiesto consiglio ad alcune persone sagge, compreso un sacerdote nostro vicino, che è molto apprezzato come direttore spirituale. Mi ha posto la semplice domanda: “Dio ti ha mai deluso nel passato?” Quando ho risposto di no, ha aggiunto “Bene, non ti deluderà nemmeno nel futuro, o no?”

Questa semplice rassicurazione da parte di qualcuno che non conosceva molto san Michele, mi ha rimesso sulla strada della fiducia, una virtù cardine per san Michele.

 

Come cerchi di vivere  quello che è messo in luce da queste citazioni?

Quando sono assalito dai demoni della paura, ricorro a queste tre realtà: memoria, preghiera e canto. Prima di tutto la memoria delle cose buone che Dio ha fatto per me nel passato sono un modo per farmi sentire ancora una volta con quanta forza Dio si prenda cura di me. In secondo luogo trovo forza nella preghiera (soprattutto l’Examen) che mi richiama alla memoria le cose di cui ringraziare Dio e i modi con i quali mi parla giorno per giorno. In terzo luogo, la musica è sempre stata importante per me e spesso canto da solo inni e salmi che mi ricordano la forza e la protezione di Dio. Un ritornello di uno di questi canti (presente sia in Michea sia Isaia),  è uno dei miei preferiti:

Questo ti chiede Yahweh, solo questo:

praticare la giustizia, amare teneramente,

camminare umilmente con il tuo Dio.

Il “politicamente corretto” ci sconsiglia di usare il nome Yahweh in pubblico, ma io continuo a cantare così in privato!

 

Su quale aspetto ti senti portato a porre l’attenzione?

Attualmente mi sento spinto a porre l’accento sulla gioia della vita cristiana, e sulla gioia della mia vocazione. Senza gioia, la nostra testimonianza è incompleta. Ma la gioia è qualcosa di profondo, non di superficiale. Non si tratta solo di sonore risate (anche queste ci vogliono!) ma di una serena accettazione di quello che sono e di dove mi trovo. Stimo sempre di più quei laici che incontro nel mio lavoro pastorale, i quali si trovano a portare pesanti fardelli (un bambino disabile ... un figlio alcolista... una malattia inguaribile etc ...) e tuttavia sanno sorridere ed essere in pace con se stessi. Mi sento ‘evangelizzato’ da loro e rafforzato nella mia vocazione di religioso.

Quale preghiera fa nascere in te questa meditazione?

La preghiera che mi sento spesso di formulare è una variazione della preghiera di Sant’Ignazio, che è molto conosciuta nell’Associazione dei 12 Passi, preghiera che consiste praticamente nell’abbandonare la propria vita nelle mani di Dio e chiedergli di servirsi di noi e dei nostri errori e fallimenti per il bene degli altri:

Mio Dio, mi offro tutto a te,
fa’ di me quello che ti piace.
Liberami dalla schiavitù di me stesso, perché io possa fare meglio la tua volontà.
Liberami dalle difficoltà,
perché il loro superamento sia una testimonianza,  per coloro che desidero aiutare,
della tua forza, del tuo amore e dello stile di vita che si ispira a te.
Che io possa fare sempre la tua volontà. Amen.


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