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13/07/2013

Storia della Regola di Vita

7 – Le Costituzioni del 1877 e l’approvazione dell’Istituto

Storia della Regola di Vita

Essendo più facile spiegarsi a viva voce che non attraverso uno scritto, P. Etchecopar accettò subito l’invito rivoltogli da P. Bianchi: «Venga qui a redigere le Costituzioni».

Accompagnato dai segretari, P. Estrate e P. Etchégaray – quest’ultimo anche con l’incarico di occuparsi dell’approvazione delle Ancelle di Maria - , giunse a Roma la sera del 20 aprile 1877.

Già due giorni dopo, P. Etchécopar scriveva a P. Pagadoy:  «Eccoci al lavoro»; e il 4 maggio, sempre allo stesso: «Il lavoro procede molto bene. Siamo impegnati per ore e ore con la massima concentrazione». Ogni giorno si tenevano in contatto con P. Bianchi e Mons Di Luca, della Sacra Congregazione.

Non fu loro permesso di modificare l’ordine e il piano delle Costituzioni. Si conservavano gli stessi titoli e gli stessi capitoli, come pure la Regola di Sant’Agostino. Ma il contenuto poteva essere emendato. È così che, sotto il titolo un po’ infelice di Devozioni particolari dell’Istituto, P. Etchécopar riuscì a far entrare i tre articoli seguenti:

1. «Che tutti i membri si ricordino con la più profonda riconoscenza che sono posti sotto il nome del Sacro Cuore di Gesù. Che guardino a questo divin Cuore come al loro modello particolare, il loro tesoro e la loro eredità propria, il sigillo che devono imprimere su tutta la loro esistenza. Verseranno tutte le loro preoccupazioni in questo abisso di tenerezza, troveranno coraggio nei loro insuccessi ripetendo il grido della loro consacrazione: Ecce Venio, Eamus! Riprodurranno in se stessi i tratti della sua mitezza, della sua umiltà e, lasciandosi consumare di giorno in giorno dal fuoco della sua carità, diffonderanno ovunque i tesori infiniti della sua misericordia e si impegneranno con gioia a conquistargli tutti i cuori. In tutte le case dell’Istituto si celebrerà ogni anno la festa del Sacro Cuore con la più grande solennità.

2. Avendo l’Istituto come luogo di nascita un santuario della Santissima Vergine, situato ai piedi della collina detta del Calvario, tutti i suoi membri avranno una devozione particolare per la passione del Salvatore e per le sofferenze della Regina dei Martiri. Mediteranno spesso i tormenti del Figlio e della Madre, praticheranno e diffonderanno l’esercizio della Via Crucis; predicheranno Gesù, Gesù crocefisso, virtù e saggezza di Dio, e mostreranno sul Calvario la Madre di Dio, divenuta la madre degli uomini, per salvare i più colpevoli e condurli al Cielo. Instaureranno con grande zelo la pratica del Santo Rosario.

3. Lo stesso amore di predilezione che sono chiamati a nutrire per il Sacro Cuore, per la sua Santa Croce, per i misteri dolorosi della sua Santissima Madre, lo avranno anche per San Giuseppe, patrono della Chiesa universale e protettore speciale dell’Istituto.

Furono reintrodotti alcuni altri dettagli e il resto fu rinviato al Coutumier.

Appena completata la revisione, i tre «Commissari» rientrarono a Bétharram, passando da Assisi e Loreto; e P. Etchécopar convocò i Padri in capitolo, in occasione del ritiro: bisognava infatti che la Congregazione votasse questo testo prima di presentarlo a Roma.

Il Capitolo accolse molto bene queste Costituzioni che riflettevano più chiaramente il volto dell’Istituto. P. Etchécopar poteva scrivere, il 3 giugno, a P. Magendie: «Siamo in pieno ritiro e stiamo esaminando con entusiasmo il lavoro fatto a Roma. Tra noi c’è un perfetto accordo. Tutto viene approvato all’unanimità. Deo gratias!»

Il dossier ripartì alla volta della Città eterna, ed è con questa nuova regola che la Congregazione ricevette il decreto di approvazione da Pio IX, firmato il 5 settembre 1877.

 

Pierrre Duvignau, scj

(segue)

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