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11/07/2016

Segni di Misericordia

Visita ai detenuti del carcere minorile di Abidjan

Visita ai detenuti del carcere minorile di Abidjan

Martedì 7 giugno 2016, la comunità di Adiopodoumé ha fatto visita ai minori del centro di detenzione e correzione di Abidjan (MACA). Questa visita è stata voluta dal Superiore della comunità, P. Sylvain Dansou scj, e si colloca nell'ambito dell'anno della misericordia voluto dal Santo Padre Francesco.

L’intento del Santo Padre, impegnando i cristiani nella pratica della misericordia, era quello che potessimo sperimentare l’amore di Dio che consola, che perdona e dà speranza. Per noi africani della Costa d’Avorio, la visita ai minori del MACA assume un significato simbolico. Infatti lo Stato della Costa d’Avorio deve far fronte, oggi, ad un fenomeno di delinquenza senza precedenti e che coinvolge soprattutto adolescenti dai 10 ai 16 anni. Qualificati purtroppo come “microbi”, questi minori si comportano come i padroni delle strade della capitale economica. Equipaggiati di armi bianche (machete, coltelli, piedi di porco ed altri attrezzi), aggrediscono la gente del posto senza un briciolo di coscienza. Una volta arrestati, si ritrovano in carcere senza una vera assistenza dei genitori. Lo Stato prova bene o male a salvarli da questo fenomeno di strada fornendo loro assistenza.

Consapevoli del fatto che questi ragazzi hanno essi stessi bisogno, al di là dei loro misfatti, di una seconda possibilità, la comunità Adiapodoumé, alla fine del periodo di Quaresima 2016, ha sentito il bisogno di recarsi ad incontrarli nel carcere del MACA per mostrare loro il calore del nostro amore e per dire loro che tutto è ancora possibile a dispetto del male che hanno potuto fare a quell’età. Non è forse questo il significato dell’Anno Santo? Non consiste forse nel provare dentro di noi la gioia di essere stati trovati da Gesù che, come il Buon Pastore, è venuto a cercarci perché eravamo perduti? Per questioni di natura amministrativa, di sicurezza e giudiziarie, non tutta la comunità ha potuto recarsi al carcere; così la visita si è potuta realizzare solo con una delegazione composta da sei membri della comunità (P. Sylvain Dansou scj e P. Vincent Worou scj; i fratelli Yelouwassi Abib e Hippolyte Yomafou; i postulanti Kouamé Emeric e N’Guetta Fulgence).

MACADopo essere stati ricevuti dai responsabili incaricati dei minori, ci è stata offerta una visita ai luoghi per comprendere le problematiche delle carceri. Nonostante la realtà del carcere sia un po’ difficile per i minori (cena alle ore 16,00 e chiusura dei dormitori dalle 16,30 alle 7 del mattino seguente), abbiamo potuto constatare una adeguata considerazione da parte dello Stato per questi ragazzi. Infatti, grazie all’aiuto dei servizi sociali, vengono organizzati dei corsi di alfabetizzazione, di giardinaggio, di coltura, di allevamento ed altre attività per educare i minori in vista del loro reinserimento nella società.

La delegazione ha potuto parlare con questi giovani (76, di cui 8 ragazze e 68 ragazzi). Uno dopo l’altro, quattro membri della delegazione hanno potuto dare alcuni consigli a questi giovani detenuti. P. Sylvain si è rivolto loro in tono fraterno, e li ha invitati ad un cambiamento. Ha detto loro che nulla era perduto, e che tutti noi possiamo commettere errori, ma l’importante è di esserne consapevoli, di fare il “mea culpa” e di riprendersi per dare un senso alla propria vita.

P. Vincent ha detto loro quanto siano fortunati ad essere ancora giovani, perché tutto è ancora possibile.

Fr. Abib, volendo essere ottimista, ha invitato i giovani ad amare la loro libertà che è un dono di Dio. Così li ha spronati a recuperarla il più in fretta possibile, ma questo richiede un migliore comportamento durante il tempo di detenzione.

Fr. Hippolyte, essendo nativo di un quartiere problematico di Abidjan come alcuni detenuti, ha invitato i giovani ad essere dei campioni e, come tali devono lottare per uscire da questa situazione. Questo tempo di condivisione e di scambio si è concluso con la preghiera del Padre Nostro recitata con P. Sylvain.

Al termine della visita, la delegazione, attraverso un gesto concreto di misericordia, così come ha inteso proporre il Papa, ha donato ai ragazzi il frutto delle rinunce della quaresima. Si tratta di sacchi di riso, d’olio e di zucchero , oltre alla raccolta di abiti offerti dai fratelli della comunità, dai parrocchiani di San Bernardo e dagli amici.

Nel prendere congedo, P. Sylvain ha promesso altre visite ai responsabili del centro di detenzione.

Hippolyte Yomafou scj

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