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P Andrea Antonini
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14/09/2015

In memoriam...

† Padre Joaquim SOARES DE MOREIRA scj - † Padre Alexandre BERHOUET scj

In memoriam...

Padre Joaquim SOARES DE MOREIRA scj

Cristina (Brasile), 14 luglio 1929 - Passa Quatro (Brasile), 8 luglio 2015

Reverendissimo Padre Joaquim, Amato Maestro, Carissimo Amico e Fratello Betharramita

Chi avrebbe detto che San Michele Garicoïts, come un seme fecondo seminato nei campi di Ibarre, avrebbe solcato cieli, terra e mare e avrebbe dato frutto ai piedi dell’imponente Mantiqueira?

Deve essere la saggezza nascosta nel cuore delle montagne, deve essere un legame, voluto dal cielo, tra le alture di Bétharram e Passa Quatro. Deve esserci una saggezza superiore che mette ordine nel caos nei momenti più difficili dell’umanità.

San Michele sogna, trasforma il sogno, opera e fa seguaci …
Acquisire, portare, diffondere l’istruzione, la cultura, valori civili… trasformare i giovani in uomini perbene, diffondere il Vangelo in tutti i luoghi e a tutte le creature, camminare a fianco dei giovani seguendo la via tracciata da Cristo.

La Divina Provvidenza ha piantato il seme Betharramita a Passa Quatro 80 anni or sono. Diverse generazioni sono state plasmate dalle mani, dai consigli e dalla religiosità di questi sacerdoti che con la loro presenza e la loro azione hanno dato vita a una scuola – il Collegio San Miguel – e hanno costruito una formazione fondata sul sapere e sull’amore cristiano. Il Collegio San Miguel e i Padri Betharramiti sono alla base del nostro senso della giustizia, della nostra cultura e dei nostri valori civili, sono un patrimonio della nostra città.

Di questi 80 anni, Padre Joaquim ne ha trascorsi 57 lavorando con il suo carattere severo, con umiltà, a mani vuote e con un cuore ricco di amore, per fortificare i cuori deboli e riaffermare sempre i progetti di Dio tra noi.

Professore molto preparato e severo. Quanti di noi potrebbero raccontare qualche episodio riguardante questa icona Betharramita! Suo tratto peculiare? La sua franchezza! A costo di far male. Le sue omelie, molte volte, creavano malumore, ferivano, facevano sanguinare, ma erano autentiche – bisogna far sanguinare, bruciare, ferire per curare.

Sapeva raccontar storie, gustare il buon vino, scherzare con l’ignoranza, passava dal tono appassionato delle omelie alla serena semplicità popolare; un Padre Antonio Vieira capace di fondere linguaggio classico e linguaggio popolare per illuminare menti folli e cuori impuri, uno degli ultimi a pregare e cantare in latino, e poi ci invitava ad unirci a lui.

“Dobbiamo rendere omaggio ai vivi e non ai morti!” Padre Joaquim è stato uomo, professore, amico, consigliere, fratello, padre, rappresentante di Cristo, in mezzo a noi, unto dalle mani del Grande Maestro.

Noi, del Collegio San Miguel, funzionari, alunni, professori, direttori e Padri Betharramiti, siamo molto addolorati dalla tua dipartita, caro maestro, compagno e amico… Sentiremo moltissimo la tua mancanza, e la mancanza della tua delicatezza nel guardare la vita.

Reverendissimo Padre, oggi ci sentiamo orfani della tua presenza e della tua compagnia fisica …, ma non ci sentiremo mai orfani dei tuoi insegnamenti, della tua rettitudine, della tua dedizione verso la Congregazione Betharramita, verso l’Educazione e verso la fedeltà al sacerdozio. (...)

Prof Anibal (Collegio S. Miguel di Passa Quatro)
nella Messa per i funerali di Padre Joaquim

 

Padre Alexandre BERHOUET scj

Luxe-Sumberraute (Francia), 28 agosto 1921 - Bétharram, 1° settembre 2015

[Bétharram, 3 settembre 2015, Funerali di P. Berhouet]

(Lc 5,1-11) Anche oggi, la liturgia ci dà il «nostro pane quotidiano»: sufficiente ad alimentare il nostro ringraziamento e la nostra speranza riguardo a P. Alexandre. Il cuore del messaggio è un insegnamento sulla fede. La buona notizia è che possiamo, dobbiamo avere fiducia nel Signore, ovunque siamo e qualunque cosa ci chieda. È così che da peccatori ci rende pescatori di uomini. Nel Vangelo, Simon Pietro ha tutte le ragioni per dire a Gesù di ritornare ai suoi studi - o meglio, al suo banco da falegname - quando invita lui, marinaio esperto, a buttare le sue reti più al largo. Ma sulla sua parola, non esita un attimo.

La lezione è chiara, come le acque del lago di Genesaret: ci si può sentire limitati nelle capacità e competenze, aver vissuto periodi positivi che hanno esaltato e momenti di depressione che hanno schiacciato, ma quando il Signore chiama è impossibile sottrarsi. Anche chi è in difficoltà, deve comunque prendere il largo. E la fiducia farà miracoli. Credere è sempre osare un ulteriore passo, affrontare l’ignoto, essere preso in contropiede dai propri sogni e dalle propri illusioni. Solo allora la parola fa presa sulla nostra vita: infatti la vera saggezza è lasciarsi guidare da un altro, che è Dio; la fede è abbandonarsi nelle Sue mani per vivere in pienezza.

P. Berhouet avrebbe molto da dirci su questo argomento. Ha rinunciato, per scelta, a un’esistenza comoda, a progetti personali. L’ ha fatto per obbedienza, la forma più concreta e più immediata dell’amore quando uno è religioso. Senza lamentarsi, ha lasciato i suoi Paesi Baschi per andare in terre sconosciute: Betlemme, Bel Abbès, Limoges, dove ha segnato intere generazioni. Ha insegnato praticamente quasi tutte le materie, in alcune delle quali si sentiva a disagio. Ha affrontato intere scolaresche, senza badare alle arrabbiature, alle esitazioni, ai tic che suscitavano l’ilarità di noi studenti, impietosi verso le debolezze dei professori. Eppure, lui così nervoso durante le lezioni di matematica, dava prova di una pazienza inesauribile e di una pedagogia straordinaria dopo le lezioni, per spiegare in privato un problema. [...]

Non c’è da stupirsi che abbia atteso il 1° settembre, il giorno d’inizio della scuola e giornata mondiale di preghiera per la salvaguardia del creato, per congedarsi da questo mondo. Infatti P. Berhouet era un pedagogo e amava i paesaggi. Non era un religioso sradicato dalla sua terra, al contrario! Era troppo radicato nella sua terra natale (l’Amikuze) e in quella d’adozione (Limosino). Ma è stato per lungo tempo un religioso fuori dalla comunità per svolgere la sua missione con i giovani.

Grazie alla sua presenza familiare, attenta e creativa, ha fatto sì che Bétharram facesse rima come Ozanam anche molto tempo dopo che la Congregazione si era ritirata. Un nugolo di studenti si affollavano attorno a lui durante la ricreazione per imparare i segreti della fabbricazione di una racchetta, o per incontrare un Padre che li prendeva sul serio senza darsi troppa importanza. Si può dire che Padre Berhouet era il più limosino dei baschi: conosceva la regione molto bene, la visitava ogni domenica. Teneva fermamente a questo senso di libertà; amava guidare e comportarsi a suo piacimento; sapeva anche condividere le sue gioie con una famiglia amica o con i confratelli in refettorio.

Questo forte temperamento, questa volontà di ferro, li ha portati con sé a Bétharram, dove ha scelto di trascorrere i giorni della sua vecchiaia. La sedentarietà e l’inattività fisica gli pesavano. Ma vi sopperiva con discussioni memorabili a tavola, davanti all’acquario o sulla soglia della casa di riposo, e soprattutto con una solitudine più o meno accettata. Chi non ricorda il suo viso di pietra scolpita, le mani incrociate sul bastone, il berretto incollato alla testa, lo sguardo perso ma che si faceva all’improvviso scrutatore? All’approssimarsi di un eventuale interlocutore, l’occhio brillava; il sorriso si faceva sornione; la lingua si scioglieva. Certo, poteva avere scatti di collera e di indignazione: era il suo modo di dimostrare che alla sua età aveva ancora tutta l’energia vitale […]

In questo momento, nella scia della lettera ai Colossesi, proiettiamoci nella comunione dei Santi: chiediamo al Signore di riempirci della conoscenza della sua volontà, chiediamo la saggezza, l’intelligenza spirituale, e una condotta degna della nostra vocazione. Possa Egli rafforzarci con la sua potenza: così potremo essere forti per progredire nel bene, perseveranti e pazienti per portare frutto. Nella gioia, rendiamo grazie a Dio Padre: ha reso capace Padre Alexandre e tutto il Bétharram del cielo di aver parte all’eredità dei santi, nella luce. Strappandoli al potere delle tenebre, li ha posti nel regno del suo Figlio Diletto. In Lui, anche a noi userà misericordia. Sarà il nostro perdono, la nostra risurrezione, e per sempre la nostra pace. E fin d’ora, attraverso le notre povere persone, grazie alla fede che ci rimette in piedi e ci fa camminare, questo mondo saprà che è amato, salvato!

Jean-Luc Morin, scj

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