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Tu sei qui:Home / NEF / NEF 2015 / Notizie in Famiglia - 14 Novembre 2015 / I laici e il carisma di Betharram
16/11/2015

I laici e il carisma di Betharram

Discernimento di un’esperienza comune

Consiglio della Fraternité Me Voici con P. Bacho scj

Come altri laici betharramiti nel mondo, i membri della Fraternità Me Voici (Vicariato di Francia-Spagna) bevono alla stessa sorgente dei religiosi di Bétharram. In occasione di una recente riunione del loro gruppo, abbiamo chiesto loro di raccontare, di descrivere il sapore di questa sorgente e il dono che essa rappresenta. Compito delicato, perché ognuno doveva concentrarsi sulla propria storia, le proprie impressioni, le proprie riflessioni personali per andare al cuore di un’esperienza comune… e per formulare una risposta collettiva e sintetica. Ecco cosa ci consegnano.

 

Qual è l’apporto della spiritualità di san Michele nella tua vita?

- L’«eccomi» mi dà uno slancio, una risposta in ogni istante della mia vita. Esprime il rigore della tenerezza, l’impeto dell’obbedienza, l’abnegazione nell’amore.
- Mi aiuta a tenere lo sguardo fisso su Gesù, a lasciarlo abitare in me, a dimorare in Lui.
- Dà una sfumatura, un colore alla mia vita, mi dà una grande serenità.
- È un’apertura di spirito che mi porta a ringraziare per l’amore che ha per ogni persona: «È piaciuto a Dio farsi amare».
- È un amore presente nel più profondo di noi stessi. Nulla è nascosto al Padre e al Figlio; sono coinvolti nella nostra umanità.
- San Michele mi convince, mi rassicura «Dio mi ha tanto amato che gli è piaciuto farsi amare da me»: meraviglia e gioia nuova che dilata il mio cuore.
- Sono sensibile al «qui e ora», all’incarnazione, vivere (il meglio possibile) il momento presente, con la persona che mi è di fronte o che mi sta vicina, nelle piccole cose da fare senza lamentarsi, insomma discernere i «no» e i «sì» da dire.
- Ho ricevuto da Lui il dono di amare quelli e quelle che sono sopraffatti dalla sofferenza
- Qualche anno fa, ho scoperto che dovevo mettere l’amore e non la paura al primo posto. Come dice il nostro Santo: «Hai paura di Dio? Buttati tra le sue braccia!»
- I santi sanno parlare al nostro cuore: GRAZIE

Come vivi questa spiritualità?

- In ogni Padre Nostro, «sia fatta la tua volontà» mi ricorda il legame con la famiglia betharramita;

- come un’esigenza di apertura agli altri per condividere il messaggio di speranza del Cristo;
- come un esempio da seguire nella semplicità fatta di pazienza, di perseveranza, di bontà;
- come metodo di vita: condividendo la gioia di essere figli e figlie di Dio con i vicini e i lontani; ricercando la pace (« che nel vostro cuore teneramente unito al cuore del nostro buon Maestro, tutto sia tranquillo e pacifico»); agendo:
* con il silenzio nella nostra vita (« bisogna arrestare questo torrente che trascina lontano da Dio»);
* con l’ascolto, lo sguardo, la lettura della Parola e dei libri degli uomini;
* accettando i miei limiti, con piena fiducia in Dio come Abramo.

Quali sono i rapporti tra i laici della “Fraternité”...?

- I fratelli e le sorelle non si scelgono ma sono ricevuti come un dono. Siamo invitati a lasciarci amare e convertire da loro.
- C’è una grande ricchezza nella nostra diversità: età, storia personale, luoghi, e tuttavia, una vicinanza e un affetto realmente vissuti. I tempi forti di ritiro e del week-end di luglio, le feste di Bétharram, alla comunità St Michel a Pau…, alimentano il nostro cammino di fede, il nostro cammino di vita.
- C’è forza della nostra “charte”, quando si fa lo sforzo di leggerla!
- Il Consiglio di Fraternità aiuta a mantenere la giusta rotta, a vedere più lontano, a non disperderci.
- Ho vissuto da parassita in mezzo alla Fraternité, venendo a spizzicare a mio piacimento. La diffidenza si è sciolta a poco a poco. Ora mi sento ben inserito.

...e tra i laici e i religiosi?

- Accoglienza senza riserva, conforto presso i religiosi, dolcezza; San Michele Garicoïts, scuola di dolcezza, di tenerezza. Amati, accolti, ascoltati e non giudicati, questo permette di progredire.
- Tra religiosi e laici: un insegnamento condiviso, legame tra lo spirituale (la Parola, gli scritti di San Michele, la storia della Chiesa) e le realtà umane (vita di coppia, solitudine, disoccupazione, crisi dei migranti…), il rispetto per ognuna delle nostre reazioni, rendono più chiara la visione della complessità delle situazioni vissute sulla terra.
- Mi piace condividere le riflessioni su un testo, sul modo di attualizzarlo, di personalizzarlo; lo scambio di esperienze ci arricchisce.
- La condivisione di un’azione concreta e della preghiera rinsalda i legami tra religiosi e laici.
- Negli incontri internazionali sono state superate le frontiere: ci incontravamo, uomini e donne di una stessa terra, figli di Dio arricchiti da san Michele e in grado di superare le proprie fragilità ripetendo «eccomi». I religiosi del Sacro Cuore ci permettono di condividere in diretta, in occasione del loro passaggio in Francia, oppure attraverso la NEF, l’evangelizzazione «fino ai confini del mondo».
- Collaborazione nelle questioni amministrative.
- Quest’anno, abbiamo avuto l’opportunità di collaborare all’accueil Notre Dame, di partecipare alla vita quotidiana della Comunità (come in famiglia), scandita dai momenti di preghiera nell’oratorio, scoperta di questa vita di religiosi, vita di preghiera e varietà di mansioni al Santuario, all’accoglienza, sempre al servizio della missione.

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