In memoriam...

Padre Joseph Canton scj 
Saint-Dos (Francia), 12 marzo 1910 - Bétharram, 19 febbraio 2015

Betlemme, 6 febbraio 1933

«Sono impegnato nella preparazione in vista del sacerdozio; tra cinque mesi sarò sacerdote; ho un po’ paura vedendomi così giovane e ancora poco saggio, e tuttavia lo desidero molto. Vorrei essere un vero prete Betharramita piccolo, contento e generoso; piccolo e generoso, ecco l’ideale che vorrei incarnare; ritengo che queste due parole racchiudano tutto.»

Estratto della lettera di Fratel Joseph Canton all’età di 23 anni al Rev.mo P. Hippolyte Paillas, Superiore Generale

Esiste un’età limite per essere un cercatore di Dio?
Esiste un’età limite per portare il berretto?
Esiste un’età limite per amare e servire?

La lunga esistenza del nostro padre Joseph Canton può essere una risposta. Ci colpisce tanto quanto la sua partenza verso la Casa del Padre. Chi non ha beneficiato della sua vita donata al Cristo, alla Congregazione, e del suo legame con la famiglia naturale?

La preghiera del salmista esprime molto chiaramente la vita semplice, generosa e fedele di Joseph. “Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita!” (Sal 22). Come perseverare in una scelta di vita senza radicare l’esistenza nella vita stessa di Cristo? Joseph sapeva trovare il tempo per meditare la Parola di Dio, per assaporare la forza dell’eucaristia. In questi ultimi anni, sono sempre stato colpito dal suo modo di celebrare e di pregare: il cuore di Joseph aveva una ricca vita interiore.

“Bontà e fedeltà mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita!”

Per Bétharram, la lunga vita di Joseph è una biblioteca che scompare. Ma ciò che resta come seme di vita e promessa di frutto, è la sua vita donata come servitore, come sentinella. Radicato nella vita di Cristo, Joseph ha cercato d’imitare il Cristo Servo rispondendo, giorno dopo giorno, a questo appello di Gesù ai suoi discepoli: “Restate con la cintura ai fianchi e le lampade accese. Beati quei servitori che il padrone, al suo arrivo, troverà ancora svegli.” Seguire il Cristo, amare il Cristo, non è un cammino impossibile perché il Signore dona la sua grazia al momento opportuno a colui che sa lasciare il suo cuore libero e aperto. Joseph ha rischiato, giorno dopo giorno, questa disponibilità e obbedienza alla volontà di Dio dicendo nel segreto del suo cuore le parole di san Michele Garicoïts: “Eccomi senza indugio, senza calcoli, senza rimpianti, per amore più che per qualunque altro motivo!” “Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita!”

Joseph sapeva irradiare la gioia di vivere, la gioia della convivialità; non una gioia effimera ma una gioia che ispira fiducia, che rasserena, che rivela qualcosa della gioia stessa di Dio. Non ci si annoiava con P. Joseph. Forse, voleva essere un discepolo di san Michele Garicoïts che invita senza sosta a “procurare agli altri la gioia di Dio”.

Nel cuore della nostra sofferenza, non è forse questa la gioia, che siamo invitati a presentare al Signore, questo pomeriggio? La gioia della gratitudine per tutto quello che ciascuno ha ricevuto dal nostro fratello Joseph. La gioia di sapere che Dio accoglie tutta l’esistenza di Joseph. La gioia della Speranza: la vita piena di Joseph trova il suo compimento ormai nella gioia di Dio. La gioia dell’eucaristia perché tutto viene da Dio, tutto è per Dio, tutto è di Dio.

Grazie, P. Joseph, per la tua testimonianza. Con te vogliamo ripetere queste parole del salmista: “Bontà e fedeltà mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita!” Con te vogliamo sottolineare: non c’è un’età limite per essere pronti davanti al Signore e per il Signore. Amen.

Jean-Dominique Delgue scj
Vicario Regionale