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13/06/2013

L'anno giubilare

Un mese dopo l’apertura dell’Anno di San Michele, il consueto « Giro d’orizzonte della Congregazione » di questo numero potrebbe dare le vertigini, in quanto le informazioni che sono pervenute alla Casa Generalizia dalle tre Regioni hanno messo in evidenza un’energia straripante e un desiderio entusiasta, da parte non soltanto dei religiosi betharramiti, ma anche di tutti coloro che sono loro associati – laici, giovani, parrocchiani, collaboratori, … - di celebrare il giubileo di San Michele Garicoïts.

L’eredità ricevuta da san Michele non è un pezzo d’antiquariato che custodiamo come un ricordo prezioso tra molti altri

Finora si sono registrate innumerevoli iniziative, di una varietà sorprendente e rivelano una fantasia a volte inaspettata. Manifestano la volontà dei religiosi di condividere l’eredità ricevuta dal fondatore e mettono in luce presso i laici che bevono alla stessa sorgente, e presso gli amici di Betharram, la gioia semplice di festeggiare l’evento in famiglia.
GiovaniQuanti giovani hanno risposto presente per rendere omaggio a san Michele e approfondire il suo messaggio! Guardate come si danno da fare per disegnare san Michele e il suo villaggio, per realizzare pannelli sulla sua vita, per costruire modellini, ad allestire scenografie per una rappresentazione teatrale, per riflettere e conoscere meglio il santo di Bétharram e assimilare la sua testimonianza ascoltando i propri compagni fraternizzando con loro. E tutto questo grazie a un “campo volante” di insegnanti, di animatori tanto discreti quanto generosi.
SMicheleLe conferenze, le assemblee, le riunioni intercomunitarie, le catechesi sulla vita di san Michele, le meditazioni proposte dai religiosi, la creazione di video e di pieghevoli, si sono moltiplicate, e costituiscono il segno che noi, religiosi di Bétharram, siamo desiderosi di raccontare la nostra fede e, come lo sottolinea Mons Lande scj, «di diffondere la gioia di essere discepoli dell’Eccomi di Gesù».
Da oriente a occidente, le celebrazioni solenni, le messe e le adorazioni eucaristiche hanno associato religiosi e laici in uno spirito di comunione, sia in occasione di ordinazioni, di riti di prime professioni, di processioni, di prime comunioni, di veglie di preghiera davanti alle reliquie del santo. Tali celebrazioni hanno anche unito più che mai i Betharramiti ai loro vescovi.
VescoviDiversi di loro, a volte già ritirati dal governo delle loro diocesi ma sempre riconoscenti per l’opera svolta dai Betharramiti, hanno voluto unirsi a noi, attraverso omelie ispirate in occasione di concelebrazioni, oppure, a distanza, attraverso messaggi augurali, per la commemorazione dei 150 anni dalla morte di Michele Garicoïts, l’uomo che vide i vescovi piangere e fu obbediente fino all’ultimo al suo pastore: la celebrazione nello splendido santuario di Bétharram, con la partecipazione soprattutto del Cardinale di Bordeaux, Mons Jean-Pierre Ricard, di alcuni vescovi e di P. Gaspar Fernandez Pérez, nostro Superiore generale, ha dato un’impronta solenne a questo 14 maggio 2013, alla distanza di solo qualche metro dalla camera spoglia dove san Michele Garicoïts è partito verso la casa del Padre, 150 anni fa. Risplendente d’oro e di luci, il santuario ha accolto, al suono dell’organo, i suoi numerosi figli, come lo fa da più di un secolo, ma anche una moltitudine di fedeli laici, di religiose appartenenti a congregazioni sorelle, di preti e coadiutori della diocesi …

IndiaDa nord a sud, agapi fraterne hanno coronato un’assemblea, una riunione parrocchiale, manifestazioni ricreative e sportive in collegio, una celebrazione che riuniva diverse comunità.
Da un continente all’altro i cuori hanno cantato, le voci hanno intonato le parole care a san Michele; rappresentazioni teatrali e danze hanno mostrato la vita del prete di Bétharram per permetterci di rivivere le gioie e le vicissitudini di un cammino di santità. Il cuore del mondo ha cominciato a battere verso il cuore di san Michele …
150 anni fa, Michele Garicoïts, ex «Superiore di quattro pareti di un edificio vuoto», si spegneva. Perché tanti festeggiamenti oggi? Perché il seme che aveva gettato e che, alla sua morte, era ancora sepolto nella terra, ha dato il suo frutto.

Costa dAvorioL’eredità ricevuta da san Michele non è un pezzo d’antiquariato che custodiamo come un ricordo prezioso tra molti altri. È invece qualcosa di vivo che ci impegna nel renderla sempre più nostra. Il volto di san Michele traspare e dovrà trasparire sempre più nei betharramiti, che hanno condiviso la sua esperienza di Dio e che cercano, quest’anno in particolare, di rinnovare la loro identità carismatica.

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