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15/12/2017

Un messaggio del Vescovo di Roma

Dialogo interreligioso o Evangelizzazione?

Un messaggio del Vescovo di Roma

Sul volo di ritorno dal suo 21° viaggio apostolico, che si è svolto in Bangladesh e Myanmar, Papa Francesco si è reso disponibile per la consueta conferenza stampa.

Lo scopo del suo viaggio è stato quello di portare, in questi due paesi asiatici di cui uno ufficialmente musulmano e l’altro di maggioranza buddista, un messaggio di riconciliazione, di perdono e di pace.

Etienne Loraillère, Kto (televisione cattolica francese): Santità, alcuni oppongono il dialogo interreligioso e l’evangelizzazione. Durante questo viaggio, Lei ha parlato del dialogo per costruire la pace. Ma qual è la priorità: evangelizzare o dialogare per la pace? Perché evangelizzare significa suscitare conversioni che provocano tensioni e a volte conflitti tra i credenti; dunque, qual è la Sua priorità: evangelizzare o dialogare?

Papa Francesco:
Grazie. Prima distinzione: evangelizzare non è fare proselitismo. La Chiesa cresce non per proselitismo, ma per attrazione, cioè per testimonianza. Questo lo ha detto Papa Benedetto XVI. Com’è l’evangelizzazione? E’ vivere il Vangelo, è testimoniare come si vive il Vangelo: testimoniare le Beatitudini, testimoniare Matteo 25, testimoniare il Buon Samaritano, testimoniare il perdono settanta volte sette. E in questa testimonianza, lo Spirito Santo lavora e ci sono delle conversioni. Ma noi non siamo molto entusiasti di fare subito le conversioni. Se vengono, aspettano: si parla…, la tradizione vostra…, si fa in modo che una conversione sia la risposta a qualcosa che lo Spirito Santo ha mosso nel mio cuore davanti alla testimonianza del cristiano. Nel pranzo che ho avuto con i giovani nella Giornata della Gioventù a Cracovia – una quindicina di giovani di tutto il mondo – uno mi ha fatto questa domanda: “Cosa devo dire a un compagno di università, un amico, bravo, ma che è ateo? Cosa devo dirgli per cambiarlo, per convertirlo?”. La risposta è stata questa: “L’ultima cosa che tu devi fare è dire qualcosa. Tu vivi il tuo Vangelo, e se lui ti domanda perché fai questo, gli puoi spiegare perché tu lo fai. E lascia che lo Spirito Santo lo attiri”. Questa è la forza e la mitezza dello Spirito Santo nelle conversioni. Non è un convincere mentalmente con apologetiche, ragioni… no. È lo Spirito che fa la conversione. Noi siamo testimoni dello Spirito, testimoni del Vangelo. “Testimone” è una parola che in greco si dice “martire”: il martirio di tutti i giorni, il martirio anche del sangue, quando arriva… La sua domanda: cosa è prioritario, la pace o la conversione? Ma, quando si vive con testimonianza e rispetto, si fa la pace. La pace incomincia a rompersi in questo campo quando incomincia il proselitismo, e ci sono tanti tipi di proselitismo, ma questo non è evangelico. Non so se ho risposto.

(Estratto della conferenza stampa del 2 dicembre 2017

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