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Sessione 1
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14/01/2014

In memoriam...

Fratel Giuseppe Pozzi, scj

In memoriam...

Fratel Giuseppe Pozzi, scj

Castello Valsolda, 14 febbraio 1938 - Solbiate, 29 dicembre 2013

 

Omelia durante i suoi funerali - Lunedì 30 dicembre 2013


«Siamo riuniti davanti al Signore per celebrare le esequie di fr. Giuseppe, un confratello non sacerdote ma consacrato e con i voti religiosi, come S. Francesco d'Assisi.

E' confortante ricordarlo per le tante persone che lo hanno conosciuto, soprattutto in questi 25 anni ad Albavilla, e che ne hanno apprezzato la bontà e generosità, senza magari capire fino in fondo il suo ruolo e la sua identità di consacrato, anche per la sua proverbiale riservatezza.

Ed è importante ricordarlo anche per ciascuno di noi, suoi confratelli, che abbiamo avuto il privilegio di conoscerlo bene e che siamo chiamati a raccoglierne la testimonianza di vita.

Dunque... un consacrato, come S. Francesco, chiamato a vivere nella forma più originaria, più essenziale, più limpida, la donazione totale della vita al Signore, seguendo lo stile proprio di una famiglia religiosa, quella dei Padri del S. Cuore di Bétharram e vivendone la spiritualità propria.

Un consacrato chiamato ad essere nella Chiesa, nonostante i propri limiti, "segno" di donazione totale alla causa del Vangelo, "segno" di amore fraterno e "segno" di servizio nella carità. E' l'arduo ruolo che è chiamata a svolgere la vita consacrata nella Chiesa e nel mondo.

Le letture che abbiamo ascoltato ci ricordano proprio questo compito e delineano gli assi portanti della spiritualità specifica dei Padri di Betharram.

Isaia dice: "Udii la voce del Signore che diceva: "chi manderò e chi andrà per noi?"
"Eccomi", come Maria all'annuncio dell'Angelo e come Gesù al Padre nel momento di entrare nel mondo: "Eccomi per fare la tua volontà".

E' la consacrazione della vita al Signore, che fr. Giuseppe ha compiuto, dopo i trenta anni di età, dopo anni di esperienza lavorativa come imbianchino. Anni che lo hanno allenato alla fatica, che lo hanno preparato ad essere sempre disponibile agli appelli di tutti, ai bisogni delle comunità, alle richieste degli amici per ogni tipo di servizio: fosse nei duri lavori della vigna a Monteporzio Catone; fosse nel lavoro di accoglienza nella casa S. Giuseppe qui ad Albavilla o a Teggiate durante l'estate; fosse in risposta alle richieste delle suore del vecchio Roscio, dove interveniva ad aggiustare di tutto con la maestria di un esperto bricoleur e con il cuore grande di chi ha imparato a declinare il suo eccomi in tutte le azioni della giornata.

Sostenuto da un rapporto personalissimo e intenso con il Signore. Rapporto alimentato dalla preghiera fin dal mattino presto e coltivato la sera, dopo una giornata di lavoro, con la recita di decine e decine del rosario. Ricordiamo tutti in comunità le ore e ore passate da fr. Giuseppe, in questi ultimi anni, ad ascoltare partecipe ed a pieno volume tutte le emittenti televisive o radiofoniche che trasmettevano celebrazioni eucaristiche e recite del rosario. Ricordiamo la sua puntualità nel portare un fiore fresco alla Madonna del refettorio ogni mattino.

E' stato, credo, e rimarrà per tutti noi il richiamo di un fratello, che ha vissuto la consacrazione in modo semplice e forte, a fare attenzione all'essenziale della vita offerta al Signore.

Paolo nella seconda lettura ci ha invitati a "rivestirci”, come amati da Dio, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza".

La nostra regola di vita ci chiede di vivere la sfida della vita fraterna in comunità come segno della presenza di Cristo tra gli uomini. "Da questo riconosceranno che siete miei discepoli".

Fr. Giuseppe, libero da impegni di ministero pastorale diretto e attento a tutti i bisogni dei fratelli in comunità, pronto a partire per ogni dove, con il suo inseparabile furgoncino, per procurare le cose più impensate e utili oppure a cavallo del “suo” trattorino per sistemare anche il prato delle Suore .. credo sia stato e sarà il richiamo vivente più concreto a questo altro valore irrinunciabile della vita consacrata: essere "signum fraternitatis", segno che si può vivere da fratelli in Cristo.

Nel Vangelo Gesù benedice il Padre perchè ha rivelato le verità più profonde ai piccoli, agli umili e poi invita gli affaticati, gli oppressi a rivolgersi a Lui con fiducia. Ed è quello che anche la vita consacrata, ad imitazione di Cristo, è invitata a fare: offrire il "servizio della carità" a chi ha più bisogno.

Quanto spesso fr. Giuseppe usciva dalla dispensa con borse di viveri per chi bussava alla porta. Ancora, anche in questo caso, la traduzione pratica, concretissima di un tratto portante della spiritualità di un consacrato.

E fr. Giuseppe ci ha insegnato anche l'attenzione cordiale, affettuosissima per gli anziani, i malati, le persone più umili e meno capaci di farsi notare.
Concludendo… mi nasce il dubbio di aver fatto un discorso troppo elogiativo: fr. Giuseppe non me lo perdonerebbe mai.

Credo proprio invece che quanto detto sia il riconoscimento dovuto ad un confratello che ha vissuto nel silenzio e con semplicità una vita consacrata totalmente al Signore, che ci ha offerto una testimonianza preziosa, da non dimenticare. La sua vita credo sia stata un dono del Signore per ciascuno di noi.

Grazie, Bepi, di averci insegnato a credere in maniera semplice e fiduciosa nel Signore; Grazie dei tuoi quotidiani: "Eccomi, per fare la Tua volontà"; Grazie della tua fraternità, fatta di poche parole e di tanti gesti concreti; Grazie delle tenerezze che ci hai insegnato per chi ha bisogno; Grazie a nome di tutti! E grazie al Signore di averci fatto dono della tua vita e della tua testimonianza.”

Piero Trameri, scj


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