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14/01/2014

Il 150° anniversario

Le ricchezze della “multiforme grazia” di Dio

Pie XII durante il canto del « Te Deum » subito dopo la canonizzazione di San Michele Garicoïts  (Tratto dall’Osservatore romano del 9 luglio 1947)

Il 6 luglio 1947, Michele Garicoits e suor Elisabeth Bichier des Ages venivano proclamati santi da Pio XII durante una solenne cerimonia. Il giorno dopo, 7 luglio, il Sommo Pontefice spiegava ai pellegrini i fondamenti e le note caratteristiche della loro sublime santità.
All’inizio di questo nuovo anno, per ridare slancio al nostro fervore, riascoltiamo dalla voce stessa del Papa Pio XII, quello che ha fatto del nostro fondatore un santo, senza dimenticare di riflettere sulle raccomandazioni che ha indirizzato ai suoi figli spirituali al termine del suo elogio.

Più di una volta, celebrando gli eletti che abbiamo elevato alla gloria degli altari, abbiamo avuto la gioia di far ammirare, nella varietà delle loro fisionomie, la ricchezza della tavolozza divina, di questa multiformis gratia (1 Pt 4,10), che, posando sulla fronte di ciascun santo, come il prisma sullo schermo, uno dei riflessi multicolori dell’unica e infinita luce increata, fa del loro insieme un’immagine, molto sbiadita certamente, eppure meravigliosamente bella, di quella che è chiamata per eccellenza specchio di giustizia, perché riflette in essa sola lo splendore di suo Figlio che è lui stesso candor lucis aeternae e speculum sine macula (Sap. 7,26).

Si tratta di questo: se tutte le virtù – e tutte praticate in grado eroico – devono figurare nel diadema di cui la Chiesa incorona i beati, il carattere, il temperamento di ciascuno, gli avvenimenti o le circostanze della loro esistenza, mettono più o meno in rilievo e in luce l’una o l’altra delle gemme che ne arricchiscono lo splendore.

Profili di santi

Notiamo questa diversità tra i santi, quando confrontiamo tra loro i due sacerdoti, la cui esistenza è stata così strettamente legata a quella di Santa Elisabetta Bichier des Ages. L’uno ha condiviso con lei gli onori della solennità di ieri; l’altro [P. André Fournet] li ha preceduti di diversi anni. È impossibile scindere questo triplice ricordo.

Ora, studiando la figura di Michele Garicoïts, la sua storia e la sua psicologia, si ha l’impressione di trovarsi di fronte a una di quelle acqueforti che, per la chiarezza incisiva dei tratti impressi nel rame, per il chiaroscuro che evidenzia il contrasto tra vivacità delle luci e la profondità delle ombre, esprimono in modo chiaro la fisionomia propria di un temperamento vigoroso. (…)

La figura di Michele Garicoïts

I Pirenei! E’ qui che entra in scena Michele Garicoïts. Questo grande santo, così diverso, sul piano naturale, da Andrea Fournet, doveva essere, dopo la sua morte e anche in seguito, un secondo padre per le figlie della Croce. Lui stesso diceva che doveva tutto alla loro madre: “Vedendo la santità di questa anima eletta, la sua vita religiosa, la sua povertà, fui condotto a riflettere su me stesso … Dove sarei senza di lei? Infatti … quel poco che sono lo devo a lei, dopo che a Dio; sì, vi dico, è lei che mi ha convertito”. E a chi era disposto ad ascoltarlo, diceva anche che era sempre lei “che aveva fatto tutto nella fondazione della Congregazione dei Preti del Sacro Cuore di Bétharram, di cui lui era il primo Superiore Generale”. Diamo alla modestia la sua parte; i santi sono molto abili nell’attribuirsi reciprocamente il merito delle loro virtù e delle loro opere.

Comunque sia, Michele Garicoïts, uomo tutto d’un pezzo, non lascia le cose a metà. Se è vero che la vista della povertà della nobile Elisabetta Bichier des Ages ha convertito “il giovane vicario che, dopo una vita di grande povertà … calzava scarpe eleganti al posto degli zoccoli da pastore”, arrivò presto a eguagliare il suo modello, se non a sorpassarlo; e le talari del santo diventeranno leggendarie come l’abito della santa.

“De forti dulcedo”

Con la povertà, compresa e amata, ha accolto l’inseparabile corteo di virtù quali l’umiltà, la mortificazione, l’abnegazione, lo zelo, la carità e nello stesso tempo si è rivestito di una tale bontà che si potrebbe, e con ragione, applicare a lui il “de forti … dulcedo” (Gd 14,14). Dal suo cuore, in mille episodi della sua vita, dalle sue labbra, durante le sue conferenze e i suoi incontri spirituali, dalla sua penna, nelle sue lettere, scaturiscono, come da un vulcano in continua eruzione, vampe infuocate risplendenti di tutte le virtù. Sfogo spontaneo, insufficiente però a versare verso l’esterno l’immensità della carità, la cui pressione fa scoppiare il suo cuore incapace a contenerla. E’ questo bisogno di andare oltre se stesso che, facendo di lui il fondatore di una famiglia religiosa, lo rende anche un amico appassionato e generoso di tutte le altre. In coloro che un animo meno grande considererebbe dei concorrenti, lui vede invece altrettanti fratelli e, più ancora, altrettanti apostoli, di cui desidera diventare l’umile cooperatore. Accoglie i Cappuccini espulsi dalla Spagna; dà il suo aiuto alla nascente Congregazione dei Missionari dell’Immacolata Concezione; offre la sua collaborazione gioiosa e disinteressata alla fondazione dei Gesuiti a Pau; fa tutto il possibile per agevolare il ritorno dei premostratensi ; collabora alla fondazione Notre Dame du Refuge del Padre Cestac; non si risparmia nell’attività di direttore spirituale delle Carmelitane, delle Orsoline, delle Domenicane, e soprattutto delle sue care Figlie della Croce.

Meraviglie operate dal suo zelo

Tuttavia, non mancano certo opere sue proprie: la formazione e il governo della sua Congregazione dei Preti del Sacro Cuore di Gesù, il Santuario e il Calvario di Bétharram, la fondazione e la direzione dei collegi, degli orfanotrofi sia in zona agricola che industriale, il reclutamento di Fratelli insegnanti. La regione pirenaica, dove ha tanto lavoro da svolgere e dove in effetti si adopera per realizzarlo, non gli impedisce di rispondere alla proposta di una importante missione in Argentina prima e poi in Uruguay.

Non si è limitato a ideare, creare e lanciare! La sua presenza e la sua azione si fanno sentire ovunque, sia attraverso le visite, sia attraverso la sua corrispondenza così vasta e, nello stesso tempo, così precisa, equilibrata, cordiale e animata da ardore soprannaturale: ci si chiede come un solo uomo abbia potuto far fronte a tanti impegni.

Glorificazione suprema

La Provvidenza che, al termine della vita di Elisabetta e al brillante esordio della vita apostolica di Michele Garicoïts, ha avvicinato questi due santi e assicurato, grazie al loro reciproco aiuto, la solidità e l’efficacia delle loro rispettive opere, ha voluto sancire il loro incontro quaggiù sulla terra attraverso il loro ricongiungimento nella glorificazione suprema.

Sorpreso dalla pienezza che accomuna queste due esistenze così diverse, il mondo si chiederà grazie a quale miracolo abbiano potuto conciliarsi l’estensione immensa e la profondità insondabile della loro attività esterna con il raccoglimento interiore della loro vita eminentemente spirituale e contemplativa. Perché parlare di conciliazione? Una conciliazione tra la fiamma del loro zelo, che propaga l’incendio verso l’esterno, e il fuoco della carità dove tale fiamma ha avuto origine? Tra la luce che diffondono attorno a loro e la luce infinita di cui sono il riflesso?

Esortazione paterna

Quale lezione per voi, cari figli, Preti del Sacro Cuore, care Figlie della Croce! Una lezione impartita dalle labbra amate di due santi ai quali, gli uni e le altre, dovete moltissimo! Il vostro zelo, come il loro, sia ardente, attivo, attraente, adatto ai bisogni di ogni tempo, ma si alimenti sempre alla sorgente viva! Non cedete alla tentazione di sacrificare la vostra vita religiosa e la vostra santificazione personale all’apostolato. Sarebbe come cogliere dall’albero i fiori sbocciati per farne un bouquet e voler poi cercare frutti sui rami spogli.

Ai loro insegnamenti e ai loro esempi si aggiunge la potenza della loro intercessione. Con fiducia la invochiamo per voi, donando a voi e a tutti quelli e quelle che rappresentate qui, a tutti quelli e quelle che siete chiamati a servire, alle vostre famiglie, a tutte le persone che vi sono care, la Nostra Benedizione Apostolica.


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