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24/11/2009

Notizie in Famiglia - 14 febbraio 2010

Summario

 

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La parola del Padre generale

Grotta della Natività, Betlemme

Questo tesoro in vasi d’argilla
La grazia del Capitolo generale 2011

Roma, 2 febbraio 2010

Cari Padri e Fratelli,
Col Consiglio di Congregazione, tenuto a Roma negli ultimi di gennaio, abbiamo deciso che il XXVI° Capitolo generale della nostra famiglia si terrà nella nostra casa di Betlemme, dal 14 al 31 maggio 2011. Il Capitolo generale, segno di unità e di carità per tutti i religiosi del nostro istituto, è un avvenimento ecclesiale, afferma la nostra Regola di Vita (art. 177).
Il periodo capitolare si apre con questa lettera indirizzata al cuore di ogni Betarramita desideroso di conformarsi in ogni cosa al Cuore di Gesù. L'appuntamento di Betlemme sarà il punto culminante della strada intrapresa da tutti i religiosi e da tutte le comunità della Congregazione. La sua fecondità sarà proporzionale all'implicazione di tutti i religiosi e delle comunità nella riflessione, nella preghiera e nello sforzo di conversione, durante il tempo di preparazione. I delegati che parteciperanno, come rappresentanti dei loro confratelli, adempiranno la loro missione se si sentiranno sostenuti da un clima spirituale e dal desiderio autentico di vivere l'eredità carismatica tramandata da san Michele Garicoïts.
Vogliamo che questo tempo di grazia sia orientato verso la presa di coscienza delle nostre fragilità, così come delle possibilità e delle energie che ne possono scaturire. E tu, Betlemme di Efrata, così piccola per essere tra i villaggi di Giuda, da te uscirà colui che deve essere il dominatore in Israele (Mi 5,1). Non vogliamo considerare le nostre fragilità come fallimenti, ma come opportunità per renderci strumenti idonei alla missione di costruire il Corpo di Cristo che è la chiesa e fare progredire il Regno di Dio nella società. È ciò che suggeriscono queste parole di san Michele Garicoïts e di san Paolo: Che le nostre stesse debolezze ci rendano più umili, più generosi, più forti in Gesù Cristo e per Gesù Cristo! "Infatti quando sono debole, è allora che sono forte " (2Cor 12,10).  (DS 81) Questo tesoro, lo portiamo come in vasi d’argilla… ( 2 Cor. 4,7).
Gesù Cristo è il nostro riferimento. Gesù Cristo nel cuore, sulle labbra e nella condotta. Gesù Cristo, ecco il nostro specchio, il nostro esempio, che non bisogna mai perdere di vista; la sua vita, le sue azioni, il suo atteggiamento interiore, esteriore, ecc. Paragonasi senza tregua a Lui: il Tuo cuore è come il suo? In questo momento come agirebbe Lui? Gesù è come il serpente di bronzo; basta guardarlo per essere guariti dai morsi velenosi delle cattive inclinazioni. " Per me infatti il vivere è  Cristo " (Fil 1,21), sì, è Lui, Lui solo è la mia vita! (DS 341)
Con questo spirito di umiltà e di fiducia nell'amore del Padre, con lo stesso entusiasmo col quale abbiamo deciso un giorno di essere suoi discepoli-missionari, con lo stesso ardore che mettiamo nella missione, dobbiamo tutti metterci a lavorare e a pregare. Visto che l'approvazione della Regola di Vita riveduta sarà l’impegno dominante del Capitolo, proponiamo che,  a partire da questo mese di febbraio fino ad aprile dell'anno prossimo, si faccia una lettura meditata della Regola di Vita in comunità. Dobbiamo farlo in un clima di preghiera, di narratio fidei che ci aiuti a condividere, con semplicità, la gioia di essere ciò che siamo coi nostri fratelli di comunità, poiché nella comunità si trovano i religiosi, la vita e la missione la Congregazione. (In questo stesso numero della NEF, troverete la scheda di animazione elaborata coi Superiori regionali).
Questo lavoro nelle comunità sarà preparazione all'Assemblea che avrà luogo in ogni Vicariato, tempo forte di comunione e di partecipazione, ma anche di valutazione della fedeltà al nostro carisma, della sua incidenza sul nostro ambiente culturale e del modo  col quale la cultura di ogni Vicariato incrementa la propria maniera di esprimersi. Le conclusioni delle Assemblee saranno riprese dai Capitoli regionali  e permetteranno di analizzare lo stato della Regione, di fare delle proposte al Capitolo generale e di eleggere i deputati della Regione (art. 225).
Percorriamo con gioia e impegno questo itinerario capitolare: è un momento importante che ci aiuterà ad essere ancora più autentici religiosi del Sacro Cuore di Gesù, un'opportunità unica per rinnovare veramente la vita delle nostre comunità ed il nostro impegno nella missione. Non tiriamo fuori la scusa delle nostre debolezze! Non c'è scusa per amare Dio. San Michele Garicoïts c'incoraggia, con le stesse parole che scrisse a Suor Zéphirin-Saint-Blaise : non sei giusta se non riconosci il bene che il Signore opera in te e per te, e al tempo stesso riconosci  il male che fai. Riconosci il primo dunque dicendo: "Signore, quanto sono indegna, l’unica cosa che mi resta da fare è di ringraziarti; fa che ne approfitti per amarti e servirti con maggior zelo".  Riconosci anche il secondo dicendo: "Ecco veramente il frutto del mio giardino; dal mio intimo, non può scaturire che tale cosa; ma dì una parola e tutto cambierà aspetto".  (Corr. I, lettera 114, p. 243).
La sera del giorno dedicato alla Vita consacrata,  coi Padri Bruno, Jean-Luc, Jacky e Beñat, e il Fr. Fiorenzo, ho partecipato ai Vespri ed all'Adorazione presieduti dal Papa Benedetto XVI, nella basilica di San Pietro. Ne ho approfittato per presentare a Gesù-Eucarestia tutta la Congregazione impegnata nel progetto del XXVI° Capitolo generale. L'ho presentata nella stessa maniera con la quale Maria presentava al Tempio il suo Figlio Gesù: Purificarci e presentarci. Dobbiamo fare camminare insieme queste due cose fino alla morte; vivere e morire purificandoci dai nostri errori quotidiani e presentandoci a Maria, con Maria a Gesù, e con Gesù al Padre Nostro celeste. Pensiamo spesso a questo, amiamolo, facciamolo. Così sia! (Corr. I, lettera 74, p. 190)
Restiamo uniti in questo sforzo col Betarram del cielo, col nostro padre san Michele Garicoïts,  col Servo di Dio Augusto Etchécopar e con la Beata Miriam. Amen. Fiat. Fiat. Eamus. Avanti sempre!

Gaspar Fernandez,SCJ


nef-etchecopar.jpgPadre Augusto Etchécopar scrive...
a Padre Pierre Pagadoy, 22 aprile 1877

In questo momento siamo impegnati [alla redazione delle Costituzioni] con tutto lo zelo di cui siamo capaci, con il desiderio di riportare con noi [da Roma] questa forma di vita attesa con tanta impazienza da tutta la Congregazione  e che dovrà essere sottoposta al prossimo Capitolo generale, e infine alla Santa Sede.
Pregate e chiedete preghiere perché la Santissima Vergine nostra Madre sia glorificata nel rafforzamento e nella santificazione dei suoi figli, della sua opera di Bétharram.
Oh! mio Dio, è proprio questo che vogliamo e non altro; ma siamo strumenti così indegni e inadatti!
Per fortuna possiamo contare sia qui che laggiù sull’aiuto di fratelli migliori di noi! Per fortuna la grazia che ci sostiene è potente e sembra volere, da sola, eliminare tutti gli ostacoli! A questa grazia va la nostra immensa riconoscenza! 


Consiglio di Congregazione: parole e Atti

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Il XVIII Consiglio di Congregazione, composto dal Superiore generale, dal suo Consiglio e dai tre Superiori di Regione, si è riunito nella Casa generalizia, a Roma, dal 21 al 27 gennaio. Vi trasmettiamo la sintesi degli Atti pubblicati a conclusione degli incontri.

1. LA REGIONALIZZAZIONE

A seguito dei rapporti dei Superiori di Regione, il Consi-glio ha fatto il punto sulla regionalizzazione, un anno dopo il suo inizio.

Punti positivi

  • La buona volontà della maggior parte dei religiosi e la loro apertura alla Congregazione oltre la loro realtà locale;
  • la condivisione del servizio dell’autorità tra Superiori di regione e di vicariato;
  • il clima di fiducia e di lavoro in seno al Consiglio;
  • l’importanza dell’accompagnamento dei religiosi nelle funzioni del Superiore regionale;
  • la serenità e la convinzione con le quali i Superiori portano avanti la loro missione, nonostante l’ampiezza del compito;
  • l’interesse manifestato nei vicariati per vivere meglio la consacrazione, un maggior senso del bene comune;
  • l’importanza data alla cooperazione tra i vicariati nella formazione e la valorizzazione del carisma;
  • il clima positivo delle assemblee di vicariato;
  • l’insistenza sulla comunità: si cercano delle missioni per le comunità, non delle attività per gli individui;
  • la presa di coscienza delle realtà nazionali: un passo verso la responsabilizzazione, anche se è difficile;
  • il passaggio da una forma di bilateralismo (e dipen-denza) ad una compartecipazione dove ognuno si sente implicato e solidale;
  • lo spirito di internazionalità nell’informazione (Nef, betharram.net), e l’interesse suscitato;
  • la sensibilità per una armonizzazione economica …

Punti negativi

  • La confusione dei ruoli tra Superiori regionali e di vicariato;
  • la difficoltà a far funzionare le strutture, e a tenere i ritmi delle riunioni, etc. previsti dalla Regola;
  • la complessità del funzionamento del Consiglio regionale, legata alle spese di viaggio, anche se si cerca di conformarsi;
  • la mancanza di pertinenza, e i costi di funzionamento, del Consiglio di Regione, al punto che due Regioni su tre non sono riuscite a costituirlo;
  • la pesantezza del Capitolo regionale così com’è previsto nella nuova Regola, da cui la necessità di ripensare alla sua composizione;
  • l’entrata in funzione della regionalizzazione come riforma istituzionale che non è sempre accompagnata da una rifondazione e conversione personale e comunitaria;
  • il divario tra l'ignoranza della Regola e della Regionalizzazione di alcuni religiosi, e gli enormi sforzi spesi in questo senso da vari anni;
  • alcune resistenze che provengono spesso da problemi personali rispetto alla vocazione, o in rapporto all’autorità;
  • la difficoltà a comprendere che la regionalizzazione funzionerà solo se funzioneranno le comunità;
  • gli interrogativi che solleva la figura del Superiore di vicariato, ancora fluida, e la debolezza di alcuni superiori locali nel loro ruolo di animazione;
  • la chiusura delle ex Province: un passato difficile da superare;
  • la paura del cambiamento, la contraddizione tra la volontà di semplificare e la complicazione percepita nelle strutture...

Le sfide in corso

  • Convincere quelli che ne dubitano ancora della validità della regionalizzazione;
  • non lasciar scemare l’entusiasmo individuale;
  • continuare a condividere e alimentare il clima di fiducia tra Superiori regionali e Consiglio generale;
  • garantire l’impegno di ciascuno in relazione alla propria vocazione, ravvivare il senso di appartenenza a Bétharram.

2. TEMI TRATTATI

Narratio fidei
Il Consiglio ha inserito nei lavori due momenti di condivisione di fede che hanno dato la possibilità di rafforzare spiritualmente le proprie riflessioni (una prima condivisione sulla lettera 69 di san Michele, l’altra su una circolare di P. Etchécopar). Una volta in più la narratio fidei ha dimostrato di essere più che un mezzo o un esercizio: un’esperienza che fa crescere.

Temi economici
Di fronte alla poca redditività degli investimenti finanziari, il Consiglio discute per un investimento immobiliare al servizio di una realtà in crescita della Congregazione. L’Ufficio economico generale presenta i conti 2003-2008 e i formulari a breve in vigore. L’unificazione auspicata dovrebbe permettere una migliore gestione di previsione, a livello locale e globale.

Temi riguardanti la formazione
Il Consiglio prende conoscenza degli orientamenti definiti dal Servizio di formazione, durante la riunione a metà gennaio in casa generalizia: elementi di pedagogia betharra-mita per completare la Ratio e programmazione della prossima sessione in vista dei voti perpetui a Bétharram.

Progetto missionario
Dopo la Thailandia (2008) e la Costa d’Avorio (2009), il Consiglio intende proporre un nuovo progetto per favorire l’animazione missionaria. A questo riguardo, diversifica l’operazione solidale annuale, limitata nei tempi e negli obiettivi, e il lavoro di fondo dell’animazione missionaria. Il primo riguarda l’informazione, la sensibilizzazione e l’immagine della Congregazione; il secondo un investimento di lunga durata.

Le facoltà speciali accordate agli Ordinari
Esposizione e scambio con Mons. Antonio Neri, sotto-segretario della Congregazione del Clero, a proposito della regolarizzazione canonica di alcune situazioni.

Orizzonte Cina
Da tempo sono stati avviati dei contatti con P. Gregorio Taozhibin, sia a Bétharram che a Roma: unico sacerdote in attività nella diocesi di Dali, P. Gregorio tiene vivi i legami, storici e missionari, con la Congregazione. Un viaggio in Cina di due membri del Consiglio generale è auspicabile per mettere alcuni punti fermi per un’eventuale collaborazione da sottomettere al Capitolo.

Il Capitolo generale 2011
Il Consiglio discute della scelta del luogo e dei contenuti del prossimo Capitolo generale. Tra questi: un lavoro di gruppo sulle debolezze e le forze della Congregazione; l’apporto di un esperto, a partire dalla Bibbia, dal carisma, etc.; i momenti di condivisione nella linea della narratio fidei.

 

3. DECISIONI

  1. Il Consiglio di Congregazione decide di corrispondere un affitto al Carmelo apostolico per Maria Kripa (scolasticato di Mangalore), e chiede al Consiglio regionale, con il Superiore del Vicariato d’India, di cercare un terreno per costruire nei prossimi 5 anni; il Consiglio generale è pronto all’acquisto del terreno nei limiti delle proprie disponibilità.
  2. Il Consiglio di Congregazione ha deciso che, quest’anno, l’animazione missionaria d’insieme (progetto solidale 2010) sosterrà il Vicariato dell’India.
  3. Il Consiglio di Congregazione ha adottato il nuovo piano contabile per tutta la Congregazione.
  4. Viene proposto di sopprimere il Consiglio di Regione dalla Regola di Vita, e di cambiare i criteri d’elezione dei delegati ai capitoli regionali.
  5. Il Consiglio si è espresso affinché il Superiore generale, in conformità all’articolo 195.e della Regola di Vita, dispensi dalle modalità attuali per la formazione dei capitoli regionali e faccia adottare i criteri proposti dalla Commissione per la revisione della Regola di Vita (questi ultimi dovranno essere sottoposti al Capitolo generale del 2011).
  6. Il Consiglio approva il programma della sessione in vista dei voti perpetui del 20 aprile-28 maggio 2010 in Francia, come pure le modifiche apportate alla Ratio dal Servizio di formazione betharramita.
  7. Il Capitolo generale si terrà nella nostra casa di Betlemme dal 14 al 31 maggio 2011.
  8. A metà gennaio 2011, dopo lo svolgimento dei capitoli regionali, il Consiglio di Congregazione si riunirà per raccogliere le proposte dei Capitoli regionali e preparare i documenti del Capitolo generale.


 In preparazione al Capitolo generale del 2011

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La Regola, cammino di Vita con Cristo

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San Michele Garicoïts definiva la Regola come un “ottavo sacramento, una via diretta per arrivare a Dio e metterci sotto la guida dello Spirito Santo” (DS 221). Perché questo sacramento “produca frutti” (DS 225), è bene che ciascun religioso e ciascuna comunità lo accogliesse, non tanto come un oggetto di studio, ma come un cammino di vita verso il Cristo.
Nella primavera del 2011, il punto centrale del Capitolo generale sarà l’adozione della Regola, ora in corso di sperimentazione. A partire da ora, il Consiglio di Congre-gazione invita ad una lectio divina, una condivisione di vita e di fede, su questo documento. Ecco il cammino da percorrere che ci viene proposto:

Quadro
un incontro mensile, di una durata adeguata (90 min. c.a), in un clima che favorisca la lettura personale e l’ascolto reciproco.

Obiettivi
condividere la bellezza della nostra vita religiosa betharramita; l’esperienza di san Michele rischiara la nostra;
scoprire le nostre fragilità per permetterci di rinnovare il nostro slancio “Che le nostre debolezze ci rendano più umili,  più forti, più generosi in Gesù Cristo e per Gesù Cristo” (DS 81);
accogliere gli altri con le loro capacità e le loro debolezze perché ci aiutino e ci incoraggino a proseguire;
fare delle proposte permettendo che nella nostra vita si faccia chiarezza, lasciarci interpellare dalla Regola di Vita, sul piano personale e comunitario; considerare Gesù Cristo come il nostro specchio (DS 341);
esprimere delle riflessioni in vista del Capitolo generale per essere coinvolti nella preparazione con impegni concreti.

Suggerimenti per incontri
(ogni comunità è libera di raggruppare i capitoli):
1. il Carisma (condivisione della storia della nostra vocazione, dove non è ancora stato fatto);
2. la Missione;
3-5. la Consacrazione (un incontro per ogni voto?);
6. la Vita fraterna;
7. la Vita di preghiera;
8. la Formazione;
9. l’Autorità e/o l’Amministrazione dei beni.

Metodo
Pregare (5min)
Riprendere la citazione di san Michele all’inizio di ogni capitolo.
Invocare lo Spirito Santo (Veni Creator o preghiera della Beata Maria di Gesù Crocifisso...).
Leggere (20min)
Confrontare la nostra vita con la Regola cominciando a leggere il capitolo preso in considerazione.
Condividere (50min)
Di questa parte della Regola, 
- Cosa mi colpisce? Mi incoraggia?
- Cosa mi interroga? Crea difficoltà?
- C’è differenza tra ciò che leggo e ciò che vivo oggi?
- Quale metodo usare personalmente, e quale comunitariamente, per essere più fedeli e più contenti nella nostra vocazione?
Discernere
(10min)
Mettersi d’accordo e mettere per iscritto almeno un punto del nostro scambio che vorremmo far giungere al Capitolo regionale e generale
Cantare (5min)
Padre Nostro, inno a san Michele o alla Vergine …


5 minuti con... padre JOSÉ ANTÔNIO DA SILVA

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P. José Antônio da Silva vive nella comunità dello scolasticato regionale a Belo Horizonte. Affetto da una grave forma di diabete, ha perso le due gambe ma non la sua serenità, come testimonia quanto segue (e che noi pubblichiamo tre giorni dopo la Giornata mondiale dei malati).

Nef : Tu sei stato ordinato sacerdote a 35 anni, nel 1991. Qual è stato il tuo cammino fino a quel momento?
- Prima di entrare a far parte della vita religiosa, ero commerciante, proprietario di un ristorante a Santa Luzia, non lontano di Belo Horizonte. Il ristorante era vicino alla casa canonica dove vivevano i Padri Emmanuel Calvarin e Joaquim Soares Moreira, betharramiti, e che allora erano responsabili della parrocchia. La mia vita era come quella di tutti i commercianti: molto lavoro.

Cosa ricordi volentieri di quegli anni? In cosa ti hanno aiutato a maturare la tua vocazione?
- Ciò che più ha attirato la mia attenzione, ciò che mi affascinava era Gesù… la possibilità di seguire Gesù. Possedevo già il senso di responsabilità, una forma di maturità indotta dal mio stile di vita, perché il commercio ha le sue esigenze. In quel tempo, la cosa più importante per la mia vocazione fu quella di fare il passo per entrare in seminario, prendere la decisione di iniziare un cammino di formazione: lasciare tutto per qualcosa che non sapevo ancora bene cosa fosse.

Cosa ti ha fatto decidere di diventare betharramita?
- La semplicità della Congregazione, di quelli che la compone-vano, i religiosi. P. Emmanuel ha avuto una grande influenza su di me, anche P. Joaquim, ma P. Emmanuel era quello più vicino, più intimo, se si può dire così. Il carisma, il motto della Congregazione (Fiat Voluntas Dei – Sia fatta la Volontà di Dio), mi aveva colpito; vi vedevo una chiamata che esigeva una risposta, una risposta personale: essere sacerdote, essere disponibile senza fermarsi davanti a nessuna situazione e a nessuno.

Da allora, qual è stato il tuo ministero?
- Dopo l’ordinazione, fui inviato a Conceiçao do Rio Verde, con P. Paulo Vital. Ero vicario parrocchiale, svolgevo i servizi che mi venivano richiesti. Nel 1994 fui nominato parroco della parrocchia di Maria Helena, un piccolo paese dell’interno, nello Stato del Parana. Eravamo in tre, P. Emmanuel, P. Jaquim e io (abitavo a Douradina, ma lavoravo soprattutto a Maria Helena). Quando la Congregazione decise di restituire la missione, fui incaricato della parrocchia del Sacro Cuore di Gesù a Nova Granada, Belo Horizonte … era il 1998. Nel 2000, e per due anni, eccomi di nuovo vicario nella parrocchia San Sebastiano a Passa Quatro. Fui inviato subito al Collegio San Michele, nella stessa Passa Quatro, per aiutare l’allora Fratel Mauro. Siccome l’aspirantato si trovava nello stesso luogo, mi rendevo disponibile per guidare i seminaristi. È stato lì che la mia condizione è peggiorata; nel 2003 ho dovuto subire una prima amputazione. Sono ritornato a Nova Granada nel 2004 come vicario di P. Antonio Scarpa, l’attuale parroco, e … eccomi qui.

È da parecchi anni che convivi con la malattia. Quale influenza ha nella tua vita di uomo, di religioso e di sacerdote?
- La malattia e le limitatezze che essa mi impone, mi hanno insegnato a poco a poco, e sempre di più, a fare la volontà di Dio … Cerco di vivere ogni giorno l’«Eccomi», nei limiti delle mie possibilità concrete.

San Michele diceva che «i malati sono una benedizione per le comunità» (DS 174). Partendo dalla tua esperienza personale, come leggi questa frase?
- Per me questa frase è molto vera. Quando qualcuno ha bisogno di aiuto in quasi tutto, per i suoi bisogni anche più semplici, credo che questa esperienza permetta anche agli altri, intorno, di rendersi conto dell’importanza della salute, ma anche della sua fragilità; salute e malattia, capacità e incapacità, tutto questo fa parte della volontà di Dio. Chi mi vede in questa situazione può percepire qualcosa della bontà di Dio, che appare molto più grande di qualsiasi altro dono abbiamo potuto ricevere. Da lì mi sento incoraggiare a vivere nella gioia la mia malattia. Credo che Dio si sta servendo un po’ di me quale segno per gli altri.

Come vedi il futuro della Congregazione in Brasile? Hai delle domande, delle convinzioni, dei sogni che vuoi condividere con noi?
- Vedo un futuro pieno di promesse: abbiamo delle vocazioni, dei bravi giovani che sono entusiasti del nostro stile di vita e del nostro carisma. La domanda che rimane viva e che ci dobbiamo porre tutti i giorni, è: come possiamo portare avanti il progetto di Dio? E questo, per ognuno di noi singolarmente, come per i Vicariati e la Regione, in ogni angolo, per quanto remoto, dove è presenta la nostra Congregazione e dove c’è un religioso di Bétharram che cerca di vivere l’incarnazione di Gesù Cristo povero, obbediente e casto. Ecco la mia esperienza: un Bétharram sempre migliore. Avanti sempre!

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2. ORGANIZZAZIONE E PRIME PROVE 

da
Joseph Séguinotte,SCJ

L’Écho de Bétharram
settembre-ottobre 1944

Cinque anni dopo la sua creazione, la Missione era eretta a Prefettura Apostolica, il 10 dicembre 1934, da un decreto della Propaganda. E Mons Magenties, il primo prelato Betharramita, diventava Prefetto apostolico a 39 anni. Questo risultato così rapido era stato ottenuto grazie al numero crescente dei missionari che, anno dopo anno, vennero ad infoltire la prima truppa.
Nel 1925, erano i Padri Oxibar, Barcelonne e Trezzi; nel 1928, i Padri Magenties e Bazet. Rientrato in Francia per il Capitolo del 1929, Padre Etchart ripartì con quattro missionari, tra i quali i Padri Subervie, Bart e Darrière. Nel 1931 arrivarono i primi Fratelli coadiutori, Fratel Dimas e Fratel Xavier, accompagnati dai Padri Lacoste e Darnaudéry. Nel 1932, è la volta di Padre Bradley, ma il suo apostolato fu purtroppo ostacolato dalla malattia che lo costrinse a rientrare in Francia nel 1935; da qui raggiunse l’Argentina. Altri arrivi si succedettero fino al 1939: quelli di Padre Carraro, Saint-Guily, Echaide, Saubatte, Hüwel, Miguel, Fognini, Toucoulet, Pucheu, Spini e di Fr. Ricardo.
Un altro aiuto non meno importante fu dato nel 1934 dall’arrivo delle prime Figlie della Croce missionarie che resero un grandissimo servizio aprendo un dispensario, un asilo nido e assumendo la direzione di una scuola per ragazze. In questo stesso anno 1934, un veterano della prima ora dovette, suo malgrado, essere rimpatriato per motivi di salute.
Quando verso la fine del 1924, i tre primi Padri raggiunsero Tali, la regione era evangelizzata grazie ad alcuni Padri delle Missioni Estere e contava circa un migliaio di cristiani. Il paese era infestato di briganti: un missionario era perfino caduto nelle loro mani, Padre Piton, che moriva dopo due anni di prigionia. Durante una delle sue prime uscite, lo stesso Padre Etchart fu rapito, ma i pirati si accontentarono di derubarlo prima di rilasciarlo. E, colmo della sfortuna, nel mese di marzo 1925, un sisma formidabile venne a devastare la regione di Tali. La città fu ridotta ad un cumulo di rovine, tutti gli edifici della Missione furono distrutti, il numero delle vittime superò il migliaio, tra loro una dozzina di cristiani. I Padri, senza scoraggiarsi, seppero ricavare un bene dalla sventura, e grazie alla loro generosità si guadagnarono la simpatia degli indigeni, fino ad allora completamente chiusi all’influenza cristiana; Tali infatti era stata la capitale del regno musulmano di Cina.
La Missione cominciò ben presto a risollevarsi: i Padri Palou e Pirmez riaprirono a Yang-Pi un centro chiuso da sette anni, dopo l’assassinio del missionario. A Tali, la scuola cattolica dei ragazzi contò 150 alunni e quella delle ragazze 60. Ma nel 1926 un nuovo flagello venne ad abbattersi sulla regione. Alcune bande di pirati, armate e organizzate, sotto la guida di un bandito sanguinario che ogni giorno mangiava un cuore umano, devastarono i villaggi circostanti e posero l’assedio davanti a Tali, che fortunatamente fu liberata in tempo dalle truppe governative accorse da Yunnan-fou.

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Nef è il bollettino ufficiale della Congregazione del Sacro Cuore di Gesù di Betharram.
La redazione è a cura del Consiglio Generale.

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