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14/07/2017

I primi compagni di Michele Garicoïts

Pierre Sardoy: itinerario di un missionario

Chiesa di San Giovanni in Buenos Aires: qui sopra prima del restauro e  com’era ai tempi di p. Sardoy

Pierre Sardoy è un vero missionario; almeno secondo i criteri di Padre Simon Guimon … La sua prima qualità sarebbe quella di essere Barkostar, nativo di Barcus? Nacque il 21 settembre 1810 nello stesso villaggio di Padre Guimon.Quando, a Saint-Jean-Pied-de-Port, padre Guimon viene a conoscenza della triste condizione spirituale dei Baschi emigrati in Argentina o Uruguay, ha un solo desiderio: andare ad annunciare loro la Buona Novella. La sua tattica è semplice: impegnarsi a reperire candidati per l’America e far accettare questa missione dal Vescovo, prima ancora di parlare al superiore. Sappiamo in che modo il fondatore ha apprezzato questo modo di procedere, così poco conforme alle regole dell’obbedienza (cf NEF n. 126, maggio 2017). Ed ecco che questa missione è accolta!

Prete dal 20 maggio 1837, parroco di Menditte en Soule dal 1842, Pierre Sardoy fa parte dei primi preti contattati; in modo informale, naturalmente! Nel 1854, padre Guimon gli dice a bruciapelo: “Vuole venire con me in America? I nostri Baschi vivono come pagani…” Risposta immediata: “Perché no?”. Parlano per qualche momento. Padre Guimon è convincente, l’abbé Sardoy dà la sua disponibilità. Il piano previsto funziona!

Quando la “congregazione generale” del 16 settembre 1854 accetta la missione nella diocesi di Buenos Aires, c’è da preparare la partenza e da raggruppare i volontari. All’inizio del 1856, Mons Lacroix autorizza l’abbé Sardoy a lasciare la sua parrocchia; entra a Bétharram in aprile; dopo qualche settimana di probazione, invece dei due anni abituali, emette i voti religiosi nella Società del Sacro Cuore. Parte per l’America! La traversata è difficile: diverse tempeste, errori di navigazione, la malattia e perfino la mancanza di cibo alla fine; padre Sardoy è affetto da anemia. Fin dall’arrivo, accompagna padre Guimon attraversa l’Argentina e l’Uruguay: sono missionari!

Qui, le missioni non sono come nella diocesi di Bayonne: spesso sono i loro compatrioti, non i preti, che li accolgono nelle loro case. Tuttavia, sia a Buenos Aires che nella Pampa, il loro zelo attira le persone: predicano in basco, perfino in bearnese, talvolta in francese, il tempo di imparare lo spagnolo. Soprattutto, annunciano il vangelo e sono sempre pronti a confessare e amministrare i sacramenti, senza orario, senza appuntamento. Il vescovo stesso li ammira e ne dà testimonianza in una lettera a Mons. Lacroix.

A partire dal dicembre 1856, le Clarisse di Buenos Aires autorizzano i nuovi arrivati a celebrare il culto domenicale nella chiesa di San Juan. Nel 1862, dopo l’accordo tra la badessa di Santa Clara e l’arcivescovo di Buenos Aires, il servizio della chiesa e del convento è affidato ai Missionari di Bétharram; e quindi la cappellania del convento, ristrutturata, diventa la “Casa della Missione”, residenza della comunità. Ecco padre Sardoy cappellano delle religiose; per esercitare questo ministero, nuovo per lui, ricorre ai consigli di padre Garicoïts, che ha acquisito una grande esperienza presso le Figlie della Croce.Padre Sardoy organizza la parrocchia San Carlos, a Buenos Aires; poi la cede ai Salesiani, quando questi arrivano in Argentina. Nel 1871 è nominato superiore della residenza di San Juan. Nel 1875, per la prima volta, si imbarca per la Francia; mentre è in rada a Pauillac, sull’estuario della Gironda, muore il 7 giugno, prima di raggiungere Bétharram.

Se, nel 1862, padre Sardoy chiede consiglio a padre Garicoïts, è perché quest’ultimo lo stima moltissimo. Il 21 giugno 1860, il superiore di Bétharram gli scrive: “Mio carissimo padre Sardoy”; usa il superlativo invece del “caro” abituale; inoltre si rivolge a lui con il titolo di “padre” invece di “signore” usato comunemente a quell’epoca.

Beñat Oyhénart scj

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