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17/01/2017

Verso il Capitolo Generale

Paraguay, un Paese ricco di storia

Verso il Capitolo Generale

Il prossimo Capitolo Generale che si terrà in Paraguay ci proietterà in un contesto storico, culturale, sociale ed ecclesiale. Per molti religiosi che prenderanno parte al Capitolo, provenienti da diverse nazionalità e culture, si tratta di un primo approccio con questo Paese. Non saranno solo ospiti di passaggio, delle presenze casuali in un diverso contesto geografico.

Gli articoli che seguiranno in questi mesi ci aiuteranno a conoscere un Popolo, la sua storia, la sua cultura, la sua fede, le sue conflittualità sociali, i suoi desideri sul futuro, le sue domande…

Prima dell’arrivo dei conquistadores, il Paraguay era abitato da diversi gruppi indigeni, tra cui si evidenziano gli amazzonici “avá” (guarani), che grazie alla loro superiorità numerica e alla loro evoluta cultura, sono venuti dal nord dell’America meridionale e si sono stabiliti in questo territorio.

I primi europei ad arrivare in questa terra, che in seguito sarebbe stata chiamata “Provincia Gigante delle Indie” sono stati: nel 1524, l’esploratore portoghese Alejo García, al quale è attribuita la scoperta del Paraguay. Nel 1528 Sebastiano Caboto che, navigando sul fiume Paraguay, ha raggiunto l’altezza del fiume Pilcomayo. Perciò è stato considerato il primo che ha navigato in queste acque.

La fondazione del forte di Nostra Signora dell’Assunta, trasformata da Domingo Martínez de Irala nel 1541 in “città molto nobile e leale” è stata il centro della conquista spagnola nel Rio de la Plata. Partirà da qui la maggior parte delle spedizioni di fondazione dell’America.

Come preludio dell’indipendenza del paese, ci furono due rivolte popolari, chiamate “Rivoluzione Comunera”. La frase dei ribelli: “Vox Populi, Vox Dei”, metteva in evidenza il crescente desiderio di un buon governo. La seconda rivoluzione è considerata “il Grido Precursore dell’Indipendenza Americana”.

Si sono succeduti poi numerosi altri eventi fino all’indipendenza del Paraguay (1811). Le guerre guaraníticas, nelle quali indigeni e gesuiti hanno unito le forze per combattere gli invasori portoghesi. L’espulsione dei gesuiti che ebbe inizio nel 1767. Nel 1776 viene creato il Vicereame del Rio de la Plata, nel quale entra a far parte la provincia del Paraguay. In coincidenza con le invasioni napoleoniche della Penisola Iberica, il Consiglio di Buenos Aires in rivolta contro la metropoli, ha cercato di annettere la provincia del Paraguay attraverso una spedizione militare al comando del generale Manuel Belgrano, il cui esito, per i “porteños” (abitanti del porto di Buenos Aires), è stato un fallimento. Dopo questo evento bellico, si verifica il sollevamento degli eroi nazionali del Paraguay contro il dominio spagnolo tra il 14 e il 15 maggio 1811, che culminò con l’indipendenza del Paraguay e l’istituzione della prima Repubblica Indipendente del Sud, nel Congresso del 12 ottobre 1813.

Durante questo primo periodo di indipendenza, si sono succeduti governi provvisori: triumvirati, giunte governative, consolati; fino al momento in cui, nel Congresso del 1814, fu eletto il Dr. José Gaspar Rodríguez de Francia come Dittatore temporaneo della Repubblica. Nel Congresso del 1816, è stato designato Dittatore Perpetuo, carica che avrebbe occupato fino alla sua morte nel 1840.

Alla morte del “Supremo Dittatore”, ha fatto seguito un periodo simile a quello che si era manifestato dopo l’indipendenza: la mancata nomina di un successore, ha causato una crisi di governabilità; fino a quando il Congresso del 1841 stabilì che il “Consolato” doveva essere la forma di governo, composto da Mariano Roque Alonso e Carlos Antonio López. Quest’ultimo, nel congresso del 1844, fu eletto Presidente Costituzionale del Paraguay. Durante il suo mandato, il Paraguay ha continuato a svilupparsi come paese indipendente. Più tardi, alla sua morte, gli succedette il figlio, Francisco Solano, eletto dal Congresso del 1862. I primi governanti del paese contribuirono a renderlo la Nazione più prospera dell’America del Sud.

Durante la presidenza di Francisco Solano Lopez, si sviluppò la guerra più devastante della storia americana; Argentina, Brasile e Uruguay si unirono in una triplice alleanza contro il Paraguay (1865-1870). Questa disputa lasciò la nazione paraguaiana in rovina a livello demografico, territoriale, politico ed economico. Tuttavia la tempra, il coraggio, la volontà di coloro che sopravvissero a questa terribile disgrazia, riuscirono a far risorgere il Paese, come l’araba fenice che risorge dalle proprie ceneri. Nella stragrande maggioranza furono le donne che con coraggio e decisione assunsero il ruolo di “ricostruttrici” della nazione.

Una nuova tappa per il Paraguay iniziò con la proclamazione della Costituzione Nazionale nel Congresso del 1870. Il presidente eletto fu Cirilo Antonio Rivarola. Questo periodo fu caratterizzato da sollevazioni armate costanti tra i diversi gruppi politici in competizione per il potere. Come corollario si stabilì una “egemonia liberale”, che si mantenne fino all’esplosione della contesa chaqueña.

Nel 1932 scoppia una guerra tra il Paraguay e la Bolivia per il possesso del Chaco boreale. Si conclude con la firma del Protocollo di Pace (1935), che determina la cessazione delle ostilità. Il Paraguay conserva i tre quarti del territorio conteso, la quarta parte spetta alla Bolivia.

Dopo la guerra del Chaco si sviluppa un nuovo periodo di rivoluzioni interne. Tra queste emergono in particolare: la rivoluzione Febrerista (1936) e la rivoluzione “pynandi” (a piedi nudi, 1947). Quest’ultima segna l’inizio della “hegemonía colorada”.

Il 15 agosto 1954, Alfredo Stroessner assume la presidenza del Paraguay. La sua dittatura si è svolta sotto un regime di “mano forte” contro l’opposizione. Le tattiche repressive utilizzate durante il suo mandato furono: torture, rapimenti, assassinii politici. Allo stesso tempo aumentò la corruzione. Un colpo di stato (2 e 3 febbraio 1989), capeggiato dal suo consuocero, il generale Andres Rodriguez, pose fine al governo dittatoriale di Stroessner, dopo 35 anni di potere assoluto.

Da questo momento, il Paraguay ha iniziato un nuovo percorso, sperimentando un processo di trasformazione in tutti i settori. La Costituzione Nazionale, adottata nel 1992, stabilisce le norme per la vita democratica del Paese. Da questo momento, si evidenziano molti eventi che hanno dimostrato la volontà e la tempra popolare nella lotta per il rispetto delle libertà individuali e collettive, tra cui il cosiddetto “Marzo Paraguaiano” (1999).

Dal rovesciamento della dittatura si sono succeduti diversi rappresentanti. Attualmente la presidenza del paese è esercitata dall’imprenditore Horacio Cartes.

Papa Francesco, che nel 2015 ha fatto una visita apostolica in Paraguay, si riferisce a questo paese nei seguenti termini: “Mi tolgo il cappello davanti al Paraguay. Questo Paese è incredibile. Non c’è da stupirsi che questi fratelli siano risorti dalle ceneri”.

Mónica Silvia Gadea

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