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17/01/2017

Vita della Congregazione

Panorama della Regione San Michele Garicoïts

Vita della Congregazione

Con la visita del Vicariato di Terra Santa nel mese di dicembre 2016, il Superiore Generale, Padre Gaspar Fernández Pérez scj, ha concluso l’ultima visita canonica del suo mandato.

Ritroviamo con lui la realtà vissuta da ciascuno dei 5 Vicariati che compongono la Regione San Michele Garicoïts, in comunione di preghiera con i religiosi che stanno per riunirsi in Capitolo Regionale dal 19 al 24 gennaio 2017.

La Regione San Michele Garicoits è la più complessa delle tre Regioni della Congregazione. Questi i Vicariati che la compongono: Francia-Spagna, Italia, Terra Santa, Costa d’Avorio e Centrafrica. Già è presente una certa diversità tra Francia, Spagna e Italia. Costa d’Avorio e Centrafrica non sono la stessa cosa, benché si tratti sempre di Africa. E la terra Santa? a chi rassomiglia? Inoltre, la Francia è l’origine (1835), la Terra Santa viene di seguito (1879); Spagna e Italia arrivano più tardi (1903-1904), Costa d’Avorio e Centrafrica sono le realtà più giovani (1959 e 1986). È la regione che ancora oggi conta 131 religiosi, di fronte ai 56 della Regione Padre Etchecopar e ai 61 della Regione Santa Maria di Gesù Crocifisso. A causa di questa diversità, ha ancora poca entità come regione.

Il Consiglio si riunisce ogni volta in un Vicariato diverso e questo è positivo. Però come la Regione Santa Maria di GC, non ha fatto il capitolo regionale intermedio, né altro tipo di riunioni, a causa delle spese rilevanti dei viaggi, vista la dispersione e l’elevato numero di religiosi.

Nel Vicariato di Francia-Spagna si trova il luogo dove è nato, vissuto e morto San Michele Garicoits e dove ha fatto esperienza dell’Amore di Dio che lo ha spinto a fondare la Congregazione del Sacro Cuore di Gesù di Bétharram, per “procurare agli altri la stessa gioia”. Con quanta emozione si avvicinano a questa sorgente i giovani che partecipano all’Incontro in preparazione ai voti perpetui! Garacotxea, Ibarre, Ostà Oneix, Betharram, Igon, Bayonne! Questa sorgente è il punto di riferimento della vocazione per ognuno dei religiosi betharramiti sparsi nei cinque Vicariati della Regione e negli undici di tutta la Congregazione.

Questa sorgente è il nostro vero tesoro, molto più prezioso di tutte le proprietà dei Vicariati. I terreni di Ibarre e Betharram hanno una basso valore di mercato.

Il Vicariato di Francia-Spagna può contare su una storia missionaria gloriosa in Argentina, Uruguay, Terra Santa, Spagna, Italia, Inghilterra, Belgio, Cina, Paraguay, Brasile, Marocco, Algeria, Thailandia, Costa d’Avorio e India. È ammirevole come fino al 2014, religiosi missionari francesi hanno impegnato la loro vita e il patrimonio del Vicariato nella missione in Costa d’Avorio. Oggi, alcuni di questi valorosi missionari, riposano dopo il loro generoso impegno, nella comunità della Residenza per Anziani di Bétharram, comunità che conta 18 religiosi.

La storia porta con sé una serie di esigenze di carattere amministrativo che richiedono molto impegno da parte del Vicario regionale e di altri religiosi. Per poter restaurare le cappelle della Via Crucis, siccome non abbiamo possibilità economiche, abbiamo dovuto cedere la proprietà di tali cappelle per un periodo di 20 anni al comune, che ottiene maggiori sovvenzioni dallo Stato.

Un ulteriore elemento che ha richiesto molto tempo e impegno è stata l’integrazione della Residenza per anziani di Bétharram nell’Associazione San Giuseppe delle Figlie della Croce. E un terzo elemento è stato il passaggio dei beni dell’Associazione civile La Pyrénéenne, (che li proteggeva dal 1907) alla Congregazione.

Sono cinque le comunità in missione in Francia-Spagna. La residenza di Saint-Palais con 5 religiosi, quattro oltre gli 89 anni e P. Joseph Ruspil, di 70 anni, ha la cura pastorale di due parrocchie nella zona dove si trova Ibarre. I religiosi di questa residenza fanno comunità con la residenza di Anglet, dove i padri Oyhénart e Moulier accompagnano spiritualmente le Ancelle di Maria, figlie del Beato Padre Cestac, amico di san Michele Garicoits. La comunità di Notre Dame a Bétharram incaricata dell’animazione del Santuario di Bétharram, della Casa di accoglienza e del Collegio fondato da San Michele nel 1837 è composta di quattro religiosi: il Vicario regionale, un religioso della Costa d’Avorio, l’incaricato del Santuario e il religioso che accompagna l’attività del collegio. La comunità di Pau, nel Carmelo dove è vissuta Santa Mariam, altra sorgente a cui dissetarsi, può contare su cinque religiosi, che sono incaricati di una residenza di studenti, ricevono gruppi per incontri, collaborano in parrocchia e gli altri padri hanno attività pastorali diversificate e occasionali. In questa comunità c’è un giovane religioso di Thailandia, P. Pornchai, che per alcuni anni ha condiviso questa esperienza con P. Stervin, venuto dall’India. La comunità di Pibrac ha come missione l’animazione delle parrocchie nei dintorni di Tolosa. Sono tre religiosi: uno di essi è il Superiore regionale, un altro è superiore e parroco e il terzo è originario della Costa d’Avorio. Infine, la comunità di Mendelu (Spagna), che la missione di animare la Parrocchia San Michele Garicoits e le cappellanie di tre comunità religiose. Il superiore della comunità è l’ultimo religioso ordinato nel 2007 in Francia, ha 55 anni. Di questa comunità fa parte anche un giovane religioso venuto dal Vicariato del Brasile, P. Davi Lara. Questa la fragile realtà del Vicariato di Francia, che ha un passato pieno di vita e ricco di ardore missionario; oggi sono 46 religiosi, dei quali 30 hanno più di 80 anni; 13 hanno un’età compresa tra i 55 e i 78 anni e sono quelli che portano il peso della vita e della missione del Vicariato; 4 religiosi vengono da altri Vicariati, di un’età compresa tra i 31 e i 39 anni.

Il Vicariato d’Italia. È il Vicariato che conta il maggior numero di religiosi in questo momento, 53. Molti dei suoi religiosi sono stati missionari in Cina, Thailandia, Argentina, Uruguay, Brasile, Paraguay, India, Terra Santa. Religiosi di questo Vicariato hanno fondato la missione dell’attuale Vicariato del Centrafrica. Questo Vicariato ha molta vitalità. Sei comunità hanno la cura pastorale di 8 parrocchie: Lissone, Castellazzo, Langhirano, Pistoia, Ponte a Elsa con Brusciana, Isola, Pozzaglia con Montorio, Albonico con Dascio. Una comunità si prende cura degli ammalati di AIDS nella Casa famiglia di Monteporzio. Alcuni religiosi si occupano della pastorale sanitaria. Una comunità anima la chiesa Santa Maria dei Miracoli a Roma. La missione è molto legata all’attività parrocchiale. Avrebbe bisogno di aprirsi a un altro tipo di ministero meno istituzionale e più missionario. Si ha l’impressione che il Vicariato sia improvvisamente invecchiato: A Solbiate, fanno comunità con P. Paniga due religiosi che hanno bisogno di cure speciali. La comunità di Colico ha una sua attività pastorale nonostante l’età avanzata dei suoi membri (83 e 89 anni); lo stesso vale per la comunità di Castellazzo (77 e 86 anni). Le comunità di Albavilla e Albiate hanno visto aumentare il numero dei loro effettivi per l’arrivo di religiosi che, a motivo dell’età, hanno lasciato l’attività del ministero con la chiusura di Bormio e della parrocchia di Sant’Ilario di Milano.Il Vicariato d’Italia ha perso almeno tre religiosi giovani in questi ultimi anni. P. Simone Panzeri è l’ultimo religioso ordinato (2007). Invece di favorire la disponibilità di un religioso per la pastorale vocazionale e per la formazione, si è preferito rafforzare l’efficacia pastorale in qualche parrocchia.
Recentemente si è fatta l’opzione di costituire due comunità per la cura pastorale di due nuove parrocchie più adeguate alle nostre forze. Si è lasciata la parrocchia di Montemurlo, e il Vescovo, sempre nella diocesi di Pistoia, ci ha affidato una parrocchia più piccola. Nella diocesi di Parma, il Vescovo ci ha liberato delle parrocchie della montagna e di quella di Sant’Andrea in città, affidandoci quella di Langhirano che ha un territorio molto esteso e comprende molte chiese, in cui opera una comunità delle Figlie della Croce. Elementi comuni tra i Vicariati di Francia-Spagna e Italia. In entrambi sono attive Associazioni civili per l’animazione missionaria: “Au Cœur du monde” in Francia e “Amici di Betharram” in Italia. “Amici” è un’associazione di laici che, in collaborazione con P.Piero, rendono possibile la realizzazione dei progetti del Vicariato del Centrafrica. “Au Coeur du monde”, presieduta da Fr Emile e con la collaborazione di molti laici, sostiene progetti in Costa d’Avorio, Thailandia, Centrafrica e Vietnam.

I due Vicariati si prendono cura della comunicazione con le rispettive pagine web: www.betharram.fr e www.betharram.it . Ognuno di loro ha una rivista: in Francia “En avant” con una veste più popolare; in Italia “Presenza betharramita” con un contenuto più impegnativo. Le due riviste cercano di far arrivare a tutti la vita delle comunità e della missione.

Nei due Vicariati, la pastorale vocazionale è un problema importante. Dal 2007 non c’è nessun giovane in formazione. È molto difficile la proposta vocazionale ai giovani nelle tre nazioni. Non so se si è fatto tutto quanto era possibile. Nel Vicariato di Francia-Spagna ci sono state alcune iniziative. In questo momento è sorto una proposta di volontariato che vuole coinvolgere anche l’Italia: “Partire per un viaggio missionario: Progetto Costa d’Avorio”.

Il Vicariato della Costa d’Avorio ha una grande vitalità ed è una promessa di speranza nella Regione. Ha tre comunità: a Dabakala, Yamoussoukro e Adiapodoumé. A ognuna di queste comunità è affidata una parrocchia. Presso la chiesa della parrocchia di Adiapodoumé c’è la comunità di formazione, composta da 15 religiosi: 4 sacerdoti, 2 diaconi, 1 religioso fratello, 8 religiosi a voti temporanei; 6 postulanti e 5 pre-postulanti. Soltanto in questa comunità rimane un missionario francese, Padre Jacky Moura. Da alcuni anni è stato istituito il pre-postulandato, un anno senza vincoli accademici, dedicato alla formazione umana, alle varie introduzioni e a preparare l’ingresso agli studi di filosofia nell’Università Cattolica. Si tratta di un’iniziativa che sta portando frutti. Durante la mia ultima visita, ho potuto rendermi conto che i giovani sono più maturi, hanno chiarificato la loro vocazione e sono aperti all’accompagnamento dei formatori. Sono rimasto impressionato dall’entusiasmo e dall’amore per la loro vocazione di consacrati betharramiti.
Un ulteriore ambito missionario è l’educazione con due diverse realtà: la fattoria didattica di Tshanfeto a Adiapodoumé e il “campus” di Dabakala. Quest’ultima è una residenza per adolescenti, che abitano all’interno del paese, ed ha lo scopo di favorire i loro studi medi. Un religioso è incaricato del loro accompagnamento. La fattoria pedagogica Tshanfeto è un centro che forma i giovani a un lavoro razionale e organizzato in agricoltura e nell’allevamento di animali. In questi anni di attività, sono già un centinaio i giovani ivoriani che ne hanno beneficiato. Ha suscitato interesse a livello nazionale, grazie al prestigio che ha acquisito per la serietà del lavoro che vi si svolge. Sono tre i religiosi che si occupano della direzione, dell’animazione, della formazione umana e della supervisione dell’attività.

Il Vicariato ha in progetto, per il settembre 2017, l’apertura del Collegio secondario San Giovanni Maria Vianney, nella città di Katiola. Il Vescovo di questa diocesi, Mons Ignazio Bessi Dogbo, ha affidato a una comunità betharramita la direzione e la pastorale del Collegio. La nuova comunità abiterà nei locali del collegio stesso. L’edificio è lo stesso che ospitava il Seminario Minore, che anni addietro era stato diretto dai nostri missionari. Il Vicariato della Costa d’Avorio ha ereditato lo spirito missionario e ha inviato tre confratelli in Centrafrica, due in Francia e un altro in Italia.

Il Vicariato del Centrafrica ha piccole dimensioni e ha solo 30 anni di vita. Sono 8 religiosi: 5 missionari italiani e 3 missionari della Costa d’Avorio, organizzati in tre comunità. Superate le difficoltà dell’inizio, la comunità ha trovato il proprio equilibrio. Se gli italiani hanno più esperienza, gli ivoriani hanno maggiori possibilità di adattamento alla realtà, in quanto africani. Tutti fanno un lavoro di evangelizzazione e promozione umana nelle parrocchie di Niente Bouar, in 30 scuole di villaggio delle due parrocchie, nella cura sanitaria del Dispensario di Niem e nel Centro San Michele Garicoits di Bouar per malati di AIDS. Importante anche il lavoro svolto da P. Beniamino con la Caritas di Bouar.

In quanto alla pastorale vocazionale sono stati anni molto difficili, di sofferenza e di delusione. Hanno lasciato la Congregazione quattro religiosi che avevano già terminato gli studi e un religioso dopo meno di un mese dalla sua prima professione. Hanno perseverato due religiosi che si trovano in Costa d’Avorio, uno è religioso e l’altro diacono.

Sono vari i motivi che rendono problematica la perseveranza: il livello dell’istruzione non è sufficiente, la fede cristiana non ha ancora messo radici profonde nella cultura e nei cuori, i contro-valori, che ogni cultura porta con sé, influiscono molto sul cuore dei giovani, tanto da rendere problematica l’interiorizzazione dei valori che Gesù propone. Dobbiamo raggiungere i cuori dei bambini prima che siano segnati da questi contro-valori. Queste sofferenze e disillusioni, unite ad altre difficoltà materiali, umane, culturali, di trasporto… rendono molto meritevole il lavoro dei nostri missionari. Stanno dando tutto e raccolgono pochi frutti.

Il Vicariato di Terra Santa ha anche un’importanza storica. La nostra presenza in terra Santa risale al 1876, quando arriva P. Chirou, che accompagna il secondo gruppo di Carmelitane e vi rimane come cappellano del Carmelo di Betlemme. Da allora i betharramiti sono cappellani e dal 1910 anche del Carmelo di Nazareth. Poco dopo ha avuto inizio la formazione dei teologi betharramiti nella nostra casa di Betlemme e dei filosofi in quella di Nazareth. Nel 1832, il Patriarca ci affida il Seminario di Beit Jala. Si preparano le due case per ricevere i pellegrini, attività che continua fino ad oggi. Oggi, la comunità di Betlemme accoglie il noviziato della regione, che si compone del Maestro, di tre fratelli ivoriani e di un diacono filippino che chiede di entrare nella nostra Congregazione.

Con grande dispiacere abbiamo dovuto chiudere la comunità della parrocchia di Zarqa in Giordania, a causa dell’uscita dalla Congregazione dei due fratelli arabi e il Patriarcato ci ha affidato la parrocchia di Safar-am, dove vivono i tre confratelli di Nazareth. Guardiamo con speranza alla nostra presenza in Terra Santa. All’ombra dei due Carmeli, si formano le comunità con una nuova prospettiva. I giovani che si sentono attratti dalla Terra Santa, quando vi arrivano imparano l’arabo e l’ebraico per potersi inserire nei due ambienti della Chiesa Madre: il mondo arabo e il mondo ebraico. Padre Jean-Paul Kissi, nuovo maestro dei novizi, ha studiato l’arabo, così come altri due giovani scolastici ivoriani che hanno mostrato interesse per questa lingua fin dal tempo del noviziato. Padre Jose Kumar, che viene dall’India, ha studiato l’ebraico e l’arabo, incominciando un’inserzione pastorale tra gli immigrati indiani che parlano ebraico. Mentre avviene la transizione, ringraziamo i Padri Henri Lamasse e Firmin Bourguinat, originari del Vicariato di Francia, che rispettivamente a 86 e 81 anni, assicurano le cappellanie dei Carmeli di Betlemme e Nazareth.

In questo Vicariato abbiamo un patrimonio importante. Oltre all’usufrutto del terreno e della casa di Nazareth, possiamo contare sulle proprietà di Betlemme e di Emmaus. Quest’ultima è stata affittata al Movimento delle Beatitudini. Per lasciare la casa di Nazareth totalmente disponibile a ricevere pellegrini, abbiamo in progetto di costruire sulla parte posteriore della casa stessa, una piccola residenza per la comunità, utilizzando il ricavato della vendita degli appartamenti che abbiamo davanti alla casa di Betlemme.

L’organizzazione dei laici che chiedono di condividere con i religiosi la spiritualità e la missione è diversa in ogni Vicariato. In Francia esiste la “Fraternité Me voici”, costituita da vari gruppi di laici e accompagnati sempre da un religioso, che si riuniscono una volta al mese, organizzano un ritiro annuale e rinnovano il loro impegno con Betharram in occasione della Festa della Madonna di Bétharram. Nelle loro attività sono guidati da una “Charte”, che hanno elaborato alcuni anni or sono. Hanno anche un bollettino che si chiama “Fraternel”, pubblicato in Internet. Ci sono altri laici “Amici di Bétharram”, che non si identificano con la “Fraternité Me Voici” e che condividono la spiritualità e le attività. Si è rivelata molto efficace la collaborazione di alcuni laici della “Fraternità” o degli “Amici”come volontari nell’accoglienza di pellegrini a Betharram quest’estate. Degna di interesse è anche l’organizzazione di Fraternità di laici intorno alle tre comunità della Costa d’Avorio: Ad Adiapodoumé, “Nè Mè”; a Yamoussoukro, “Mi ngan”; a Dabakala, “Mi yè”. A Dabakala c’è anche un gruppo di “Bambini Betharramiti” e ad Adiapodoumé un gruppo di “Giovani betharramiti”. È presente una “Coordinatrice dei tre gruppi di adulti” a livello di Vicariato. Il gruppo “Nè Mè” è attivo ormai da alcuni anni, con riunioni mensili, ritiro annuale e alcuni laici hanno fatto l’esperienza del ritiro ignaziano. In questo camminare fianco a fianco con i religiosi e nel collaborare sempre in occasione di feste betharramite, sentono la necessità di organizzarsi. Hanno elaborato un: “Progetto di vita delle Fraternità laiche betharramite di Costa d’Avorio”. In Italia sono molti i laici che condividono tanto la spiritualità quanto la missione, ma trovano molta difficoltà nell’organizzarsi tra di loro. L’Associazione del Mosaico collabora con la Casa Famiglia di Monteporzio e con il Centro San Michele di Bouar; durante le riunioni si da sempre spazio alla riflessione intorno agli scritti di San Michele Garicoits. I padri di Castellazzo accompagnano un piccolo gruppo di laici interessati a san Michele Garicoits, offrendo loro elementi di formazione.

In Centrafrica, padre Beniamino ha cercato di riunire alcuni laici intorno al carisma betharramita, ma non c’è stata continuità. In Terra Santa ho incontrato recentemente un ex novizio betharramita interessato a questo tema: bisognerebbe incoraggiarlo perché arrivi a raggruppare altri laici interessati.

Gaspar Fernández Pérez scj
Superiore Generale

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Nef è il bollettino ufficiale della Congregazione del Sacro Cuore di Gesù di Betharram.
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