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Sessione 1
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14/10/2016

Un messaggio del Vescovo di Roma

Ricettacoli di misericordia

Un messaggio del Vescovo di Roma

Risvegliare la nostra coscienza spesso addormentata davanti al dramma della povertà, e penetrare sempre più nel cuore del Vangelo… Diventare anche noi segno efficace dell’agire del Padre. Era questo l’augurio di Papa Francesco all’apertura del Giubileo della misericordia. Senza perdersi in discorsi, da bravo pastore qual è, il Papa ci offre esempi concreti sui quali meditare, dove la misericordia è in qualche modo il principio attivo di una conversione del cuore.

 

I nostri santi hanno ricevuto la misericordia

Ci può far bene contemplare altri che si sono lasciati ricreare il cuore dalla misericordia, e osservare in quale “ricettacolo” l’hanno ricevuta.

Paolo... Pietro...
Giovanni... Agostino... Francesco... Ignazio...

Curé d’Ars... e il Cura Brochero...

ll Cura Brochero – è della mia patria! –, il Beato argentino che presto sarà canonizzato, “si lasciò lavorare il cuore dalla misericordia di Dio”. Il suo ricettacolo finì per essere il suo stesso corpo lebbroso. Egli, che sognava di morire galoppando, guadando qualche fiume della sierra per andare a dare l’unzione a qualche malato. Una delle sue ultime frasi fu: «Non c’è gloria compiuta in questa vita». Questo ci farà pensare: «Non c’è gloria compiuta in questa vita». «Io sono molto contento di quello che ha fatto con me riguardo alla vista e lo ringrazio molto per questo”. La lebbra lo aveva reso cieco. «Quando ero in grado di servire l’umanità, ha conservato integri e robusti i miei sensi. Oggi, che non posso più, mi ha privato di uno dei sensi del corpo. In questo mondo non c’è gloria compiuta, e siamo pieni di miserie». Molte volte le nostre cose rimangono a metà e, pertanto, uscire da sé stessi è sempre una grazia. Ci viene concesso di “lasciare le cose” perché le benedica e le perfezioni il Signore. Noi non dobbiamo preoccuparci molto. Questo ci permette di aprirci ai dolori e alle gioie dei nostri fratelli. Era il Cardinale Van Thuán a dire che, nel carcere, il Signore gli aveva insegnato a distinguere tra “le cose di Dio”, alle quali si era dedicato nella sua vita quando era in libertà come sacerdote e vescovo, e Dio stesso, al quale si dedicava mentre era incarcerato (cfr Cinque pani e due pesci, San Paolo 1997). E così potremmo continuare, con i santi, cercando come era il ricettacolo della loro misericordia.

GIUBILEO STRAORDINARIO DELLA MISERICORDIA
Ritiro spirituale guidato dal Santo Padre
in occasione del Giubileo dei sacerdoti

Seconda meditazione
Basilica di Santa Maria Maggiore, 2 giugno 2016

Nel 1866, José Gabriel del Rosario Brocherovenne consacrato sacerdote. Quando nel 1867 scoppiò nella provincia Córdoba, come nella capitale, un'epidemia di colera, José Gabriel fu instancabilmente attivo nel soccorso agli ammalati e nell'assistenza ai moribondi. L'anno successivo gli venne affidata la parrocchia di Sant'Alberto, che si estendeva a tutta la Valle di Traslasierra e prese la sua sede nel comune di Villa del Tránsito. Qui si dedicò anima e corpo all'evangelizzazione della popolazione della valle, alla cura degl'infermi ed anche all'organizzazione civile, promuovendo la costruzione di ponti in pietra ed altri manufatti per ottenere un collegamento più rapido con Córdoba.
Morì logorato dalla stanchezza e dalle malattie, in odore di santità, il 24 gennaio del 1914 a Villa del Tránsito.Nel 1916, in suo onore, la città di Villa del Tránsito prese il nome di Villa Cura Brochero.

Il 21 gennaio 2016 : Papa Francesco ha riconosciuto l’autenticità di un secondo miracolo dovuto all’intercessione del beato José Gabriel del Rosario Brochero.

Brochero è stato un sacerdote gaucho, era molto vicino al suo popolo ed è andato con il suo mulo di località in località, lavorando perché ci fosse il lavoro, le scuole e la dignità” , ha detto mons. Olivera, vice postulatore della Causa di canonizzazione.

La canonizzazione si terrà domenica prossimo, 16 ottobre 2016.

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