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14/11/2016

In memoriam...

Padre José Mirande scj

In memoriam...

Padre José Mirande scj circondato dai suoi confratelli in occasione dei suoi 80 anni

 

Artiguelouve (Francia), 10 maggio 1936 - Belo Horizonte (Brasile), 17 ottobre 2016

Il mattino del 17 ottobre, Padre José Mirande è ritornato alla casa del Padre, presso il Signore che ha tanto amato, presso Gesù che ha saputo vedere in modo così naturale nella persona del povero. Figlio del Béarn, ha seguito il cammino di preparazione al sacerdozio nella sua provincia di origine. Non nascondeva l’influenza che P. Matéo aveva avuto sulla sua formazione. Ordinato sacerdote nel 1961, ha fatto un anno di pastorale a Parigi (1962). Nel 1963, la Congregazione gli offre la possibilità di venire in Brasile.

Quanto ha amato il nostro paese! Si è “immerso” completamente nella nostra cultura: la gioia dei nostri poveri era la sua gioia, la lotta dei poveri era la sua lotta, lui che cercava con loro di vincere le sfide. Possiamo dirlo: ha nutrito la sua fede vivendola con le comunità povere. Dopo i primi anni vissuti a Belo Horizonte, nel 1967 riceve l’incarico della parrocchia Nostra Signora del Bel Ramo, a São Paulo. Il vescovo Angelico, che ha lavorato con lui nella diocesi, lo chiamava “mio fratello”; quante volte si sostenevano l’un l’altro davanti alle sofferenze di quelli che cercano la giustizia!

Da uomo coerente quel era, vivere la missione apostolica non era una seconda attività della sua consacrazione religiosa. Ci ha mostrato che la vita apostolica è l’essenza stessa della nostra vita consacrata. Quando la Congregazione glielo chiede, ritorna a Belo Horizonte e si incarica della formazione; era il 1978.

È stato Superiore Vice-Provinciale, coordinatore delle comunità dell’America Latina, Consigliere Generale. E tutto questo non senza qualche sofferenza... Nel 1994 lo troviamo a Brumadinho, vicino a Belo Horizonte. A questo punto lo vediamo lasciare il Brasile; va in India dove rimane per 9 anni. Quale rispetto per questa cultura, e quale ammirazione per la profonda spiritualità di questo popolo!

Una volta mi ha detto che sarebbe dovuto andare in India quando era un po’ più giovane, per meglio approfondire questa cultura.

Rientrato in Brasile, si rende conto della fragilità della sua salute. Ha percorso il suo calvario: 8 anni di dialisi, sofferenza nel corpo ma soprattutto nel cuore che amava così tanto il gioioso contatto con le persone... Dai tempi di Michele Garicoits, i Betharramiti francesi sono sempre stati presenti in America Latina; con lui scompare questa presenza storica.

Antonio Scarpa scj

Come uno dei “profeti” betharramiti, Pe José (nome che lui stesso si era attribuito in portoghese) parte verso la casa del Padre la mattina di questo lunedì. Durante il suo ultimo compleanno, quando celebravamo i suoi 80 anni nel maggio di quest’anno, il nostro “zé” pronunciò una delle sue ultime profezie: “Non ho più molte cose da dire né da chiedere a Dio! Solo ringraziare, perché mi preparo solo a partire”. Confesso che sgorgarono lacrime e che non era esattamente il tipo di profezia che desideravamo ascoltare. Tuttavia, il suo modo di parlare, e la serenità che traspariva dal suo sguardo, fecero in modo che in quel momento noi potessimo contemplare ancora una volta la profonda spiritualità presente nella sua vita e provare la sensazione che ancora stiamo provando.
A Belo Horizonte, integrandosi nella comunità di formazione, divenne per noi, insieme a Padre Enrique Lasuén, un vivo testimone di impegno, disponibilità e servizio. Sempre molto saggio e profondo, Pe José ci inquietava con la sua capacità di vedere lontano, ben oltre ciò che gli occhi di ognuno di noi potevano giungere.
Negli ultimi mesi, ci rendevamo conto che la durezza della malattia diventava sempre più aggressiva in quell’uomo che aveva una sensibilità impressionante. Tuttavia, fino a questa mattina, qualche minuto prima della sua dipartita, rimaneva fermo, cosciente e autonomo. “Zé” se ne va, lasciando in tutti noi la certezza che Betharram esige uomini capaci e distaccati da se stessi. Il suo posto rimane vuoto… E preghiamo perché quello che lui lascia in ognuno di noi, possa fiorire grazie alla sua testimonianza, al dolore che ancora ci abita e alla nostalgia che ci assalirà. A distanza di tempo, il sentimento che rimane vivo in me è lo stesso che lui ha provato quando, dopo aver visto una partita di calcio, mi disse: “Grazie della compagnia...Ti auguro un buon riposo!”
Grazie a te, José! Grazie della compagnia! Buon riposo a te, caro profeta!

Glecimar Da Silva scj

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