• English
  • Français
  • Italiano
  • Español
Stervin India
Tu sei qui:Home / NEF / NEF 2016 / Notizie in Famiglia - 14 Maggio 2016 / La Parola del Superiore Generale
12/05/2016

La Parola del Superiore Generale

Non ardeva forse in noi il nostro cuore...?

Veglia pasquale 2016 nella Basilica del Sagrado Corazón di Barracas  (Buenos Aires, Argentina)

La Risurrezione di Gesù di Nazareth è l’evento fondamentale e originale della fede cristiana… Ma se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede (1Cor 15,14). I quattro vangeli ci raccontano come i seguaci di Gesù vivono l’esperienza dell’incontro con Cristo risuscitato, in contrasto con ciò che avevano vissuto nella passione e morte in croce di colui che tanto amavano e nel quale avevano posto la loro speranza perché dava risposta a tanti interrogativi della loro vita.

Identificano il Risorto con il Crocifisso. Sia Maria Maddalena, sia i discepoli di Emmaus avevano fatto fatica a riconoscerlo. Lo avevano visto spirare sulla croce ed era proprio morto. Tutto quello che avevano vissuto con lui era ormai finito, e l’idea del contrario non sarebbe mai venuta in mente a nessuno: che questo morto, Gesù, fosse vivo. “Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo”, dice Luca. Bisognava fare l’esperienza di stare con lui, credere in lui, avere in lui una fiducia assoluta, non solo per un periodo, ma per sempre e in tutto. Si convincono quando vedono le piaghe delle mani, dei piedi e del costato, segni della sua crocifissione. Il Risorto è lo stesso Gesù Crocifisso!

Lo scandalo della passione del loro Maestro Gesù “che era passato per il mondo facendo del bene” (At 10,38) perché “era potente in opere e parole” (Lc 24,19), li ha lasciati disorientati e in preda alla delusione, perché la morte ha distrutto i loro ideali e i loro progetti di salvezza, facendo terminare tutto in un fallimento. L’esperienza che il crocifisso è vivo, fa loro capire che è vero il contrario: la morte di Gesù non è stata un fallimento. Con Gesù che offre la vita per amore sulla croce, il Padre sta manifestando la sua misericordia, liberando gli uomini dal peccato. È il momento dell’alleanza: nella morte di Gesù, il Padre ama l’uomo come sempre e l’uomo (Gesù) ama il Padre come mai aveva fatto prima.

Nell’incontro con Gesù Risorto si comprende, con il cuore che arde, che tutto quello che Gesù ha vissuto in quei giorni a Gerusalemme, la passione e la morte, era stato annunziato molto tempo prima nelle Scritture, e lo stesso Gesù aveva annunciato tre volte la passione e la morte come raccontano i sinottici. Si può dire che si tratta di una consolazione come quella di Sant’Ignazio sulle rive del fiume Cardoner: “Stando lì seduto, cominciarono ad aprirsi gli occhi dell’intelletto; non già che avessi una visione, ma capii e conobbi molte cose della vita spirituale, della fede e delle lettere, con una tale luce che tutte le cose mi apparivano nuove” (Autobiografia di S. Ignazio di Loyola, n° 30) (cf. Lc. 24,45).

Nell’agonia del Getsemani, nelle umiliazioni della passione e nella solitudine della croce sembrava che il Padre avesse abbandonato il Figlio. Nel riconoscere Gesù risorto, risulta chiaro che il Padre, nascosto, è stato sempre unito al Figlio, lo ha sostenuto ed è stato fedele alla sue promesse: “chi perde la propria vita la troverà”, “chi si umilia sarà esaltato”.

Lo stato d’animo dei discepoli è totalmente all’opposto, prima e dopo l’incontro con il risorto. La notizia della sua morte sulla croce, li aveva rattristati, delusi, depressi, riempiti di paura. Noi speravamo … ma sono passati tre giorni … e Lui non l’abbiamo visto. Dopo aver incontrato Gesù risorto, sono inondati di consolazione, di gioia: “era vero”, si dicono, qualcosa si muoveva dentro mentre ascoltavano e questa gioia li riempie di forza, e li rende capaci di affrontare qualsiasi avversità. Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero … Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: “Salute a voi!” (Mt 28, 8-9) Ma (poiché) per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore …(Lc 24,41). I discepoli gioirono al vedere il Signore (Gv 20,20).

I due discepoli di Emmaus, ad esempio, fanno l’esperienza di una progressiva conoscenza integrale che li porta a superare la delusione causata dal vedere “cosa è accaduto in questi giorni”, delusione che li sta allontanando dal gruppo. Commentando le Scritture, Gesù fa “ardere il loro cuore” perché stanno comprendendo che quello che “è successo a Gesù in quei giorni a Gerusalemme” era stato annunciato dalle Scritture. Quando, al tramonto, si siedono per la frazione del pane, i loro occhi si aprono e si rendono conto che chi li aveva accompagnati quel giorno lungo la strada, era Gesù, che “le nostre autorità hanno consegnato per farlo condannare a morte e hanno crocifisso” (Lc 24,20). Comprendono la coincidenza dei tre messaggi: Gesù era il protagonista degli eventi di quei giorni a Gerusalemme; lo avevano già annunciato le Scritture; si manifestava allo spezzare del pane. Pieni dunque di consolazione, di gioia, di entusiasmo, rifanno il cammino a ritroso per incontrare il gruppo dei discepoli.

La pace sia con voi! Tre volte in Giovanni 20, 19.21.26 e una volta in Lc 24,36 risuona questo saluto del Risorto. Colui che era stato vittima dell’ingiustizia, della violenza e dell’umiliazione dei prepotenti, rinuncia alla vendetta e si presenta come messaggero di pace, “Gesù mite e umile di cuore”. L’ultima parola non è stata la forza e la violenza, ma l’amore più forte di tutto e anche della morte.

Frutto di questa esperienza è il dono dello Spirito Santo e l’invio in missione dei discepoli per aiutare tutti, uomini e donne, a fare questa esperienza di rinnovamento personale.

La Pasqua è un invito a fare memoria e a dare un nuovo impulso alla nostra esperienza fondante dell’incontro con Gesù risorto, che sostiene la nostra vita. Ti riconosci in qualche aspetto dell’esperienza dei discepoli di Gesù?

Gaspar Fernández Pérez scj
Superiore Generale

Azioni sul documento

nef

NEF logo portletNEF, NOTIZIE IN FAMIGLIA

Nef è il bollettino ufficiale della Congregazione del Sacro Cuore di Gesù di Betharram.
La redazione è a cura del Consiglio Generale.

Per leggere la NEF puoi consultare l’apposita sezione del portale che contiene anche l'archivio degli anni scorsi.

Qui sotto gli ultimi tre numeri pubblicati...