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14/01/2016

Un messaggio del Vescovo di Roma

Guidati da Maria, madre di misericordia

Un messaggio del Vescovo di Roma

In questo primo giorno del 2016...

Salve, Mater misericordiae!

È con questo saluto che vogliamo rivolgerci alla Vergine Maria nella Basilica romana a lei dedicata con il titolo di Madre di Dio. È l’inizio di un antico inno, che canteremo al termine di questa santa Eucaristia, risalente a un autore ignoto e giunto fino a noi come una preghiera che sgorga spontanea dal cuore dei credenti: “Salve Madre di misericordia, Madre di Dio e Madre del perdono, Madre della speranza e Madre della grazia, Madre piena di santa letizia”. In queste poche parole trova sintesi la fede di generazioni di persone che, tenendo fissi i loro occhi sull’icona della Vergine, chiedono a lei l’intercessione e la consolazione.

È più che mai appropriato che in questo giorno noi invochiamo la Vergine Maria, anzitutto, come Madre della misericordia. La Porta Santa che abbiamo aperto è di fatto una Porta della Misericordia. Chiunque varca quella soglia è chiamato a immergersi nell’amore misericordioso del Padre, con piena fiducia e senza alcun timore; e può ripartire da questa Basilica con la certezza – con la certezza! – che avrà accanto a sé la compagnia di Maria. Lei è Madre della misericordia, perché ha generato nel suo grembo il Volto stesso della divina misericordia, Gesù, l’Emmanuele, l’Atteso da tutti i popoli, il “Principe della pace” (Is 9,5). Il Figlio di Dio, fattosi carne per la nostra salvezza, ci ha donato la sua Madre che, insieme a noi, si fa pellegrina per non lasciarci mai soli nel cammino della nostra vita, soprattutto nei momenti di incertezza e di dolore.

Maria è Madre di Dio, è Madre di Dio che perdona, che dà il perdono, e per questo possiamo dire che è Madre del perdono. Questa parola – “perdono” – tanto incompresa dalla mentalità mondana, indica invece il frutto proprio, originale della fede cristiana. Chi non sa perdonare non ha ancora conosciuto la pienezza dell’amore. E solo chi ama veramente è in grado di giungere fino al perdono, dimenticando l’offesa ricevuta. Ai piedi della Croce, Maria vede il suo Figlio che offre tutto Se stesso e così testimonia che cosa significa amare come ama Dio. In quel momento sente pronunciare da Gesù parole che probabilmente nascono da quello che lei stessa gli aveva insegnato fin da bambino: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,34). In quel momento, Maria è diventata per tutti noi Madre del perdono. Lei stessa, sull’esempio di Gesù e con la sua grazia, è stata capace di perdonare quanti stavano uccidendo il suo Figlio innocente.

Per noi, Maria diventa icona di come la Chiesa deve estendere il perdono a quanti lo invocano. La Madre del perdono insegna alla Chiesa che il perdono offerto sul Golgota non conosce limiti. Non può fermarlo la legge con i suoi cavilli, né la sapienza di questo mondo con le sue distinzioni. Il perdono della Chiesa deve avere la stessa estensione di quello di Gesù sulla Croce, e di Maria ai suoi piedi. Non c’è alternativa. È per questo che lo Spirito Santo ha reso gli Apostoli strumenti efficaci di perdono, perché quanto è stato ottenuto dalla morte di Gesù possa raggiungere ogni uomo in ogni luogo e in ogni tempo (cfr. Gv 20,19-23). L’inno mariano, infine, continua dicendo: “Madre della speranza e Madre della grazia, Madre piena di santa letizia”. La speranza, la grazia e la santa letizia sono sorelle: tutte sono dono di Cristo, anzi, sono altrettanti nomi di Lui, scritti, per così dire, nella sua carne. Il regalo che Maria ci dona dandoci Gesù Cristo è quello del perdono che rinnova la vita, che le consente di compiere di nuovo la volontà di Dio, e che la riempie di vera felicità. Questa grazia apre il cuore per guardare al futuro con la gioia di chi spera. È l’insegnamento che proviene anche dal Salmo: “Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. […] Rendimi la gioia della tua salvezza” (51,12.14). La forza del perdono è il vero antidoto alla tristezza provocata dal rancore e dalla vendetta. Il perdono apre alla gioia e alla serenità perché libera l’anima dai pensieri di morte, mentre il rancore e la vendetta sobillano la mente e lacerano il cuore togliendogli il riposo e la pace. Cose brutte sono il rancore e la vendetta.

Attraversiamo, dunque, la Porta Santa della Misericordia con la certezza della compagnia della Vergine Madre, la Santa Madre di Dio, che intercede per noi. Lasciamoci accompagnare da lei per riscoprire la bellezza dell’incontro con il suo Figlio Gesù. Spalanchiamo il nostro cuore alla gioia del perdono, consapevoli della fiduciosa speranza che ci viene restituita, per fare della nostra esistenza quotidiana un umile strumento dell’amore di Dio. E con amore di figli acclamiamola con le stesse parole del popolo di Efeso, al tempo dello storico Concilio: “Santa Madre di Dio!”. E vi invito, tutti insieme, a fare questa acclamazione tre volte, forte, con tutto il cuore e l’amore. Tutti insieme: “Santa Madre di Dio! Santa Madre di Dio! Santa Madre di Dio!”.

Omelia del Santo Padre, venerdì 1° gennaio 2016,
durante la messa in occasione dell’apertura della porta santa
della basilica Santa Maria Maggiore a Roma

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