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13/04/2016

La Regola vissuta

L’amore è ciò che conta...

La Regola vissuta

P. Andrea è il Decano del Vicariato d’Italia. Ha trascorso parte della sua vita in Brasile, poi nella casa di formazione di Monteporzio e ora risiede nella comunità betharramita di Albiate. Per anni è stato economo di comunità.

Quando si incontra P. Andrea si è avvolti dal suo sorriso e dalle sue premure e ci si sente a casa.
A lui abbiamo chiesto di raccontarci la sua esperienza di vita. In modo particolare gli abbiamo chiesto di dirci come ha cercato di vivere il suo servizio di economo di comunità a partire da alcuni numeri della Regola di Vita. Ne è uscito un racconto semplice e diretto…

Articolo 48
Poveri di cuore, siamo vicini e  solidali  con i poveri, accettando di lasciarci interpellare ed evangelizzare da loro. Scegliamo di lavorare per guadagnarci da vivere. Accettiamo  la dipendenza e, all’occasione, anche le ristrettezze. Poniamo interamente  al servizio degli altri il nostro tempo e i nostri talenti. Ricerchiamo uno stile di vita semplice, simile a quello delle persone modeste che ci circondano.

Dal 1951 al 2016 mi è stato chiesto di “fare l’economo”. Dal Brasile all’Italia, coscientemente, ho cercato di svolgere questa obbedienza nel miglior modo possibile, come servizio alla comunità.

La parola “servizio” già di per sé dice e sottintende anche qualche altra cosa, per esempio “amore”. Non sarai buon economo se non ami la tua comunità vista non come singole persone, ma come una famiglia unita da un amore più grande, quello di Dio, da un ideale comune e da una collaborazione fraterna. Fare l’economo non è tanto un “mestiere” quanto un servire, con prontezza, sacrificio, sollecitudine, attenzione soprattutto ai bisogni dei confratelli, sapendo “prevedere” prima ancora che manifestino il loro bisogno, per non imbarazzare nessuno.“Scegliere di lavorare per guadagnarsi da vivere” è un dovere che riguarda i singoli confratelli i quali non devono puntare ai propri interessi - egoismo - ma consapevolmente mettere il frutto del loro lavoro, qualunque esso sia e con gioia, a beneficio di tutta la comunità. L’economo deve essere il primo, perché sia di esempio. Lavorare “per guadagnarsi da vivere” è semplicemente prendere coscienza di essere povero. Quante famiglie, oggi, sono in affanno perché non hanno lavoro, quindi non c’è guadagno… e il vivere diventa un po’ una disperazione.

A noi, religiosi betharramiti, il lavoro apostolico non manca; richiede interesse spirituale per tante persone che incontriamo nel ministero, richiede volontà di farlo con gioia, domanda costanza e serenità. Ripeto: senza amore si rischia di vivere da “ricchi”, quindi disinteressati verso il povero.

In Brasile ho fatto un’esperienza indimenticabile, bellissima: una comunità che sgobbava, ma sempre contenta, sempre fraterna, esemplarmente religiosa e contenta della propria povertà e più ancora di aiutare i tanti senza cibo e soldi.

Eccoci: Papa Francesco dice che l’amore è il servizio concreto che si rende gli uni verso gli altri. L’amore non è una parola, ma è opera e servizio, umile, fatto nel silenzio e nel nascondimento.

I doni dello Spirito Santo vengono dati a tutti, ad ognuno secondo le proprie capacità per il bene della comunità, affinché cresca sempre di più.

Ho l’impressione che oggi le comunità non sono più tanto spirituali come le voleva San Michele e, perciò, non conoscono neppure più l’autentica umanità.

Lavorare per vivere noi senza dimenticare i poveri. Cristo non si è risparmiato in nulla. E noi, che siamo chiamati per vocazione al suo seguito, come viviamo?

Apriamo un po’ più il nostro cuore e allarghiamo il nostro sguardo. Forse abbiamo bisogno di imparare. La formazione non termina mai!

Andrea Antonini scj

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