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Gustavo India
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14/03/2014

Narratio Fidei di Fr. Martin de Tours Thinakorn Damrongusasin scj

Diacono nella residenza di Huay Tong (Chiang Mai - Tailandia)

Fr. Martin de Tours Thinakorn Damrongusasin scj

“Sia dunque che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio. Non date motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare l’utile mio ma quello di molti, perché giungano alla salvezza.” (1 Co 10,31-33)

“Eccomi senza ritardo, senza riserva, senza rimpianto! Exultavit ut gigas ... Uomo disposto a tutto, pronto a soffrire tutto nell’obbedienza; uomo che non fa niente né soffre contro la volontà di Dio. Generosità immensa, ma soggetta alle regole! Generosità che si esercita nei doveri e nelle scelte della propria posizione. Generosità immensa che trova un campo d’azione adeguato e sufficiente dove poter operare e glorificare Dio, sia nel seno di Maria, nella grotta, nella povera abitazione di Nazareth, come nello splendore del cielo alla destra dell’eterno Padre.
Sia gloria a Dio! Posso glorificare Dio! Posso essere utile al prossimo nella povertà, tra le umiliazioni, nelle occupazioni più materiali, ugualmente bene e con rischi minori di quando occupo le posizioni più elevate. Eccomi pronto a tutto! Non cerco il successo al di fuori della mia posizione.” (Dottrina Spirituale)

 

NARRATIO...

Cosa mi dicono questi testi?
Vorrei condividere la mia riflessione personale circa la mia esperienza di fede, ispirandomi ai seguenti passi:

“Fate tutto per la gloria di Dio” (1 Cor)
“Per il bene di tutti” (1 Cor)
“Al di fuori dell’obbedienza l’uomo non può fare nulla” (DS)
“Vivere in serenità con il prossimo (membri della comunità)” (DS)

Il testo “Fate tutto per la gloria di Dio” è lo slogan da me prescelto per la mia professione religiosa; infatti la gioia nasce dal fare tutto per la gloria di Dio e nel procurare agli altri la stessa gioia condividendo i miei talenti personali.

Quando osservo la gioia degli altri sono portato a riflettere sulla mia gioia.
“Per il bene di tutti”. Se questo è l’obiettivo dei progetti missionari (Dio e il prossimo) la gioia e la pace saranno presenti presso tutti i membri della comunità dove vivo. Al contrario, se l’obiettivo è il mio tornaconto personale, tutto fallisce e io sarò scontento.

“Al di fuori dell’obbedienza l’uomo non può fare nulla”. Tutto dovrebbe essere fatto obbedendo a Dio, cioè ascoltandolo e ascoltando anche gli altri per individuare la strada giusta da percorrere, perché il Signore ci ha dato diversi talenti da condividere con gli altri accettando di accogliere le idee e i talenti degli altri.

“Vivere in serenità con il prossimo (membri della comunità)”.

Entrambe le citazioni dal Vangelo e dalla Dottrina Spirituale ribadiscono lo stesso concetto: tutti i cristiani, laici e teologi, dovrebbero condurre uno stile di vita semplice perché questo farà sentire le persone libere e gioiose nel fare la volontà di Dio e nel dire il loro “Ecce Venio” prontamente e con gioia.

Quali aspetti hanno avuto una maggiore influenza
sulla mia storia personale?

L’obbedienza esercita una forte influenza sulla mia storia personale, perché questa è fondamentale non solo per i religiosi di Bétharram, ma per ogni religioso. Per questo ritengo che vivere fuori dell’obbedienza mi renderebbe una persona egoista preoccupata solo della ricerca del proprio tornaconto.

Come mi impegno a vivere i valori presentati
da questi testi?

Questi passi sottolineano l’importanza di una vita semplice; quindi, nella mia vita personale di ogni giorno (missione, cura pastorale) vivo lo stile di vita delle persone che mi stanno intorno, come mi suggerisce lo stile missionario proprio dei Betharramiti, cioè “essere con” e non solo “lavorare per”: questo è il principio dell’Incarnazione che, tradotto in pratica, significa stare vicino alle persone, nutrirsi come loro, imparare da loro.

Molto spesso, quello di cui le persone hanno bisogno non è lavorare per loro, ma semplicemente essere con loro, andarle a trovare, aiutarle a pregare in famiglia; questo reca loro la vera gioia del cuore. Nella cura pastorale dei fedeli, essere sempre pronti a dire “Eccomi”, e rispondere ai loro appelli con gioia, per la gloria di Dio.

Su quale aspetto mi sento spinto
a portare la mia attenzione?

Nella mia esperienza, ritengo che la disponibilità, l’obbedienza, la semplicità sono aspetti rilevanti su cui puntare la mia attenzione durante la mia attività missionaria. Tutti questi elementi insieme, nessuno escluso, nutrono la nostra vita spirituale e ci aiutano a svolgere la missione sostenuti da una grande fede. Siamo inoltre chiamati a conformarci alle concrete condizioni di vita delle persone. In breve: venire incontro ai bisogni delle persone con disponibilità, obbedire per trovare il corretto modo di agire, vivere in semplicità.

Quale preghiera mi ispira questa meditazione?La preghiera allo Spirito Santo, composta dalla Beata Maria di Gesù Crocifisso. Questa preghiera è per me motivo di ispirazione ogni volta che dico “Ecce Venio”; rende la mia fede più forte e approfondisce la mia fiducia in Dio nel compiere gioiosamente la Missione per la gloria di Dio.

Spirito Santo, ispirami.
Amore di Dio, consumami.
Sul retto sentiero, guidami.
Maria, Madre mia, soccorrimi.
Con Gesù, benedicimi.
Da ogni male, da ogni illusione
e da ogni pericolo preservami.

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