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03/06/2011

Notizie in Famiglia - 14 giugno 2011


Sommario

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La parola del Padre generale

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 LETTERA DA BETLEMME

Cari Padre e Fratelli,
è lo Spirito Santo che, attraverso i fratelli capitolari, mi ha scelto per continuare a guidare, per i prossimi sei anni, la nostra cara famiglia di Bétharram. Ho fiducia nella vocazione e nella comprensione di tutti i miei fratelli. Prometto di fare del mio meglio, con l’aiuto dei Padri Enrico Frigerio, Graziano Sala, Laurent Bacho e Tobia Sosio.
Giunti al termine di questo 26° Capitolo generale, abbiamo numerosi motivi per ringraziare il Signore per quello che abbiamo vissuto con tutti i delegati e per lo slancio di vitalità che riteniamo vada a beneficio di tutta la nostra famiglia.
Abbiamo cominciato con la celebrazione liturgica della Festa del nostro santo fondatore nella cappella del Carmelo di Betlemme, dove molti di quelli che ci hanno preceduto hanno fatto la loro professione perpetua e sono stati ordinati sacerdoti. Mons. Antonio Franco, Nunzio della Santa Sede per Israele e Delegato Apostolico presso le Autorità Palestinesi, ha presieduto l’Eucaristia, concelebrata da due Vescovi ausiliari della Chiesa Madre di Gerusalemme. La Comunità del Carmelo e alcuni Superiori di Congregazioni amiche di Terra Santa si sono uniti a noi.
È una grazia l’aver vissuto questo capitolo nella nostra casa di Betlemme, che accoglie la comunità del Noviziato della Regione San Michele Garicoïts: ci hanno fatto sentire a casa nostra. È qui che Gesù è nato, il Dio onnipotente che si è manifestato nella fragilità della nostra carne. Questo ci ha ricordato che siamo dei vasi di argilla che contengono un tesoro prezioso. Questo tesoro è il carisma che san Michele Garicoïts ci ha lasciato. Questo tesoro è anche ogni persona della nostra famiglia, con le sue qualità, i suoi talenti, la sua generosità, il suo entusiasmo nel vivere la vocazione e la passione nel compiere la missione. L’argilla sono i nostri limiti, le nostre infedeltà, i nostri ripiegamenti su noi stessi e i nostri egoismi che impediscono alle nostre comunità di essere più significative.
Abbiamo valorizzato il cammino di regionalizzazione percorso in questi ultimi due anni nella nostra congregazione. Questo ci ha permesso di crescere in una maggiore unità come famiglia, in una condivisione più autentica delle nostre risorse e nel riconoscimento della ricchezza delle nostre diversità culturali. Sappiamo che la comunione è il frutto della sintesi di realtà contrastanti: l’unità di tutta la congregazione attorno all’unico carisma del nostro padre san Michele Garicoïts, nel rispetto della diversità culturale dei vicariati e dei paesi. La regionalizzazione diventa allora l’occasione per un rinnovamento spirituale.
Siamo contenti di aver approvato la Regola di Vita attraverso un consenso autentico che manifesta le nuove modalità di governo richieste dalla regionalizzazione e dall’originalità del nostro stile di vita. Ora la presenteremo alla Congregazione degli Istituti di Vita Consacrata per la sua approvazione definitiva. Ma non basta avere un bel documento; dobbiamo fare di tutto perché ogni religioso la riceva, la legga, l’accetti, la preghi, la faccia sua e la metta in pratica. Essa diventa un utile strumento perché la regionalizzazione sia l’occasione favorevole per il rinnovamento interiore della nostra famiglia.
Dopo aver preso coscienza della situazione della nostra famiglia, ed averla analizzata, abbiamo fissato le seguenti priorità per i prossimi sei anni:

La formazione permanente - Convinti che il carisma è un tesoro così come lo è ogni religioso, riteniamo necessario proteggere la vocazione di ciascuno dei nostri fratelli “che sopportano il peso della giornata e il caldo” e procurare i mezzi perché possano rinnovare il dono ricevuto con la consacrazione religiosa e l’imposizione delle mani.

L’internazionalità missionaria - Il coraggio missionario mostrato in Oriente come in Africa, ci permette di rallegrarci delle nuove professioni e ordinazioni. Bétharram è sempre stato missionario grazie alla disponibilità data attraverso un'obbedienza adulta, accettata come un valore. Bétharram deve essere sempre missionario, ma cambiando direzione: bisogna infondere una nuova vita alle realtà di più antica tradizione, pensando almeno a tre comunità internazionali, a Pau, a Nazareth e a Olton.

Un’economia di comunione - Grazie alla regionalizzazione, abbiamo fatto progressi nella condivisione dei beni, in alcune realtà più che altrove. Bisogna continuare in questa direzione. Ci siamo resi conto che i vicariati con un numero più alto di vocazioni sono anche quelli con minori risorse. Per questo abbiamo deciso di costituire una cassa generale per la formazione poiché si tratta di una preoccupazione di tutta la congregazione. L'attuazione del nuovo programma di contabilità, proposto dal Consiglio generale, ci aiuterà a creare una maggiore trasparenza e una condivisione più reale.

La pastorale vocazionale - In alcuni vicariati si fa un lavoro molto intenso, in altri meno. Il Capitolo domanda, soprattutto ai Vicariati di più lunga tradizione, di intensificare gli sforzi in questo ambito senza rassegnarsi a scomparire, davanti alle difficoltà a lavorare con i giovani.

La vita comunitaria - Questi anni di regionalizzazione hanno offerto l'occasione ad alcune comunità di stabilire il loro progetto comunitario. Il Capitolo domanda ai superiori di prendere a cuore il loro servizio di animazione e di accompagnamento dei religiosi. A tutti i religiosi è chiesto di nutrire un reale interesse alla costruzione della fraternità condividendo la vita, la missione e i beni.
Ringrazio P. Jean-Luc Morin per il lavoro svolto in questi sei anni, volto a migliorare la qualità della comunicazione nella congregazione, come anche per il suo contributo alla trasparenza a livello di gestione. Ringrazio anche Padre Bruno Ierullo per la sua generosità e la sua dedizione nell’animare i progetti missionari programmati ogni anno: il Seminario di Sampran, il campus di Dabakala e il pozzo di Shobhana Shaakha. Solo il Sacro Cuore sa tutto quello che hanno fatto; Lui solo saprà ricompensarli.

Avanti. Avanti sempre! Con gioia e nella speranza prepariamo la celebrazione dei 150 anni dalla morte del nostro padre San Michele Garicoïts, perché vediamo un avvenire per la nostra famiglia.
Bétharram ha un futuro perché sono numerosi i fratelli che vivono con impegno la loro vita spirituale, la loro consacrazione attraverso i voti, la comunità e la missione.
Bétharram ha un futuro perché tutti siamo determinati ad irradiare la nostra testimonianza e a proporre con la parola la bellezza della vita che abbiamo ereditato dal nostro padre san Michele Garicoïts.
Bétharram ha un futuro perché molti laici, attirati dal nostro stile di vita, vogliono condividere con noi la spiritualità e la missione.
Bétharram ha un futuro perché non è un’invenzione umana: il Sacro Cuore lo ha concepito e formato.
Bétharram ha un futuro perché sono numerosi i preti, i religiosi e le religiose, i laici che pregano per noi, come abbiamo potuto constatare in questi giorni.
Bétharram ha un futuro perché una schiera di testimoni in cielo ci precede e intercede in nostro favore con la Madonna di Bétharram, San Giuseppe, San Michele Garicoïts, la Beata Miriam e il Servo di Dio, Padre Etchécopar.
Dalla Collina di Davide, nella città di Betlemme dove Gesù è nato, un saluto fraterno ad ogni religioso che vive in comunità la missione che gli è stata affidata. Un saluto speciale ad ogni religioso anziano o malato che, nella sua condizione, offerta al Signore, partecipa alla missione della Chiesa e alla bellezza di Bétharram. Un saluto particolare ad ogni formatore e ad ogni giovane in formazione che consideriamo come speranza della nostra famiglia.

Gaspar Fernandez,SCJ
31 Maggio 2011

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nef-etchecopar.jpgIl Padre Augusto Etchécopar scrive... 

lettera circolare, Bétharram - 15 giugno 1888

 

Con questo mio scritto, promulgo gli Atti dell’ultimo Capitolo Generale [agosto 1887] … Dove è andato ad attingere i mezzi per conservare e accrescere la santità del nostro stato? Alla sorgente stessa dove è nata la nostra Congregazione, seguendo, in questo, la raccomandazione dello Spirito di verità: Bevi l’acqua della tua cisterna (Prov 5,15). Ha preso ispirazione dai pensieri e dalle parole del nostro Fondatore, da quello che Padre Garicoïts chiamava nostre santissime Regole, l’obbedienza che ci caratterizza, lo stile che ci è proprio.

Oh! Quanta ispirazione in questo Capitolo Generale! Oh! Quanto gli dobbiamo essere riconoscenti! A tutti noi ha mostrato quella via provvidenziale che sempre dobbiamo tenere ben presente e poi seguire, la sorgente di luce e di vita, scavata per noi, che zampilla dal Cuore di Gesù e dal     Cuore di Maria, apposta per noi, perché ci ritempriamo continuamente, l’arsenale che custodisce le armi forgiate dal nostro Capo per la nostra piccola compagnia …

Cari Padri e Fratelli, lo vedete e lo percepite come noi; le ragioni più alte e più forti ci animano tutti indistintamente perché ci lanciamo nella missione con un cuore colmo di semplicità e generosità: corde magno et animo volenti… 

 


Giro d'orizzonte da Betlemme

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CRONACA DEL CAPITOLO GENERALE 2011

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Sabato 14 maggio | Oggi, festa di San Michele Garicoïts si apre il 26° Capitolo Generale nella nostra residenza di Betlemme. Per 17 giorni, 31 capitolari provenienti da 4 continenti (con un’età media di 52 anni) lavoreranno sul presente e il futuro della Congregazione.

Al mattino, la cappella del Carmelo ha ospitato la Santa Messa in onore di San Michele. Davanti ai delegati betharramiti, ad alcuni sacerdoti del patriarcato e alla comunità carmelitana, Mons. Antonio Franco, nunzio apostolico in Israele e Palestina, ha presieduto la celebrazione, assistito da Mons. Marcuzzo, ausiliare di Nazareth, Mons. Shomali, ausiliare di Gerusalemme, P. Pizzaballa, Custode di Terra Santa, e P. Gaspar Fernandez, il nostro Superiore Generale. Tutto è stato ben curato: la bellezza dell’ambiente, l'aura spirituale del luogo, il fervore dei partecipanti, la qualità della liturgia e dell’omelia del celebrante principale, il rinfresco e il pranzo festivo che sono seguiti alla celebrazione. Così, questa festa di San Michele è stato un tempo forte di Chiesa e di fraternità ... e un ottimo inizio per i nostri lavori! 

 
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Domenica 15 maggio | Al secondo giorno del Capitolo, abbiamo vissuto una giornata di ritiro spirituale. Durante la mattina, P. David Neuhaus, sacerdote gesuita israeliano e biblista, ci ha aiutato a riflettere sulla nostra vita a partire dal testo di 2 Cor 4,7: "Abbiamo questo tesoro in vasi di creta". Dalla riflessione proposta siamo stati aiutati a scoprire che la nostra fragilità non è un ostacolo, ma l'occasione per lasciarci ricreare dalla Grazia di Dio. L'atteggiamento di chiusura in noi stessi di fronte alle debolezze, conduce invece alla morte. Guidati da queste luci spirituali, ci siamo introdotti nella meditazione personale della Parola di Dio. Nel pomeriggio, abbiamo adorato Gesù nell'Eucaristia, e ognuno ha continuato la propria riflessione. Abbiamo terminato la giornata con la celebrazione della Messa, coronamento di una giornata in cui il Signore ci ha portato nel deserto e ci ha parlato al cuore.
 
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Martedì 17 maggio | I membri del Capitolo Generale, hanno festeggiato il 25° di sacerdozio di p. Graziano Sala. Nella Messa da lui celebrata insieme a tutti i confratelli, in particolare a p. Guido Garcia che ieri ha ricordato il 2° anno di ordinazione, P. Graziano ha ringraziato il Signore per le "sorprese" con cui ha riempito la sua vita di prete: gli anni passati a Mariotto, quelli dedicati all'incontro e all'anima-zione dei gruppi giovanili e quelli dedicati al servizio della Congregazione come Superiore Provinciale e poi Regionale. La festa è poi continuata durante la cena della sera conclusasi con il taglio della torta del 25°. Il Signore, che lo ha scelto come suo ministro, continui in lui la sua opera!
 
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Mercoledì 18 maggio | Dopo una giornata di preparazione in vicariati e regioni, i giorni 17 e 18 maggio sono stati dedicati alla presentazione di Bétharram in tutte le sue sfaccettature, partendo da una griglia di rilettura appositamente preparata. Con mezzi audiovisivi e informatici, i delegati hanno fatto risalire, in modo vivace e creativo, la vita di ogni vicariato: gli uomini, le missioni, le sfide in corso. In seguito, i Superiori regionali hanno completato la presentazione con la loro relazione, seguita da richieste di chiarimenti. Per due giorni, il Capitolo ha condotto un giro d’orizzonte della realtà di una congregazione di quasi 300 membri, in 12 vicariati, che coprono 15 paesi. Questa diversità umana, culturale e apostolica è un invito a ringraziare Dio e a impegnarsi con più audacia ad essere ciò che siamo: Religiosi del Sacro Cuore.
 
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Giovedì 19 maggio |Al mattino il Superiore Generale P. Gaspar Fernandez ha presentato la sua relazione sullo stato della Congregazione a partire dall'ultimo Capitolo generale del 2005. La relazione è stata molto dettagliata e ha dato una onesta, e allo stesso tempo stimolante, valutazione della congregazione sullo sfondo delle tre regioni: San Michele (Europa, Africa e Terra Santa), P. Etchecopar (America latina) e Beata Miriam (Inghilterra e Asia) in cui lavoriamo e facciamo ministero. Al termine dell'intervento di P. Gaspar, tutto il Capitolo ha espresso con un applauso il proprio apprezzamento.

Nel pomeriggio P. Enrico Frigerio, facendo seguito alla relazione del Superiore Generale, ha portato l’attenzione dell’Assemblea capitolare su una risoluzione del Capitolo del 2005,quale si chiedeva al Consiglio generale di elaborare un documento contenente alcuni elementi di spiritualità laicale betharramita. Dopo aver presentato l'attività svolta in questi sei anni come incaricato dei Laici all'interno del Consiglio generale, ha annunciato alcuni temi che saranno oggetto di riflessione durante i lavori di gruppo di questi giorni.
P. Jean-Luc Morin ha presentato poi il rapporto preparato dall’Economato Generale: un bell'esempio di collaborazione religiosi-laici in quanto tale dossier sarebbe stato impensabile senza l'abilità e la dedizione di alcuni laici, tra cui la signora Maria Grazia Cavazzini, ragioniera della Casa generale (oltre a suo figlio Paolo, esperto informatico, Luigi Pirovano, consulente economico della Congregazione, e la sig.ra Elisa Sala, sua assistente). Questo trasparente resoconto e il successivo dibattito assembleare, hanno contribuito a fare il punto della situazione e a mantenere la direzione giusta per giungere ad una vera “economia di comunione”.

 
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Venerdì 20 maggio | I capitolari hanno individuato le linee di riflessione, di conversione e di azione da proporre alla Congregazione per i prossimi sei anni. Dopo un tempo di studio personale e la riunione per regione nella mattinata, l'assemblea ha preso in esame le proposte pervenute. Nel tardo pomeriggio, i delegati hanno infine concordato sulle tematiche su cui il Capitolo dovrà lavorare: 1/ Formazione permanente (carisma, missione, laici, Regola di Vita); 2/ Internazionalità (e cooperazione missionaria, laici, Regola di Vita); 3/ Economia di comunione (progetti, Regola di Vita); 4/ Animazione vocazionale (e formazione iniziale); lavorare con e per i giovani; 5/ Comunità (ruolo del superiore, progetto personale e comunitario, laici).
 
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Sabato 21 maggio |Il Capitolo ha sospeso i propri lavori per vivere una giornata di distensione e di pellegrinaggio. La 1a tappa è stato il deserto di Gerico, con il suo suggestivo panorama che favorisce la preghiera. Arrivati alle 10 a Nazareth, i capitolari si sono raccolti nella Basilica dell'Annun-ciazione sui luoghi dell'Incarnazione; hanno poi ottimamente pranzato presso la residenza di Bétharram, con P. Damiano Colleoni e P. Philippe Hourcade; hanno avuto un momento di condivisione fraterna con le 14 suore di 12 nazionalità, che vivono nel Carmelo vicino alla nostra comunità. Il pellegrinaggio è poi proseguito, sempre col pullman, alla volta di Emmaus-Nicopoli. Cuore della giornata, la Santa Messa che è stata concelebrata là dove Gesù, secondo la Beata Miriam, spezzò il pane con due discepoli (Lc 24). Dopo questo tempo di grazia, il ritorno a Betlemme, con cena all’aperto a base di pizza. È stata una giornata importante per fare il pieno di energie prima di affrontare la 2a parte del Capitolo!
 
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Domenica 22 maggio |L'Assemblea capitolare ha iniziato la lettura e la discussione della Regola di Vita in vista della sua adozione definitiva. Sono passati 9 anni da quando si è avviata la revisione del nostro testo di base: rielaborato dalla commissione ad hoc (pp. Ierullo, Felet, Moura, Oyhénart e Fernandez), e arricchita con i contributi dei religiosi e delle comunità, il testo è presentato nella sua versione di riferimento in lingua francese. Le procedure di voto sono state definite con precisione e approvate. Data l'importanza del tema, ogni capitolo o sottocapitolo (a seconda della sua importanza), viene solennemente letto, aperto a eventuali modifiche, discusso e votato in blocco. Al di là dell'aspetto giuridico, la Regola di Vita appare come una vera lettura spirituale che aiuta a cogliere la profondità del nostro carisma e il suo impatto sulla nostra vita e la nostra missione.
Nel tardo pomeriggio, i capitolari hanno celebrato la Santa Messa presso la Grotta di San Girolamo, nella cripta della basilica della Natività. Hanno affidato il loro lavoro (da scribi!) al Signore, per intercessione di S. Gerolamo che ha reso accessibile la Parola di Dio. 

Piano di lavoro sulla Regola di Vita
Domenica 22 maggio > capitoli 1-4: carisma, missione, consacrazione, preghiera | 23 maggio > capitoli 5-7: vita fraterna, servizio di chiesa, formazione | 24 maggio > Capitolo 8: Governo | 25 maggio > capitoli 9-11: amministrazione, dimissioni, casi particolari.

 
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Martedì 24 maggio | Pau, Carmelo del Sacro Cuore, 24 maggio 1868: il cuore di Suor Maria di Gesù Crocifisso è ferito dall'amore per Cristo (fenomeno mistico chiamato "trasverberazione"). 143 anni più tardi, martedì mattina a Betlemme, i capitolari hanno celebrato l'evento con le Suore del Carmelo di Gesù Bambino (Cfr. l'omelia pag. 16). E stata l'occasione per riprendere la loro bella preghiera ispirata a quella di Miriam:

Spirito Santo, ispira il Capitolo;
Amore di Dio, consuma il Capitolo;
Sul vero cammino, guida il Capitolo;
Maria, Madre mia, guarda il Capitolo;
Con Gesù, benedici il Capitolo;
Da ogni male, da ogni illusione, da ogni pericolo,
Preserva il Capitolo.

 
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Mercoledì 25 maggio |Oggi, festa nazionale dell'Argentina e festa di Santa Maddalena-Sofia Barat, contemporanea di San Michele e fondatrice delle Suore del Sacro Cuore, il Capitolo Generale ha adottato la nuova Regola di Vita alle 12, 34 minuti e 25 secondi, "ora del muezzin". Dopo la proclamazione del risultato della votazione, fatta da p. Graziano, moderatore della seduta, p. Gaspar si è complimentato con l'assemblea per la serietà del lavoro svolto e si è rallegrato per il compimento del grande lavoro cominciato dal suo predecessore, p. Francesco Radaelli. A nome di tutto il Capitolo e dell'intera famiglia religiosa, ha ringraziato la Commissione di Revisione composta dai padri Bruno Ierullo, Jacky Moura, Pietro Felet e Beñat Oyhénart, suo infaticabile segretario. Dal 2004 questi padri hanno lavorato alla revisione di questo fondamentale documento che oggi consta di 340 articoli, arricchendolo con le citazioni del "tesoro betharramita", dei recenti documenti del Magistero e del Diritto Canonico. La Regola di Vita di Betlemme sarà ora sottoposta all'approvazione della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e Società di vita apostolica, della Santa Sede. A noi ora tocca di conformare la nostra vita: la  Regola è un "mezzo di cooperazione alla grazia, una via diretta per andare a Dio e metterci sotto l'ispirazione dello Spirito Santo" (DS 221).
 
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Giovedì 26 maggio | I religiosi del Capitolo Generale, si sono divisi in vari gruppi di studio per l'elaborazione delle indicazioni per il cammino della Congregazione per i prossimi 6 anni. La mattina di giovedì 26 è stata dedicata interamente allo studio delle tematiche del Capitolo nei diversi gruppi: la formazione permanente, l'internazionalità, l'econo-mia di comunione, l'animazione vocazionale e la vita di comunità. Nel pomeriggio il Capitolo si è invece riunito in Assemblea per ascoltare la relazione di p. Jean Luc sulla chiamata che la Congregazione ha ricevuto per essere presente in Vietnam. Giuseppe Tuan, un giovane candidato, è stato accolto dalla nostra famiglia: a tutti noi spetta il compito di pregare lo Spirito perché questo dono possa essere il seme di una nuova apertura missionaria. In seguito l'assemblea ha preso in esame il lavoro di ogni gruppo di studio. Il giorno dopo, i deputati hanno continuato il lavoro nelle commissioni e in assemblea sulle stesse cinque tematiche.
 
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Venerdì 27 maggio |P. Adib Zoomot, rettore del Seminario del Patriarcato latino di Gerusalemme, ha invitato i capitolari a pranzare con i sacerdoti e i seminaristi. Situato a Beit-Jala, vicino a Betlemme, il Seminario ha sempre mantenuto legami molto stretti con la nostra famiglia religiosa. I Betharramiti lo hanno diretto fino agli anni 80. Infatti varie generazioni di sacerdoti, tra cui l'attuale Patriarca, sono ex alunni dei nostri padri. Dopo l'agape fraterna, il rettore ha ringraziato gli ospiti, ha ricordato tutto ciò che lo stesso seminario deve a Bétharram e ha terminato con un premio a P. Luigi Speziale, SCJ che porta avanti ancora oggi questa ricca tradizione.
 
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Sabato 28 maggio | Alle 9:47, P. Gaspar Fernandez Perez è stato rieletto per sei anni Superiore Generale della Congregazione del Sacro Cuore di Gesù di Bétharram. La proclamazione del voto è stato accolta da una lunga standing ovation. Subito dopo, la seduta del Capitolo generale è stata sospesa per permettere ai religiosi di recarsi in processione alla cappella: in testa c'erano i novizi, seguiti dal decano dell'assemblea, p. Alberto Pensa, che portava la reliquia del nostro padre San Michele Garicoïts. Durante la celebrazione, vissuta con grande fervore e intima gioia, P. Gaspar ha lavato i piedi a dodici religiosi in rappresentanza dei dodici vicariati betharramiti sparsi nel mondo. Questo gesto descrive, meglio di molti commenti, il servizio dell'autorità tra fratelli. Rendiamo grazie al Sacro Cuore e affidiamo il nostro Padre Generale alla Madonna del Bel Ramo! 

Nel pomeriggio, le elezioni nel Capitolo hanno completato il nuovo Consiglio Generale come segue:
• Vicario Generale: P. Enrico Frigerio (rieletto)
• Segretario-Economo Generale: P. Graziano Sala (in precedenza Superiore della Regione San Michele)
Entrambi risiedono presso la Casa Generalizia a Roma.
• Consigliere generale per la formazione: P. Laurent Bacho (rieletto, del Vicariato della Costa d'Avorio)
• Consigliere generale per le missioni: P. Tobia Sosio (precedentemente Economo della Regione P. Etchécopar, del Vicariato di Paraguay)

Al termine della riunione, P. Gaspar ha ringraziato calorosamente per la loro cooperazione i due Consiglieri uscenti: P. Jean-Luc Morin (ex Segretario-Economo Generale) e P. Bruno Ierullo (ex consigliere per le missioni).
I nostri auguri e le nostre preghiere accompagnano la nuova equipe nel servizio loro richiesto per l’animazione della congregazione. "Avanti sempre, per Amore!"

Per festeggiare le elezioni,il Capitolo ha deciso di approfondire la conoscenza della cultura locale, in particolare la sua espressione culinaria. Tutti i capitolari, con la comunità del noviziato di Betlemme e il personale della casa, sono andati a cenare alla “tenda dei pastori”, ristorante in stile beduino di Bet-Sahour (il “Campo dei pastori", luogo che ricorda l’annuncio della nascita di Gesù fatto ai pastori). Il menù era tipicamente arabo, e qualche capitolare si è avventurato a provare il narghile ... Una notte fraterna e gioiosa a coronamento di una giornata importante.

 
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Domenica 29 - lunedì 30 maggio | questi due giorni sono stati dedicati alla stesura e all'approvazione delle mozioni che formeranno il cuore degli Atti del XXVI capitolo. La lunghezza delle discussioni è stata consona all'importanza data alla materia presa in esame. Era necessario infatti chiarire bene i contenuti delle decisioni, affinché queste fossero fedeli al Carisma e capaci di dare slancio al cammino della Congregazione per gli anni 2011-2017. Nel tardo pomeriggio, durante l'ultima Eucaristia ufficiale in Capitolo, i partecipanti hanno rinnovato la loro professione religiosa. Alla fine della celebrazione, p. Gaspar ha regalato ad ogni capitolare un "Gesù bambino", simbolo della Divinità (il nostro tesoro), nascosto nell'umanità (le nostre debolezze). Questa è stata la toccante conclusione dei 16 giorni del Capitolo in cui, veramente, lo Spirito ha fatto un ottimo lavoro ...
 
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Martedì 31 maggio | I capitolari hanno fatto la loro ultima uscita comunitaria per celebrare la festa della Visitazione ad Ain Karem, sui luoghi dell'incontro tra Maria ed Elisabetta. Si sono uniti alle comunità francescane di Terra Santa che in quel giorno celebravano l'istituzione, da parte del Padre Custode, di 11 Lettori e 7 Accoliti. La lode e la gioia erano la nota dominante di una liturgia sostenuta dal canto gregoriano, dalla profondità dell'omelia e dalla solennità della processione. L'azione di grazie dei Betharramiti ha avuto così modo di espandersi alla vita religiosa nella sua missione universale. La parola finale di questo 26° Capitolo Generale?Magnificat, naturalmente, e avanti sempre!

5 minuti con...

Padre Gianluca Limonta

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P. Gianluca Limonta, 43 anni, è direttore dell’Ufficio Diocesano per la Catechesi della Diocesi di Parma. È uno dei 13 religiosi che hanno partecipato per la prima volta ad un Capitolo generale. 

Ecco qui le impressioni a caldo di un “novizio”.

 

Nef: Sei stato eletto dai tuoi fratelli per rappresentare uno dei 12 vicariati della congregazione al Capitolo generale. Quale era il tuo stato d’animo quando sei sbarcato dall’aereo il 13 maggio scorso?
- Quando sono giunto a Tel Aviv, il mio stato d’animo era un misto fra emozione e curiosità di scoprire quali orizzonti mi avrebbe aperto un consesso internazionale, qual è un capitolo generale. Preparandomi a tale evento, nella lettura e nello studio della Regola di Vita, ero certo di intraprendere un duro lavoro che poteva dare un nuovo slancio alla congregazione religiosa cui appartengo.

Come hai vissuto questa 26a edizione del Capitolo generale?
- Confesso che, prima di dare avvio ai lavori, mi ero immaginato di prender parte a un evento alquanto istituzionale e formale, con un’impostazione che avrebbe lasciato poco spazio all’apporto personale ed esperienziale di ciascun membro. Al contrario, con grande gioia mi sono lasciato attrarre dallo spirito di vera fraternità, collegialità e corresponsabilità fra tutti i membri del capitolo, dove la parola di ciascuno era accolta con rispetto e considerazione. Il bene comune di una congregazione piccola ma viva, era nel cuore di ogni delegato.

Di primo acchito, quali sono i momenti che ti hanno più colpito?
- Dice un proverbio: “Chi ben inizia è a metà dell’opera”. Iniziare un capitolo con la celebrazione solenne della festa di S. Michele, ha rilanciato con forza il nostro spirito di appartenenza alla Congregazione del Sacro Cuore, una realtà che ha preso forma nell’approva-zione della Regola di vita, e nella capacità di farsi carico, da parte dei trentuno membri del capitolo, dei tesori e delle fragilità che come i tasselli di un puzzle danno forma ai nostri vicariati e alle nostre comunità. In tal senso, le parole del P. David, nel giorno di ritiro spirituale sono state una luce che ha illuminato il nostro cammino.

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Cosa contraddistingue un capitolo generale da altre assemblee e riunioni?
- Per il 26° capitolo, svoltosi qui a Betlemme, direi prima di tutto lo spirito di comunione fra i religiosi, un approccio che ci ha permesso di non giudicare le difficoltà o le problematiche altrui come una cosa che “non mi riguarda”, ma al contrario di farci carico l’un l’altro di aspetti che fino ad ora conoscevo, ma sentivo lontani dal “mio mondo” dalla mia vita.

A livello personale, è stato anche un momento di crescita?
- La risposta non può che essere affermativa. Di primo acchito può sembrare strano, ma ciò che mi ha fatto crescere è stata la capacità di condividere con i miei confratelli dei momenti “ordinari” e semplici della vita di ogni giorno, come il pregare insieme, il condividere i momenti di festa e di lavoro, sempre in un clima di vera amicizia e fraternità. È lì che ho apprezzato e conosciuto in profondità alcuni miei confratelli che non avevo avuto ancora modo di conoscere.

Alla conclusione di 17 giorni di scambi e dibattiti, come descriveresti la Congregazione? Un suo pregio? Un suo difetto?
- Il pregio più grande consiste, a mio modo di vedere, nelle varie sfaccettature di un'unica realtà che è la famiglia betharramita, chiamata ancora una volta a rilanciare la propria incisività nella testimonianza della vita fraterna e nella missione che la Chiesa le affida. Un difetto? Forse tanti, ma soprattutto la fatica di condividere il tesoro presente in ogni vicariato, in ogni comunità, in ogni religioso.

In un’assemblea di 31 religiosi, provenienti da 12 paesi, che non tutti si conoscono fra di loro e spesso non parlano la stessa lingua, cosa fa sì che uno si senta membro di una stessa famiglia?
- Il nostro senso di appartenenza più grande, nelle difficoltà delle diverse lingue e culture, penso sia lo spirito che ci contraddistingue, la disponibilità e l’umiltà nel testimoniare la volontà di essere figli di S. Michele, in qualunque parte del mondo siamo chiamati a operare e a vivere... Fra pochi giorni tornerò alla mia realtà italiana, ben conscio che in quello in cui sono chiamato a vivere dovrò dare il mio contributo per non far spegnere il tesoro che ho acquisito in questo capitolo generale. Non è un arricchimento in prestigio, ma nella convinzione che la famiglia betharramita, a cui appartengo, è il luogo ideale per far crescere la mia sequela verso Cristo e il Vangelo.

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 24 maggio 2011 | Carmelo di Betlemme

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GIOIA DEI CUORI APERTI

Riportiamo qui l’omelia pronunciata al Carmelo di Betlemme il 24 maggio, giorno anniversario della trasverberazione del cuore della Beata Maria di Gesù Crocifisso. Letture: Ct 2, 8 ss; Mt 11,25-30

Il testo appena proclamato si colloca sotto il segno della gioia. È il minimo che possiamo fare, in un giorno come questo: gioia di ritrovarsi, 10 giorni dopo la festa del 14 maggio;  gioia di condividere la Parola e il Pane, come fratelli e sorelle; gioia di celebrare un incontro desiderato, intenso e bruciante come quello del Diletto del Cantico, e come l’esperienza mistica di cui facciamo memoria; gioia di far rimare Bétharram e Mariam, proprio qui; gioia di un legame che si radica in cielo ed estende i suoi rami fino in India; gioia di un Capitolo Generale, il primo per noi a Betlemme, fondazione voluta dalla Piccola Araba e realizzata da P. Etchécopar; gioia di un Capitolo che si avvia lentamente verso la conclusione in un clima raccolto, cordiale, universale.
Queste gioie sono solo un’eco lontana dell’esclamazione di Gesù nel Vangelo: Ti rendo lode… Sì, Padre… Quando esulta sotto l’azione dello Spirito Santo, il Figlio volge i nostri sguardi e i nostri cuori verso il Padre. Ci conduce alla sorgente di ogni beneficio.  Ma ecco che per accogliere la salvezza e gustarne la gioia, c’è una condizione: sentirne il bisogno, e non mettersi dalla parte dei saggi e dei dotti, che, pieni di sé, bastano a se stessi; farsi piccoli e desiderare ardentemente la grazia…
La salvezza non è legata ai nostri meriti; siamo salvati perché ci siamo lasciati forgiare un’anima di fanciullo, un’anima di figlio, di figlia, dipendendo in tutto da un Altro. Bisogna passare da Gesù per conoscere il Padre. Ci vuole lo Spirito di figlio, per rinascere dall’alto e divenire più fratelli. Bisogna accettare il proprio giogo e camminare, per incontrare sulla strada la dolcezza di una presenza e la forza del dono. Infatti nulla è impossibile all’Amore, anche cambiare le nostre via crucis in cammini di fede.
La Beata Miriam ha vissuto nella sua carne questa infanzia e questa radicalità; ha ricevuto i segni dell’Amore che si fa carne. Ha portato nel suo corpo le ferite di Gesù, ferite che si aprono verso gli altri e verso il Signore. Il 24 maggio, al Carmelo di Pau, nell’eremitaggio dove si pregava il rosario, è sommersa dalla gioia e dal dolore: O Gesù, mio Diletto, diceva, corro alla vostra ricerca! Non poteva vivere senza Gesù, e Gesù le trafisse il cuore. Quando le suore tolsero il panno che ricopriva la sua piaga, scoprirono le iniziali di O Gesù Salvatore, OJS, scritte col sangue, sormontate da una croce. Ricordate la lettura appena proclamata: Che il mio nome sia impresso sul tuo cuore… l’amore è forte come la morte. E anche più forte della morte, più forte di tutte le buone ragioni per rinchiudersi in se stessi e lasciarsi andare alla disperazione. Il terzo giorno, è risuscitato!. Anche in noi, non sentiamo forse ardere il cuore?
Ultimo motivo della gioia, che desidero condividere, in questo giorno anniversario della trasverberazione e dopo questo brano di Vangelo, lo stesso della messa di San Michele: in questi giorni, stiamo discutendo ed approvando la nostra Regola di Vita. Ed ecco che il Capitolo chiede che la Congregazione dei Preti del Sacro Cuore divenga, molto semplicemente, Congregazione del Sacro Cuore di Gesù. Un nome che semplifica e unifica; che un tale nome sia impresso nel nostro cuore! Il Nome di colui che ci raggiunge e ci rivolge queste parole di salvezza:
Venite a me! Non abbiate paura. Accettate le vostre ombre, le vostre fragilità, le vostre debolezze. Accettatele per attraversarle, per crescere in umiltà, in coraggio, in dolcezza: vi scoprirete un tesoro! Prendete sopra di voi quello che vi pesa, fino all’anima forse. Tutto questo, io l’ho assunto sulla croce. Lo porto con voi ogni giorno. Se ritornate alla verità, al vostro desiderio profondo, se scegliete la Vita, allora il vostro carico sarà leggero. Fatevi miei discepoli, imparate da me ad amare. Grazie all’amore, quello che è impensabile e insopportabile, diventerà possibile. Il mio comandamento è quello di amare. Date la vostra parte di amore, questo piccolo nulla così necessario, a partire dal quale vi benedirò, e grazie a voi benedirò il mondo. Infatti, IO SONO; sono Dio dal cuore grande, sono Dio al cuore del vostro essere e delle vostre lotte, sono un cuore ferito ma non spezzato, un cuore che pulsa per darvi la gioia. E in questa eucaristia, attraverso l'offerta delle vostre esistenze, farò di voi, dolcemente, umilmente, donne e uomini secondo il mio Cuore. 

Jean-Luc Morin,SCJ


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6. LA FONDAZIONE DI UN CARMELO IN INDIA

La fondazione di un Carmelo in India fu opera di Sr Maria, ma anche un’avventura e, come il Signore le aveva preannunciato, una prova terribile.
Nel 1868, il Vescovo carmelitano di Mangalore (India), Mons Marie Ephrem, sul punto di creare un terz’ordine femminile, carmelitano indiano, con Sr Veronica (Leeves), passò da Pau e sollecitò la Priora a fondare, nella sua diocesi, un Carmelo con quella novizia straordinaria che era Sr Maria. Questa trovò dapprima un generoso benefattore, il conte belga di Nédonchel. La sciame di 6 carmelitane, con Sr Maria ancora novizia, si imbarcò a Marsiglia nell’agosto 1870. Ma, secondo la predizione di Sr Maria, tre religiose morirono lungo il tragitto, due furono sepolte a Aden, la priora a Calicut. Dietro richiesta di Mons Marie-Ephrem, i carmeli di Pau e di Bayonne mandarono rinforzi: tra gli altri, la priora, da Pau e la maestra della novizie, da Bayonne. Arrivando a Mangalore, Sr Maria ottenne il permesso di divenire Suora conversa.
Gli inizi furono idilliaci, fino al giorno della sua professione perpetua, il 21 novembre 1870. Al momento dei voti, dovettero svegliare Sr Maria dal “sonno”, l’estasi!
Il giorno dopo cominciava la prova. Il Signore aveva detto a Sr Maria di riferire tutte le sue conversazioni, solo al vescovo e al confessore: «Non dire nulla a nessun altro». Ma la priora e la maestra delle novizie volevano sapere tutto, a dispetto delle loro costituzioni. Riuscirono anche a far cambiar parere al povero vescovo e a far allontanare  da Mangalore il direttore della novizia. Ormai la povera novizia era ritenuta preda di un’illusione. Il vescovo lo notificò ufficialmente alle religiose e scrisse a Mons. Lacroix di Bayonne, che non credette una parola.
A questa prova, già terribile, si sovrappose quella ancor più tremenda di una’altra possessione diabolica, come quella di Pau nel 1868. Si approfittò di un’uscita imprudente dalla clausura da parte della religiosa, per decidere di rimandarla a Pau. “Volontà di Dio” le disse, in un’apparizione, la sua celeste amica, Mathilde di Nédonchel.  Accompagnata da due carmelitane, arriva a Pau il 5 novembre 1872.
A Mangalore, il Vescovo, preso dal rimorso, non si dava pace, e moriva il 10 aprile 1873. Anche le suore, più libere, misero per scritto i loro rimorsi, compresa la maestra delle novizie, pentita. La priora, inconsolabile, riteneva che Sr Maria, dopo aver procurato il benefattore per il carmelo, era stata anche la vera fondatrice del carmelo di Mangalore, grazie alle sue sofferenze fisiche e mistiche.
Accolta da tutti con calore a Pau e dal Vescovo Mons Lacroix, Sr Maria visse la fine di quel terribile 1872 in un clima molto sereno. Chiamò “vacanze” questo suo secondo periodo a Pau, prima di un’altra realizzazione a cui il Signore stava per chiamarla.

Pierre Médebielle,SCJ
Gerusalemme (1983, pp. 201-239)

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