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14/06/2017

Voci al Capitolo (1)

Capitolo Generale, 2° atto

Voci al Capitolo (1)

Questo XXVII Capitolo Generale è stato, certamente più che mai, un «segno di unità e di carità per tutti i religiosi del nostro Istituto». Alcuni Capitolari offrono qui la loro testimonianza di questo momento speciale di comunione ecclesiale, al quale sono stati associati tutti i membri della nostra Famiglia religiosa mediante la preghiera e l’ascolto delle loro voci.

Aldo Nespoli scj |

Al termine di un Capitolo cosa resta? Questa domanda forse se la saranno posta i padri capitolari, dei quali ho fatto parte anch’io. Tante sono le suggestioni, ancora fresche, suscitate da questa esperienza. Sottolineo l’accoglienza attenta e fraterna del Vicariato del Paraguay e l’organizzazione accurata del Consiglio Generale, a cui va la nostra riconoscenza e un ringraziamento.

Un altro particolare toccante è stata la convivialità che si è creata tra i Padri provenienti dalle varie parti del mondo. Soprattutto la giovialità e freschezza dei thailandesi, indiani e africani fa ben sperare per una vera apertura al futuro: in loro davvero «Bétharram vive».

Ringraziamo i Padri che operano nel Vicariato per i bei momenti insieme: la festa di San Michele nel Collegio San José, l’accoglienza fraterna e calorosa nella parrocchia del Sacro Cuore, i due giorni di visita ai luoghi di rilievo naturalistico, culturale e religioso come le cascate di Iguazu e i siti delle prime fondazioni gesuitiche e francescane, oggi patrimonio dell’UNESCO.

Apprezzabile il clima fraterno e serio nella ricerca di proposte per il futuro, senza cadere nella tentazione del virtuosismo linguistico ma guardando piuttosto al contenuto.

Potrei dilungarmi nel raccontare varie suggestioni, dimenticando però il punto di partenza, cioè: cosa resta del Capitolo? Il tema «Uscire senza indugio per incontrare la vita» ha messo in discussione le nostre posizioni e ci ha posti in un atteggiamento di conversione e di cambiamento di mentalità. È emersa la necessità di aprirsi ai bisogni della Chiesa di oggi, ovvero di rivitalizzare il «campo volante» teorizzato da San Michele, che significa disponibilità.

Cosa resta del Capitolo dunque? La paura della nostra inadeguatezza ad attuare le proposte emerse dal Capitolo stesso.

Il titolo «In uscita» è il termine di speranza che ci fa dire «Avanti!» e che ci fa proseguire nell’opera, frutto dello Spirito Santo che ci ha accompagnato e che ci accompagnerà nelle sfide future. Lo stesso Spirito Santo che abbiamo invocato all’inizio del Capitolo insieme alla protezione della Madonna e del nostro padre S. Michele.

Gerard Sutherland scj |

Vi prenderò dalle nazioni,
vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo.
/Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo. (Es. 36, 24/26)

L’accoglienza che abbiamo ricevuto è stata impressionante; il Vicariato del Paraguay ha predisposto tutto in modo tale che le cose sembrassero così facili e ben fatte a tal punto che nulla fosse trascurato. Tuttavia so, per esperienza, che ci è voluta molta preparazione e un duro lavoro.

Il Capitolo Generale, che è la più alta autorità della Congregazione, si è riunito e ha rappresentato 14 Paesi. I 31 membri del Capitolo si sono riuniti in un bel luogo, San Bernardino – una nuova casa per ritiri, non lontano dallo splendido lago Ypacaraí.

Questo era il mio terzo Capitolo ed è stato il più felice per l’amicizia, le risate, le discussioni, la preghiera e un buon lavoro. Lo è stato a tal punto che nessuna lingua era diventata un ostacolo, perché la nostra Congregazione è piccola e bella e così sono riuscito a rinnovare le amicizie nate nel corso di altri incontri internazionali. Abbiamo mostrato insieme il vero “volto di Cristo” mediante la cura e l’attenzione per i piccoli dettagli. Un aspetto veramente internazionale della nostra comunità, che ci ha ispirato: lavorare, pregare, giocare e condividere tutto e soprattutto i nostri eccellenti pasti insieme. Questo è, per me, il vero significato e lo spirito di Bétharram. I miei ricordi sono di gioia, di sorrisi sui nostri volti, anche se condividiamo sinceramente la situazione dei nostri Vicariati (le gioie e le sofferenze).

Che cosa prendo dal Capitolo? Spero di trarne nutrimento non solo per una crescita personale, ma anche per aiutare la mia comunità e il mio Vicariato a “mostrare il volto di Cristo” a coloro che serviamo; e ho capito anche quanto è importante mostrare lo stesso volto di Cristo alla mia comunità così da poter condividere la gioia di Cristo.

Concluderò dove ho iniziato, con un grande “grazie” a coloro che ci hanno accolto e alla precedente amministrazione per tutto il duro lavoro e l’attenzione ai più piccoli dettagli. Ora è il momento di “andare avanti, sempre avanti” come San Michele amava ripetere.

Daniel González scj |

Devo confessare che sono venuto a San Bernardino con l’illusione di poter riposare, perché venivo da un ritmo intenso di attività e una molteplicità di problematiche. Il mio sogno poi è stato alimentato anche dalla nuova casa e dalla vicinanza del lago. L’accoglienza del Paraguay e il clima di festa hanno contribuito ad incorniciare il tutto. L’incontrarci di nuovo e i sorrisi dei fratelli hanno allentato le tensioni... l’illusione poteva essere realtà.

Inizia il Capitolo, con il suo solito “rito”: preghiera di apertura allo Spirito Santo, elezione degli scrutatori e segretari. Questo è stato il momento in cui il sogno è infranto di fronte alla realtà. Infatti ero stato eletto segretario con P. Jean-Do. Più tardi ho constatato che quel momento ha dato il via a un tempo di Grazia, perché mi ha aiutato a posizionarmi nel giusto atteggiamento: dimenticare me stesso e prepararmi alle “sorprese” di Dio... che finiscono per superare la propria illusione.

Senza che me ne rendessi conto, il tema stava prendendo vita: “Uscire, senza indugio, per incontrare la vita”. Credo che questa è stata anche la peculiarità di questo Capitolo: Betharram non ha perso tempo nel guardarsi, ma nel guardare verso. E San Bernardino stava diventando una “Ain Karem”, “il luogo della gioia”, dove il gesto, il sorriso, un abbraccio, una battuta... sono stati il linguaggio comune…; dove troviamo diversità di culture, colori, lingue... e ci sentiamo famiglia…; dove ci riconosciamo come fratelli perché beviamo dalla stessa fonte carismatica…; dove si riempie di significato il lavoro svolto da ogni fratello nella sua posizione…; dove la preghiera comunitaria e la bellezza della liturgia hanno espresso la gioia della nostra consacrazione...; dove abbiamo fatto esperienza del dono di Dio che è Betharram per il mondo…; dove sentiamo la necessità di Uscire insieme per incontrare la Vita, specialmente dove non c’è, e condividere quella che abbiamo dentro di noi...

Al XXVII° Capitolo Generale sono andato con un’illusione da vivere, e sono ritornato con un vissuto che riempie di illusione-gioia la mia vita. E la cosa migliore è... che questo è un sentimento condiviso. Avanti sempre!!!

Stervin Selvadass scj |

Questo, a cui ho partecipato, è stato il mio primo Capitolo Generale. Sono stato veramente avvolto dallo spirito familiare che i membri del Capitolo hanno saputo dare. Sì, c’era una cordialità, un lavoro di squadra orientato alla crescita, una fraternità autentica, una condivisione sincera e una vivissima gioia. Penso che questo è ciò che sono chiamato a vivere nella mia comunità ovunque io sia e in qualunque cosa faccia. Questo è il primo frutto dell’esperienza del Capitolo.

In secondo luogo, man mano che il Capitolo andava concentrandosi sul tema “Uscire, senza indugio, per incontrare la vita”, dopo aver discusso sulla vita di tutta la Congregazione, mi sento invitato dal Capitolo Generale ad amare la mia comunità con più passione.

In terzo luogo, diciamo in inglese “La gratitudine è un atteggiamento del cuore”. La mia gratitudine va al gruppo che ha organizzato il Capitolo, in modo particolare al Vicariato del Paraguay. Sono stato semplicemente entusiasta del modo in cui l’hanno organizzato e del modo con il quale si sono occupati di ogni dettaglio per assicurarsi che il nostro soggiorno fosse confortevole, piacevole e fruttuoso. Li saluto con tanto affetto. Che Dio vi benedica…

Jean-Paul Kissi Ayo scj |

Questo capitolo ha veramente arricchito la mia vita religiosa; e ancor più particolarmente la mia vita religiosa betharramita. Era la mia prima esperienza in mezzo a fratelli maggiori in età e in esperienza.

Una prima cosa che voglio sottolineare è l’accoglienza calorosa che ci è stata riservata. I religiosi e i laici della Regione P. Augusto Etchecopar sono stati molto disponibili, attenti e premurosi per assicurare il buon svolgimento del Capitolo. Ci sentivamo a casa nostra.

Ho vissuto il Capitolo in un’atmosfera molto bella: sembrava che le barriere di lingua fossero cadute. C’era grande semplicità nelle relazioni tra giovani religiosi e anziani; questo ha contribuito alla qualità del lavoro.

Questa esperienza mi ha offerto l’occasione d’incontrare altre realtà betharramite; la diversità culturale vissuta nelle altre Regioni. Questo ci ha permesso un arricchimento reciproco. Ancora oggi il tesoro di San Michele continua a essere vissuto e trasmesso sotto diverse forme e in diverse realtà del mondo.

Sono rimasto molto colpito dal motto FVD (Fiat Voluntas Dei = Sia fatta la volontà di Dio) che appare in quasi tutte le realtà dove Bétharram è presente. Le persone sono fiere e felici di portare questo segno, in fondo di portare l’opera di Dio in San Michele. Sono stato colpito anche dalla buona collaborazione tra laici e religiosi.

Durante gli scambi, ho visto e sentito religiosi di Betharram desiderosi di tenere alta la ricchezza del carisma. Come dice il motto del Capitolo “Uscire, senza indugio, per incontrare la vita”; esco da questo Capitolo con una volontà e uno stimolo a uscire dal mio “io” per incontrare e condividere la vita con i miei fratelli di comunità affinché insieme possia-mo metterci in cammino come Maria per la missione di Bétharram al cuore del mondo.

Affido alla Madonna di Bétharram il nostro nuovo Superiore Generale e il suo Consiglio; che il Signore li accompagni nel loro servizio perché Bétharram possa senza indugio continuare ad andare incontro alla vita.

Glecimar Guilherme da Silva scj |

Solo dopo un paio di giorni dalla fine del nostro Capitolo Regionale, ho iniziato a sentire una certa preoccupazione nel partecipare al 27° Capitolo Generale. In vari momenti mi sono identificato con il profeta Geremia (Cfr. Ger. 1) e, in diverse situazioni, la mia preghiera mi ha riportato al dialogo intercorso tra il profeta e Dio: da un lato sentivo la paura, l’insicurezza; ma d’altra parte, il Signore mi ha incoraggiato a dare una testimonianza semplice di ciò che, nel corso di questi anni, il carisma di Bétharram mi ha offerto.

Sono stati giorni singolari, speciali e illuminanti non solo per noi ma per la vita della Congregazione. Intense giornate di molto lavoro, riflessioni e discernimento; ma anche giorni di gioia, di condivisione, di scambio e di fraternità. Un’esperienza che, in realtà, mi fa credere ancora di più nei germogli di Bétharram quando ho potuto vederli di persona. Sì, c’è molta vita in Bétharram!

Il Capitolo ci esorta ad “Uscire, senza indugio, per incontrare la vita!”. Un esempio concreto è stato l’ascolto della testimonianza del nostro caro fratello P. Yesudas, missionario indiano in Vietnam; è evidente che è possibile uscire per incontrare nuova vita. Il germoglio del Vietnam ravviva le nostre speranze e incoraggia la nostra anima non solo per “andare in quei luoghi dove altri si rifiutano di andare”, ma ci offre anche il rimedio necessario per combattere la triste realtà di quelle “profezie” che insistono nel voler fare appassire i nostri germogli e la vita presente in Bétharram.

Ho potuto contemplare tanta bellezza nel partecipare al Capitolo. Tra le realtà più belle, e forse la più intensa, constatiamo l’unità e la comunione che lo Spirito Santo dona e infonde a quanti si radunano sotto la sua protezione. A questo stesso Spirito, riversato sulla Chiesa e sul mondo, affidiamo il ministero del nostro nuovo Superiore Generale e del suo Consiglio. Anche in questo stesso Spirito, rendiamo grazie al Padre per coloro che li hanno preceduti.

Torno a casa convinto che in Bétharram c’è vita, perché è opera di Dio. Torno a casa convinto e allo stesso tempo chiamato ad assumere la provocazione del Capitolo: uscire all’incontro della vita, senza riserva, senza indugio... per amore!

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