Voci del Capitolo Generale (1)

Al termine del Capitolo Generale svoltosi a San Bernardino, i capitolari hanno desiderato rivolgere un saluto ai laici betharramiti. Lo riportiamo integralmente nella speranza che, mediante il canale ufficiale della Congregazione, possa giungere ad ogni laico associato.

Era del tutto naturale confermare la dinamica avviata da qualche decennio per allargare i confini della Famiglia betharramita. Era importante riaffermare i legami che ci uniscono e di cui constatiamo ogni giorno i benefici. Ora è necessario coltivare questi legami per sviluppare la nostra Famiglia betharramita e aiutarla a compiere meglio la sua missione.

lAICI E RELIGIOSI BETHARRAMITI, INSIEME ALL'INCONTRO DELLA VITA

In questi anni di cammino comune e di condivisione del carisma del nostro Fondatore, stiamo scoprendo e sentendo forte la chiamata di Dio a costruire il suo Regno in un mondo sempre più complesso.

Fedeli al nostro carisma dell’ “Eccomi”, siamo disponibili ad accogliere la chiamata di Papa Francesco che chiede una Chiesa in uscita. Il XXVII° Capitolo Generale ha adottato un motto che riecheggia questa chiamata del Santo Padre: “Andiamo senza indugio incontro alla vita.” In questo itinerario che abbiamo ripercorso, a partire dall’ultimo Capitolo Generale, abbiamo approfondito il carisma, abbiamo rinunciato a stili di lavoro individualistici, abbiamo assunto stili più comunitari e di cooperazione, per poter dare risposte più globali ai nuovi problemi emergenti. Questa dinamica non sarà possibile se continueremo a credere che siamo proprietari del carisma e non i testimoni.

Il 14 maggio, festa del nostro Santo Fondatore, religiosi del Capitolo e laici dell’America Latina ci siamo incontrati ad Asunción per “condividere la stessa gioia”. Abbiamo riscoperto insieme le cose che ci uniscono:

Abbiamo percepito la sete di spiritualità betharramita da parte dei laici, nei diversi paesi con le loro ricchezze e peculiarità; questa sete e questa diversità sono un’opportunità per vivere meglio il carisma che il nostro fondatore ci ha lasciato in eredità, per essere samaritani nel nostro tempo e nella nostra cultura.

Apparteniamo a diverse realtà culturali; siamo convinti che il carisma dell’Incarnazione non è esclusiva di un gruppo o di una cultura, non si esaurisce in una mera vita spirituale o in un preciso campo di attività o di impegno pastorale, illumina al contrario tutte le dimensioni della vita. Valorizziamo la comunione nella diversità; comprendiamo anche che, in questo ambito, abbiamo bisogno di superare certe resistenze e rivalità in alcune comunità religiose e in alcuni gruppi di laici.

Apprezziamo il lavoro e il servizio qualificato offerto alla Chiesa, alla missione e alle famiglie. Una missione condivisa tra laici e religiosi di Bétharram renderà più feconda la nostra uscita all’incontro della vita.

Siamo consapevoli che al di fuori delle nostre comunità pulsa molta vita, in diverse periferie. Non possiamo essere indifferenti a queste interpellanze; siamo però anche consapevoli che senza i laici le nostre risposte sarebbero limitate e insufficienti. Farsi vicini ai sofferenti non è possibile senza una profonda conversione e una seria formazione spirituale, nel rispetto della vocazione di ciascuno.

ll Capitolo Generale riconosce che il compito dell’ evangelizzazione, della missione, dell’educazione dei bambini e giovani e di una feconda pastorale familiare è compito sia dei laici che dei religiosi. Crediamo che questa missione congiunta renderà feconda la pastorale vocazionale della Chiesa, della Congregazione e di tutte le famiglie.

Apprezziamo molto, allo stesso tempo, la vicinanza dei laici che già camminano con noi nella missione. Il Capitolo Generale ribadisce il proprio affetto e rispetto nei loro confronti. Ci affidiamo alle loro preghiere e assicuriamo le nostre.

I Religiosi Capitolari SCJ

(Estratto dagli Atti del XXVII° Capitolo Generale)