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14/12/2016

La parola del Superiore Generale

Canterò per sempre a misericordia del Signore

La parola del Superiore Generale

La porta santa della Basilica di San Pietro è stata chiusa.
Il rito di chiusura è stato compiuto da Papa Francesco domenica 20 novembre, prima della messa conclusiva dell’Anno straordinario della Misericordia,
nella Solennità di Cristo Re dell’Universo.

 

Papa Francesco, grazie alle sue riflessioni, le sue attività e i gesti del Giubileo della Misericordia che è appena terminato, ci ha aiutato a comprendere che nel Vangelo e nella pratica della vita cristiana, la cosa più importante non è la norma, ma l’accoglienza del fratello e il perdono, come il Padre buono ha fatto con ognuno di noi. In questo modo si costruisce la fraternità tra le persone e la solidarietà tra i popoli. La misericordia viene vissuta anzitutto nella celebrazione dei sacramenti e nell’accoglienza cordiale delle persone nell’attività pastorale, nella catechesi e nei gruppi. Quanta misericordia avranno fatto scorrere i confratelli betharramiti impegnati nelle parrocchie, nei santuari e nelle cappellanie: nella celebrazione del Battesimo, dell’Eucaristia, della Riconciliazione e nella visita e nella cura degli infermi…!

Poniamo di nuovo al centro con convinzione il sacramento della Riconciliazione, perché permette di toccare con mano la grandezza della misericordia. Sarà per ogni penitente fonte di vera pace interiore (Misericordiæ Vultus 17).

Ringraziamo il Signore per i nostri confratelli missionari della Misericordia, nella diocesi di Chiang Mai e di Bayonne, che hanno avuto la facoltà di perdonare i peccati riservati alla Santa Sede.

È giunto di nuovo per la Chiesa il tempo di farsi carico dell’annuncio gioioso del perdono … per farci carico delle debolezze e delle difficoltà dei nostri fratelli (MV 10).

L’attenzione e la cura dei nostri confratelli anziani e infermi è la prima prova della nostra misericordia. Questo avviene in un clima di tanta generosità, nella residenza per persone anziane di Betharram, nelle comunità di Albiate e Albavilla, di Chiang Mai, di Olton, di Belo Horizonte, di Mendelu.

In ognuno di questi “più piccoli” è presente Cristo stesso. La sua carne diventa di nuovo visibile come corpo martoriato, piagato, flagellato, denutrito, in fuga... per essere da noi riconosciuto, toccato e assistito con cura (MV 15).

Molti nostri confratelli sono impegnati nella pastorale educativa. È un’opera di misericordia insegnare a chi non sa, nei collegi di Betharram, Argentina, Paraguay, Uruguay, Brasile, Maepon (Tailandia). E anche nel laboratorio di cucito di Ban Pong, dove le giovani apprendono un lavoro per aprirsi una strada nella vita. In Costa d’Avorio, il Campus di Dabakala, la fattoria didattica di Tchanféto, dove si offre una formazione agricola ai giovani. Nello stesso ambito lavora anche la Caritas di Bouar (RCA), favorendo il lavoro agricolo con una banca di sementi, per esempio. Nelle trenta scuole di villaggio (RCA), in India e in Inghilterra l’attività come cappellani di collegi di due religiosi fratelli. Insegnamento ai poveri nella scuola serale di Barracas, nei collegi San Michele Garicoïts di Rosario e di Asunción. Una coppia di insegnanti, del Vicariato d’Inghilterra, entrambi in pensione, dedica tre mesi, ogni anno, a insegnare la lingua inglese ai nostri pre-postulanti di Chiang Mai. Ricordiamo qui tutti i nostri fratelli impegnati nella catechesi in tutti gli ambiti.

Per essere capaci di misericordia… dobbiamo porci in ascolto della Parola di Dio… In questo modo è possibile contemplare la misericordia di Dio e assumerla come proprio stile di vita (MV 13).

Altri confratelli hanno praticato la misericordia... visitando e curando i malati a Monteporzio (Italia), Niem e Bouar (RCA),... ascoltando, accompagnando e alleviando le sofferenze legate alle varie dipendenze in Paraguay,... assistendo e consolando i malati come cappellani di ospedale. Sei confratelli della comunità di formazione di Adiapodoumé, nel mese di giugno, hanno fatto visita ad alcuni minori del centro di detenzione e correzione (Maca) di Abidjan.

Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita (MV 2).

Alcuni nostri confratelli di Argentina, Paraguay, Uruguay e Brasile accompagnano gruppi di giovani della città a fare esperienza di missione in zone rurali: condividendo la fede e la gioia del Vangelo e mettendosi al servizio dei poveri dell’entroterra.

La persona di Gesù non è altro che amore, un amore che si dona gratuitamente. Le sue relazioni con le persone che lo accostano manifestano qualcosa di unico e di irripetibile. I segni che compie, soprattutto nei confronti dei peccatori, delle persone povere, escluse, malate e sofferenti, sono all’insegna della misericordia (MV 8).

In Brasile, i Vescovi hanno ripreso tre parrocchie che erano state ben organizzate. Questo non ha scoraggiato i betharramiti, che hanno indirizzato la loro missione verso una presenza in ambienti più popolari e dove tutto è da costruire: Sabará, Setubinha (MG) e Serrinha (BA). Durante una visita ho potuto rendermi conto della preoccupazione della gente, che credeva fossi andato a portar via i religiosi. Sono abituati a un avvicendamento continuo di sacerdoti, che non amano restare in quei luoghi, lontani dalla vita delle grandi città. Abbiamo lasciato la parrocchia dei “Baschi” nel centro di Montevideo per una missione nel Barrio López di Tacuarembo, dove c’è tutto da costruire. È la profezia betharramita, secondo le parole di San Michele Garicoïts, e cioè “ andare dove gli altri si rifiutano di andare”, rispondendo alla chiamata dei superiori.

La prima verità della Chiesa è l’amore di Cristo. Di questo amore, che giunge fino al perdono e al dono di sé, la Chiesa si fa serva e mediatrice presso gli uomini. Pertanto, dove la Chiesa è presente, là deve essere evidente la misericordia del Padre … Dovunque vi sono dei cristiani, chiunque deve poter trovare un’oasi di misericordia (MV 12).

Papa Francesco ha messo in evidenza in forma profetica il dramma dei rifugiati, con la sua visita a Lampedusa. La comunità di Montemurlo ha accolto una famiglia di rifugiati e l’ha portata con sé nella nuova parrocchia di Pistoia. Anche la comunità di Monteporzio accoglie rifugiati in transito verso la Germania o l’America.

Gesù rivela la natura di Dio come quella di un Padre che non si dà mai per vinto fino a quando non ha dissolto il peccato e vinto il rifiuto, con la compassione e la misericordia (MV 9).

Le azioni di Papa Francesco per mano del suo Elemosiniere a favore dei poveri nei dintorni di San Pietro, hanno creato anche a Betharram una catena di iniziative improntate alla misericordia. Ne ricordiamo alcune tra le più note. Sono state allestite le “docce del Sagrado” nell’omonima parrocchia di Buenos Aires. Un nostro confratello ha prestato servizio in alcune mense organizzate dai francescani di Milano. I confratelli di Roma collaborano nel servizio in una mensa per circa 120 persone, il lunedì per la cena, e in un dormitorio che accoglie 20 persone senza fissa dimora, in Piazza del Popolo. Tutto questo è organizzato dal gruppo carismatico “La Compagnia degli Amici di Gesù, Giuseppe e Maria” che si ritrova per la preghiera nella nostra chiesa di Roma.

È determinante per la Chiesa e per la credibilità del suo annuncio che essa viva e testimoni in prima persona la misericordia (MV 12).

Betharram pratica la misericordia anche nella cura dei bambini. A Betlemme, i novizi visitano i bambini abbandonati dalle loro famiglie e accolti in centri appositi. A Bangalore, i nostri confratelli hanno un centro di accoglienza per i bambini di strada. La Casa del Niño di Adrogué (Argentina) accoglie bambini dalle otto del mattino fino alle cinque della sera, permettendo così alle mamme di andare a lavorare.

La misericordia di Dio non è un’idea astratta, ma una realtà concreta con cui Egli rivela il suo amore come quello di un padre e di una madre che si commuovono fino dal profondo delle viscere per il proprio figlio… amore “viscerale” (MV 6).

La maggior parte di queste opere di misericordia, realizzate dai religiosi e dai laici betharramiti nel mondo, non si limitano a questo Anno Giubilare: si facevano già prima e, grazie alla grande generosità di tutti, saranno tenute vive in futuro. Sono molte le persone che collaborano nelle nostre azioni di misericordia grazie al loro servizio volontario e al loro contributo finanziario. Senza la collaborazione di questi fratelli laici non potremmo fare molto nei servizi in cui siamo impegnati. Il Signore non si dimentica del bicchiere d’acqua dato a uno dei suoi piccoli. Per tutto questo ringraziamo e proclamiamo in coro: Canterò in eterno l’amore del Signore, di generazione in generazione farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà! (Sal. 89,2).

Gaspar Fernández Pérez scj
Superiore Generale


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