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P Andrea Antonini
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14/12/2016

Il Calvario di Betharram (11)

Il trionfo della Croce

Il Calvario di Betharram (11)

Nel mese di settembre 1916, l’Abbé Maupas celebra nella cappella di Betharram i 300 anni del Calvario con un discorso di cui proponiamo la seconda parte in questo numero. Settembre 1916... Siamo nel bel mezzo della Prima Guerra mondiale...

...Guardate la Croce sul Calvario di Gerusalemme: croce di dolore, di umiliazione, di vergogna, che sembra annientare l’opera della sua vittima strappandogli l’ultimo respiro. Ma alcuni prodigi annunciano che qualcosa è cambiato in questo strumento di supplizio. I farisei distolgono lo sguardo battendosi il petto, e qualche giorno dopo, la Croce è predicata lungo le strade e sulle piazze di Gerusalemme.
Contemplatela durante i tre secoli di sanguinose persecuzioni. Si nasconde nelle catacombe. Tuttavia il numero dei suoi adoratori non cessa di aumentare, e un giorno appare nel cielo agli occhi di Costantino che darà alla Chiesa la libertà di erigerla davanti a tutti e di costruire chiese in suo onore.
L’eresia cercherà di offuscare la sua bellezza negando le verità della fede di cui la Croce è il riassunto e il simbolo. Ma grazie alla difesa della Chiesa, risplenderà di luce abbagliante. Lo scisma cercherà di mutilarla separando violentemente i cristiani dal loro capo. I credenti si svincoleranno dalla morsa dello scisma, e le anime smarrite faranno di tutto per andare a riposare nel seno della Chiesa, ai piedi della Croce.
Si faranno ancora sentire le bestemmie, i sarcasmi dei primi tempi! Alcuni si vergogneranno della Croce e l’abbandoneranno. Ma la Croce riceverà ancora pubblici e straordinari ricono-scimenti di fedeltà, di adorazione, di amore, proprio come voi state facendo oggi.
Questi trionfi esterni non devono farci dimenticare i trionfi riportati dalla Croce nell’intimità delle anime.

Trionfo sugli spiriti che, dopo essersi affidati alle luci del proprio orgoglio, sono stati felici di abbandonare i sentieri dell’errore e di ritornare a lasciarsi istruire dalla Croce.
Trionfo sui cuori, dove l’odio contro Dio e il disprezzo del bene avevano accumulato danni che sembravano irreparabili, cuori che hanno stupito il mondo con la sovrabbondanza del loro amore. Trionfo sulle anime disperate che, nel giorno della prova, del pericolo, della sofferenza, hanno avvertito la necessità di rivolgersi alla vittima del Calvario per domandare al suo amore dimenticato la consolazione, la forza di cui avevano bisogno, e le speranze immortali il cui desiderio si era nuovamente acceso. Ecco il significato di questa festa. Vi parla delle vittorie della Croce. Ve la mostra ergersi su tutte piazze, a volte perseguitata, ma sempre come guida che conduce le anime verso la luce.

La Croce vi dice:

Cristiano, spera in mezzo alle sofferenze, ai dolori, alle separazioni.

Guarda il Calvario e oltre il Calvario. Le prove ti procureranno, come per il Cristo, un’eternità di gloria.

Cristiano, sii forte nella lotta. Il divino crocifisso non ti abbandonerà.

Cristiano, non lasciarti abbattere dalla cattiveria degli uomini.

La Croce è infissa in una roccia che nemmeno la furia di tutto l’inferno potrà scuotere.

Abbé Maupas
Missionario Diocesano

 

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