La Parola del Fondatore

Noi che viviamo in una società religiosa, viviamo bene?

Sì, se viviamo, 1° con ordine; 2° da buoni amici, da veri affiliati secondo le Regole della Società; 3° con umiltà. Con ordine, nei riguardi di noi stessi; da buoni amici, in quanto veri membri della Società, nei riguardi del prossimo; con umiltà, nei riguardi di Dio.

Con ordine, animati da un grande zelo per adempiere tutti i nostri doveri, ciascuno secondo la misura della nostra grazia e della nostra posizione, davanti a Dio e davanti al prossimo, evitando il peccato per noi e lo scandalo per il prossimo.

Da buoni amici, da veri affiliati e membri della Società, avendo cura di applicarci ad essere amati e ad amare a nostra volta, animati da bontà e affabilità; sopportando non solo con pazienza, ma anche volentieri le infermità sia spirituali che corporali dei nostri fratelli.

Con umiltà, proponendoci, dopo aver adempiuto tutto questo, di fugare lo spirito di vanità che di solito sorge in occasione di una tale condotta e negargli ogni deliberato consenso, per quanto forte sia il sentimento che proviamo.

Per sopportare quindi il male che si presenta sotto tre aspetti, adottare tre contromisure: infatti dovremo soffrire da parte nostra, da parte del prossimo e da parte di Dio. Da parte nostra, l’austerità della penitenza; da parte del prossimo, le contrarietà causate dalla cattiveria; da parte di Dio, le prove che ci manderà per correggerci.

Per quanto riguarda le sofferenze legate alla nostra persona, dobbiamo farne un sacrificio volontario; quanto a quelle causate dal prossimo, dobbiamo sopportarle con pazienza. Quelle mandate da Dio, dobbiamo sostenerle senza lamentarci e con gratitudine.

San Michele Garicoïts
Estratto dal manoscritto 482