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Sessione 3
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14/03/2016

Vita della Congregazione (2)

Incontro internazionale dei formatori

Roma, Casa Generalizia:

Glecimar Guilherme da Silva scjMaestro dei postulanti

Un tempo di grazia! In questo modo riassumo tutto ciò che è stato vissuto nei giorni in cui abbiamo condiviso le nostre esperienze e i nostri sogni per l’itinerario di formazione nella nostra famiglia religiosa. “È una grande gioia conoscere personalmente coloro che conoscevo solo tramite gli strumenti di comunicazione sociale”.

Un momento di gioia... ma anche un momento favorevole per riflettere sulle preoccupazioni e i grandi desideri! Un tempo di ringraziamento per i nuovi germogli che il Padrone della messe ci affida! Un tempo per unirci in preghiera, come fratelli, che pregano e si prendono cura gli uni degli altri, nello stesso itinerario di accompagnamento dei nostri giovani! Siamo testimoni della forza creativa e unisona del Vangelo, perché, anche se di culture molto diverse, abbiamo anche constatato che i nostri cuori e i nostri impegni vanno nella stessa direzione! Mi sembra che siamo in grado di attestare, per le esperienze condivise, che questo orizzonte è delineato dall’impegno, dall’impegno e dalla responsabilità per le vocazioni e le vite che il Signore ha affidato a Betharram.

Un’esperienza che mi ispira e conforta per la missione che assumo nei riguardi della mia Regione! Come ho menzionato, formiamo «una grande squadra», vale a dire che come formatore mi sento un accompagnatore e, allo stesso tempo, accompagnato dagli altri formatori! Questo, a mio parere, caratterizza l’unità e la corresponsabilità del ministero dell’accompagnamento.

Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito perché potessimo vivere questo kairos! Ringrazio Dio, e a Lui mi affido, sotto la protezione della Madre del Bel Ramo!

 

Stervin Selvadass scj
Maestro degli scolastici

È stato motivo di grande gioia incontrare tutti i formatori della Congregazione a Roma. Si è trattato di un momento di grazia e di arricchimento personale poter condividere con formatori che hanno una lunga esperienza, con quelli che hanno meno esperienza o che hanno appena iniziato, come il sottoscritto. È stata una grande opportunità dove ogni formatore ha potuto parlare del suo stile nell’aiutare il giovane a “conoscere, accettare e migliorare se stesso”, per poter “amare, servire e vivere” con il popolo di Dio come “pastori e servitori” e non come semplici “funzionari”. Per me è stato anche un momento di grazia per conoscere e capire che il Carisma del nostro Fondatore, San Michele Garicoïts, può essere tradotto e può affondare le sue radici in varie culture.

Ritrovarsi insieme ha significato per me ridare nuova energia al “valore del vivere insieme e al valore della condivisione”. La creatività nell’animare momenti di preghiera e la celebrazione dell’Eucaristia ci ha portati a toccare con mano la presenza di Dio in noi. È stato davvero un incontro ben organizzato che ci ha fatti sentire tutti a casa propria. La continua presenza di P. Gaspar e P. Enrico e la costante premura di P. Graziano sono state molto apprezzate. La celebrazione della conclusione dell’Anno della Vita Consacrata, il 2 febbraio insieme al nostro amato Papa Francesco è stato un forte invito per me a rinnovare il mio impegno spirituale, il mio zelo apostolico, il mio entusiasmo missionario per Dio, per la Chiesa e per la Congregazione.

I vari temi affrontati (voti, accompagnamento, vita fraterna in comunità, missione e culture, uso dei mezzi di comunicazione e delle moderne tecnologie) hanno ravvivato in me l’interesse e la passione verso la mia missione di formatore dei giovani. Non dobbiamo nasconderci le numerose sfide che ci attendono, ma non per questo dobbiamo avere paura. Questo incontro di formatori mi ha assicurato che non sono solo e che ho una comunità di formazione e altri Formatori che mi sostengono e mi incoraggiano nella mia missione di Formatore.

 

Jean Paul Kissi Ayo scj

Dopo aver ricevuto la convocazione per l’incontro dei formatori a Roma, ho capito maggiormente l’importanza del servizio che mi era richiesto. Mi sarei ritrovato con i Padri più anziani che sono stati miei formatori, per pregare e riflettere con loro sulla formazione. Mi sono recato a questa sessione per ascoltarli e per imparare da loro. Ho scoperto che si sono dedicati - sfruttando al meglio le risorse che avevano a loro disposizione - all’accompagnamento e alla formazione dei religiosi nella congregazione. Ho anche compreso che la formazione è una vocazione. Il religioso è chiamato a trasmettere con tutto il suo essere, il patrimonio della famiglia religiosa betharramita. Sono stato contento di vedere i nostri fratelli maggiori sempre animati dallo stesso dinamismo e da un grande amore nell’accompagnamento e nella formazione dei religiosi. Sono stato contento anche di vedere giovani religiosi dire il loro “eccomi” per camminare con i loro fratelli che vogliono condividere e vivere il nostro patrimonio spirituale. Molti sforzi sono stati fatti per migliorare la formazione e offrire il più possibile mezzi e strumenti adeguati. Penso specialmente alla Regola di Vita, alla Ratio Formationis, che sono dei tesori; ma penso anche agli anni di formazione che sono accordati ai religiosi perché si preparino in modo adeguato al loro incarico. Sono stato colpito dall’apertura verso le realtà delle diverse culture delle regioni come pure verso le realtà del mondo di oggi: sono aspetti che sono stati esaminati senza dimenticare e senza perdere di vita l’essenza della nostra vita religiosa betharramita, l’eredità che san Michele Garicoïts ci ha lasciato. Dunque, ho accettato questo servizio che mi hanno richiesto, contando sulla grazia di Dio; ho molto da imparare. L’anno di formazione che seguo a Parigi, stando nella nostra casa di fondazione a Betharram, mi permette di meglio acquisire conoscenze di base solide per la mia propria formazione per poter trasmettere l’eredità che ci accomuna.

 

Sessione per i formatori: una sintesi

Ci sembra cosa buona informare i confratelli della congregazione circa le riflessioni condotte nel corso di dieci giorni di sessione a Roma da parte dei 13 responsabili della formazione iniziale, con la presenza dei 3 superiori regionali e i 4 membri del consiglio generale (28 gennaio - 7 febbraio). Abbiamo preso le mosse dai «principi e fondamenti» della formazione iniziale betharramita.

1/ Un’esperienza di Dio
Ha la sua origine nella Parola di Dio meditata e nella rilettura della propria vita, in particolare durante l’accompagnamento personale e l’esame della giornata. Infatti siamo persuasi che Dio si manifesta a noi nella sua parola ma anche nelle diverse situazioni della vita che sono abitate da questa «fermentazione incessante» del suo Spirito. Questo Spirito che è all’opera nelle nostre radici culturali che sono spesso dei frutti ma, a volte, anche degli ostacoli.

2/ Questa contemplazione si esprime attraverso l’imitazione di Gesù «annientato e obbediente». La pratica ormai generalizzata degli esercizi ignaziani, in particolare, apporta una luce interessante su questo cammino di discepolo che comporta momenti di gioia, ma anche umiliazioni che, senza che siano ricercate, si trasformano in cammino di crescita. La delicatezza del formatore aiuta a vivere le frustrazioni come un cammino di crescita e a tenere viva la vigilanza necessaria perché, nei successi, la gloria di Dio venga al primo posto.

3/ Se la parola di Dio è la sorgente, la regola di vita e la «ratio formationis» sono strumenti privilegiati che ci forniscono ottimi criteri per misurare il progresso del giovane, che è la preoccupazione prioritaria per ogni formatore. Questi due strumenti, che sono una emanazione del carisma di san Michele, permettono al formatore di esercitare una corretta valutazione che possa condurre a un giusto discernimento di cui ha la responsabilità; il consiglio regionale e il consiglio generale si appoggiano sulla sua valutazione per fare, a loro volta, il discernimento.

4/ Nel nostro mondo dove la realizzazione personale, l’affermazione e la promozione sono messi in risalto, la formazione iniziale vuole mettersi al servizio del vero sviluppo della persona che esige libertà e responsabilità. Possiamo capire quanto rischio comporti una formazione dove questi due elementi non sono legati tra loro. Nella nostra «ratio formationis» la necessità di armonizzare queste due disposizioni risuona come un ritornello.

5/ Anche se questo è molto evidente, a più riprese, siamo ritornati sulla necessità che la formazione arrivi al cuore della persona, luogo intimo e basilare per una conversione autentica. Ma un sano equilibrio esige anche che questa conversione si esprima nei comportamenti che traducono cambiamenti profondi. La ricerca dell’equilibrio tra «interno ed esterno», «disposizione e posizione», temi cari a san Michele, deve essere presente lungo tutta la nostra vita.

6/ In quanto formatori, abbiamo condiviso le nostre esperienze anche su aspetti molto concreti della vita delle nostre case di formazione: uso dei mezzi di comunicazione, abuso di alcol, “argent de poche”, rendiconto, budget preventivo, studi, aspetti giuridici, stesura dei rapporti, costituzione di un dossier. Tutti questi aspetti hanno un legame reale con la formazione.

7/ Evidentemente, le nostre riflessioni sono state spesso alimentate e attualizzate con alcuni punti di forza messi in luce dal Papa in diversi incontri : in particolare le sue recenti dichiarazioni con i superiori generali e con i giovani in formazione, nel mese di settembre, come pure in occasione dei 50 anni dalla promulgazione del testo conciliare «Presbyterorum Ordinis». La celebrazione eucaristica del 2 febbraio nella basilica di San Pietro con il Papa per la chiusura dell’anno della vita consacrata è stato un momento ricco di emozione.

Conclusione

Tutte le nostre riflessioni erano immerse nella realtà della nostra congregazione con le sue gioie e le sue pene, rilevate dal superiore generale nell’introduzione: in 5 anni, 35 professioni perpetue e 9 religiosi che hanno lasciato la Congregazione dopo qualche anno di ministero. Attualmente, la formazione iniziale comprende 30 scolastici, dei quali 13 hanno terminato il corso di teologia, 14 novizi e 43 postulanti.

Certamente non abbiamo dimenticato né nascosto il deserto vocazionale che l’Europa sta attraversando; questo tocca tutti noi.

Ma abbiamo provato anche una grande gioia nel vedere 7 nuovi formatori, originari delle nostre realtà emergenti, i quali sono venuti ad affiancare i 6 più anziani che erano presenti durante l’ultima sessione dei formatori ad Adiapodoumé nel luglio 2007. Si tratta di nuove energie che sono state preparate e che alimentano di speranza l’orizzonte betharramita.

Laurent Bacho scj
Consigliere Generale per la formazione

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