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14/11/2014

Gli 11 Vicariati della Congregazione (10)

Il Vicariato del Centrafrica

Gli 11 Vicariati della Congregazione (10)

Le sue radici

Il Capitolo della Provincia Italiana del 1984-85 auspicava l’apertura di una missione ad gentes dipendente direttamente dalla provincia e il Capitolo del 1986 decideva di “...porre favorevole attenzione alla richiesta del Vescovo di Bouar che propone l’inserimento di una nostra comunità nella sua Diocesi”.

Il 23 dicembre dello stesso anno P. Arialdo Urbani e P. Antonio Canavesi arrivano a Niem e danno vita alla prima comunità bétharramita in terra centrafricana.

Negli anni successivi la comunità cresce di numero con l’arrivo di due giovani religiosi, P. Beniamino Gusmeroli e P. Tiziano Pozzi. E vengono realizzate le prime strutture: oltre ad una casetta per la comunità, si iniziano le costruzioni del dispensario, della nuova chiesa di Niem e delle prime cappelle di brousse. Interpellati dalla situazione di analfabetismo della quasi totalità della popolazione della zona, si dà inizio al progetto delle “scuole di villaggio” sostenute dalle “adozioni a distanza” che riscontra l’adesione di molti amici in Italia.

Nell’autunno del 1996 viene presa la decisione di assumere con P. Beniamino, seguito da P. Mario Zappa, un nuovo impegno pastorale nella parrocchia di N.S. di Fatima in città, a Bouar, con la prospettiva di formare una nuova comunità dove accogliere i primi giovani desiderosi di intraprendere il cammino della vita consacrata.

Qualche anno dopo infatti, il 1 novembre del 2008, fr. Narcisse Zaolo emetterà i voti perpetui e il 21 giugno 2009 diventerà, con l’ordinazione presbiterale, il primo sacerdote bétharramita centrafricano.

L’accoglienza in comunità dei primi postulanti centrafricani pone non solo problemi di spazio ma induce anche il bisogno di avere una dimora propria, un terreno da coltivare e prospettive concrete d’impegno pastorale. Si cerca pertanto di acquistare una proprietà alla periferia di Bouar, vicino al grande liceo cittadino, pensando alla pastorale giovanile e alle tante povertà da alleviare.

Nel 2004 un archeologo francese, il sig. Vidal, propone l’acquisto di un suo vasto terreno con una casa ridotta a rudere nel quartiere Martineau di Bouar. Nel corso degli anni 2006-2010 p. Beniamino provvede ai lavori di sistemazione della vecchia casa diroccata, alla costruzione del “Centro San Michele” e della nuova residenza della comunità e casa di formazione.

Il 30 gennaio 2010 P. Mario Zappa, Fr. Angelo Sala e Martial Mongba vanno finalmente ad abitare la nuova residenza bétharramita “Saint Michel” e il 19 giugno dello stesso anno viene solennemente inaugurato il “Centro di cura per malati di aids e per malattie infettive”.

Nel 2009 è stato costituito il Vicariato del Centrafrica, parte della Regione San Michele. I tre nuclei che lo compongono, Niem, Bouar N. S. di Fatima e Bouar St. Michel, sono stati eretti a comunità giuridicamente costituite nel 2013.

Piero Trameri scj

 

Il suo Presente e il suo Futuro... con Padre Tiziano Pozzi scj, vicario regionale

Mi piace presentare il nostro vicariato dicendo che proprio in questi giorni si è arricchito della presenza di due religiosi provenienti dalla Costa d’Avorio. Siamo davvero internazionali : 5 religiosi italiani, 4 ivoriani, un camerunese oltre ad alcuni giovani centrafricani in formazione.

Naturalmente l’inizio è stato caratterizzato da un forte impegno nell’ evangelizzazione primaria. Basti pensare che a Niem, prima del nostro arrivo, la parrocchia non esisteva nemmeno ma vi erano solo due piccole stazioni missionarie visitate saltuariamente dai frati cappuccini. Oggi Niem conta, oltre la sede centrale, altre 15 cappelle, visitate regolarmente dai nostri religiosi.

Progressivamente, mantenendo l’impegno per l’annuncio del Vangelo, il vicariato si è sempre più impegnato, accogliendo l’appello della chiesa centrafricana, nel campo della scuola e della sanità (scuole di brousse nelle parrocchie di Niem e Fatima, Centro di cura S. Michel per i malati di AIDS, dispensario di Niem che presto diventerà un vero e proprio ospedale con la costruzione di una sala operatoria.) A questo proposito permettetemi di ringraziare tutti i laici che sono venuti a darci una mano per la realizzazione di queste opere al servizio della popolazione centrafricana. Un punto di forza e di apertura del nostro vicariato è stato e rimane l’accoglienza di questi volontari e la condivisione della nostra vita con loro. La loro presenza in mezzo a noi ci fa soltanto del bene perché ci permette di tenere i piedi per terra. Quindi, cari confratelli, la porta è sempre aperta anche per voi !

Tutte queste opere, sostenute dalla Provvidenza che si manifesta attraverso tantissime persone che continuano a darci la loro fiducia, sono certamente importanti ma oggi siamo chiamati ad un passo ulteriore, ad una grande sfida: invitare ed accogliere altri giovani centrafricani a far parte della nostra famiglia religiosa. Tutti noi ne diventiamo, giorno dopo giorno, sempre più consapevoli.

Il compito e il dovere dell’animazione vocazionale e della formazione iniziale è davvero fondamentale. S. Michel a Bouar, grazie anche alla presenza di fr. Gilbert e di p. Marius, è la nostra comunità di riferimento, dove si tengono incontri settimanali, ultimamente un poco perturbati dall’attuale situazione politica del Paese. Con alcuni giovani in ricerca vocazionale si fanno anche week-end vocazionali e, al termine di ogni anno, anche in base ad un test di lingua francese, alcuni giovani vengono ammessi all’aspirandato che da quest’anno avrà una durata di tre anni.

In effetti il livello scolastico dei giovani che bussano alla nostra porta è davvero insufficiente . Arrivare al termine del liceo senza mai aver letto o posseduto un libro qui è la norma. Da almeno dieci anni la scuola pubblica non funziona. Se vogliamo avere dei giovani davvero consapevoli dell’orientamento da dare alla loro vita, il nostro primo compito è quello di dar loro un’adeguata preparazione scolastica; per questo motivo i nostri giovani aspiranti frequentano gli ultimi tre anni al seminario minore diocesano.

Il percorso formativo continua con gli studi filosofici e teologici in Costa d’ Avorio. Questa è per noi una opportunità perché permette ai nostri giovani di conoscere la realtà internazionale della nostra congregazione e di avere una preparazione adeguata. Attualmente due giovani centrafricani sono presenti laggiù, senza dimenticare p. Narcisse, primo religioso sacerdote centrafricano in servizio a Dabakala.

Nell’ultimo Capitolo Generale si è molto insistito sulla necessità di una economia di comunione. Uno dei punti di forza del nostro vicariato è stato quello di avere istituito da subito una cassa comune. Questo ci permette, ancora oggi, di sostenere I vari progetti di promozione umana che abbiamo intrapreso ormai da tempo. Da alcuni anni, cioè da quando esistono i vicariati, abbiamo messo in atto una chiara distinzione tra la contabilità dei progetti e quella delle comunità. Per razionalizzare i progetti e sostenerli, da alcuni anni questi vengono discussi insieme e poi approvati dal Consiglio di Vicariato. Per il momento è impossibile che le diverse comunità del vicariato possano essere autosufficienti dal punto di vista economico, viste le poche entrate in loco. E’ necessario pertanto ricorrere alla cassa comune. Credo comunque che l’ impegno che ciascuno di noi debba prendersi è soprattutto quello di vivere in modo semplice e sobrio. Non dobbiamo mai dimenticare la realtà socioeconomica attuale del Centrafrica. E’ questa la nostra prima testimonianza.

Conclusione: se pensiamo alla storia del vicariato di questi ultimi anni ci può essere qualche delusione per il mancato aumento numerico di religiosi centrafricani; ci può essere qualche timore per il mantenimento ed il proseguimento dei nostri progetti di promozione umana. Però, se pensiamo alla storia della nostra Congregazione, siamo sempre un poco precari ed al limite a tutti i livelli…. eppure il Signore non ci ha mai abbandonato.

Il Vicariato del Centrafrica

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