In cammino…
Dal 3 al 13 agosto i giovani della Parrocchia betharramita di Montemurlo, guidati da P. Simone Panzeri scj, hanno percorso l’ultima parte del “cammino di Santiago”. L’esperienza è stata propizia per mettere alla prova non solo il fisico, ma anche lo spirito! Tra le ricche testimonianze di entusiasmo, riportiamo qui alcune riflessioni di Alessandra e Veronica…
“Cosa mi aspettavo da questo pellegrinaggio? Nulla! Avevo la testa immersa in un tale caos che mi sembrava impossibile che un "semplice" Cammino potesse riuscire a riordinare le cose.
L'esperienza del Cammino ti mette di fronte alle tue fragilità, ti fa capire che non sei invincibile, che è inutile scappare dalle tue paure, che bisogna invece affrontarle.
Dopo tre giorni di cammino le gambe mi tremavano dalla stanchezza e le ginocchia erano doloranti.
È stato curioso capire, qualche giorno dopo, che non poteva essere stato altro che Lui a volermi sulla via di Santiago. La risposta è arrivata mentre ero in una chiesetta ad Arca, una delle ultime tappe del Cammino.
Lì ho visto un Crocifisso che rappresentava Gesù con le ginocchia sanguinanti e sbucciate... in quel momento ho capito che quelle ginocchia erano le ginocchia di tutti noi, anche le mie.
Quando si guarda Cristo sulla Croce si va subito ad osservare i piedi e le mani, ma anche le Sue ginocchia ci parlano.
Sono ginocchia che sanno cosa vuol dire "cadere nella polvere", che sanno cosa sono il dolore e la fatica. Ci vogliono dire che il Cammino della nostra vita è un cammino difficile, che la Croce è pesante, ma non per questo dobbiamo rinunciare a camminare.” (Alessandra)
“Ecco quello che ho imparato dal cammino verso Santiago: che non è vero che non sono capace di nulla; che posso convivere con il dolore fino a farlo diventare talmente piccolo da dimenticarlo; che riesco ancora a meravigliarmi delle piccole cose e dello straordinario intorno a me.
Ma soprattutto che non è vero che sono sola, ma anzi ho accanto delle persone che mi amano esattamente così come sono, con i miei difetti, le paure e i momenti storti. Persone che hanno saputo sostenermi ogni momento, proprio come il bastone sorregge e aiuta il pellegrino a camminare.
E adesso che ripenso ad ogni passo percorso, ho capito anche che in realtà Santiago non era la meta, ma solo un'altra tappa... perché il cammino, il mio Vero Cammino, è appena cominciato.” (Veronica)
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