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Repubblica Centrafricana - Bouar, 17/03/2014

Un "ponte" di speranza!

Riceviamo una lettera di P. Beniamino Gusmeroli scj, parroco della missione "Notre Dame de Fatima" a Bouar, nella Repubblica Centrafricana, in cui ci racconta della realizzazione di un ponte per poter raggiungere i villaggi più distanti. Il tutto nonostante le difficoltà causate dall’attuale situazione di insicurezza dovute alla guerra.

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“Ndongue Bodomo é un villaggio a 42 km dalla città di Bouar nel territorio della missione di Fatima.
Si tratta di un villaggio che ospita un grande mercato settimanale ogni martedì a cui vi affluiscono persone che arrivano dai villaggi, distanti anche 50 km; i contadini possono vendere i loro prodotti alimentari, naturalmente portati a spalla o in moto e approvvigionarsi di piccoli beni di consumo necessari portati dalla città di Bouar.
Un chilometro prima di arrivare al villaggio ecco il "problema": per raggiungere il villaggio si deve attraversare un torrente, Kpoko, passando nell’acqua o su di una "passerella" di fortuna stretta e traballante. Nella stagione secca si può attraversare comodamente entrando nell’acqua. Invece, durante la stagione delle piogge, il fiume è in piena ed è pericoloso attraversarlo. In precedenza c'era un "buon" ponte, ma le piogge, anno dopo anno, lo avevano distrutto. Poco meno di un anno fa, nel mese di agosto, una mamma, tornando dai campi coi suoi bambini, ha assistito inerme alla caduta di uno di loro nel torrente in piena che, trascinato dalle acque, é annegato.
Purtroppo di queste situazioni se ne sono verificate altre.
Il villaggio, riunitosi, mi ha interpellato chiedendomi un aiuto per costruire un ponte solido e definitivo.
Vista la pericolosità delle piene del fiume e l’importanza per le attività di lavori e di commercio per tutta questa zona ho preso sul serio la cosa. Ho innanzitutto indetto una riunione con tutti gli abitanti del villaggio per vedere come organizzarci: il villaggio é deciso a dare il suo apporto con manodopera e la raccolta della sabbia e dei sassi. Ho poi interpellato una ONG che lavora qui a Bouar che ci ha aiutato per l’acquisto di parte del materiale necessario, il resto é stato recuperato e acquistato con la buona volontà di tanti amici.
Il "progetto" iniziale prevedeva la costruzione del ponte per il mese di gennaio 2014, ma la guerra e i disordini ci hanno costretti a rinviarli a "tempi migliori".
Ma non ci siamo persi d'animo: con una squadra formata da muratori, falegnami e saldatore ci siamo messi all’opera: in tre settimane infatti il ponticello é stato costruito.
Il villaggio è in festa, la gente che passa col suo sacco di manioca, arachidi, sesamo e fagioli si ferma a commentare e salutare i lavoratori.
Mi piace pensare che questa piccola opera sia un piccolo passo anche nella ricostruzione di questo paese martoriato dalla guerra.
Vista l’importanza del villaggio di Ndongue per favorire la vitalità della zona abbiamo in programma altre attività per migliorare il mercato, come quelle agricole, tenendo ben presente che seguiamo e sosteniamo le attività scolastiche di diciotto scuole di villaggio che permettono a oltre 2300 bambini di frequentare la scuola.
É un ponte per ricominciare, un "ponte" di speranza!”

P. Beniamino Gusmeroli scj

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