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P Andrea Antonini
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Repubblica Centrafricana - Bouar, 30/01/2014

Nella bufera della guerra, in cerca di pace

Bouar 10 gennaio 2014 - Dalla Repubblica Centrafricana P. Beniamino Gusmeroli, parroco della missione di "Notre Dame de Fatima" a Bouar, ci scrive alcune riflessioni riguardanti la situazione in cui si trova il paese africano a partire dal colpo di stato avvenuto nel marzo 2013.

Nella bufera della guerra, in cerca di pace

“Le notizie che arrivano dalla Repubblica Centrafricana danno l'impressione che qui tutti siamo coinvolti in una situazione di odio e di guerra. I media hanno parlato di conflitto religioso in cui i musulmani sono contro i cristiani e viceversa.
È vero che la situazione sembra un groviglio inestricabile, ma ci sono degli elementi chiari che si vanno delineando: dico subito che il conflitto non è religioso ma politico; inoltre non tutta la popolazione è coinvolta, ma ci sono molte persone di entrambe le parti che si dissociano da un conflitto armato.
Nessuno dei giovani impegnati nella vita delle parrocchie si è compromesso nel conflitto, anzi c'è lo sforzo di perdonare e ricominciare da capo anche se il cuore sanguina per la perdita di parenti e familiari.
Con questa parte di popolazione, che è la maggioranza, pur debole e indifesa, non smettiamo di rilanciare la pace.
Tra le tante iniziative ne ricordo una particolarmente significativa: "La piattaforma interreligiosa per la pace", organizzata da un gruppo di rappresentanti delle confessioni religiose cristiana e musulmana che promuovono iniziative di riconciliazione e di pace. Sono stati organizzati degli incontri tra i leaders religiosi per mettere in comune le preoccupazioni, le sofferenze e i timori reciproci. Al centro c'era sempre il sostegno della parola biblica e coranica che invitano alla pace, al disarmo, prima del cuore poi delle mani.
Di particolare significato la veglia di preghiera delle religioni per la pace, vissuta il pomeriggio del 31 dicembre scorso. Le comunità islamiche e cristiane si sono riunite al campo sportivo di Bouar per tre ore a pregare per la pace: canti, danze, lettura di passi biblici e coranici sulla pace e interventi dei vari rappresentanti delle istituzioni religiose e amministrative. Vi hanno preso parte più di tremila persone; nessuno ha "tirato" la situazione dalla sua parte, si é solo voluto ascoltare insieme il messaggio della Bibbia e del Corano.
Alla fine si coglieva sul volto delle persone tanta distensione e le distanze, acuite in questo periodo, sembravano fossero diminuite.
Affrontiamo così il nuovo anno, con questa volontà di pace affermata da tutte le confessioni religiose e resa pubblica in questa veglia. È un messaggio preciso anche per quelle forze che ritengono che la sola e unica soluzione sia quella di annientare l'altro.
La popolazione sembra più sensibile alla parola di Dio che alle analisi politiche; la Parola ha il potere di rilanciare il paese con criteri diversi rispetto a quelli portati avanti fino ad oggi.
Avanti con fiducia.
P. Beniamino Gusmeroli scj

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